di Luigi Ciotti*
Ci fermiamo tutti per avere più coraggio. Il coraggio, l’avere cuore e l’avere a cuore, di battersi ogni giorno per il bene pubblico, per l’ambiente, per la legalità, minacciati dalle mafie, dalla corruzione, dalle varie forme di illegalità. Come faceva Angelo. Ci fermiamo tutti perché l’omicidio di Angelo è una ferita alla comunità. Tutti dobbiamo ricordarlo, ma ricordarlo non basta se il ricordo non diventa maggiore corresponsabilità.
Ci fermiamo tutti per procedere poi più determinati. Angelo da noi non si aspetta da noi parole, non è morto per questo. Amava il suo impegno, non la propria immagine. E’ questo impegno che ci lascia in eredità.
Ci fermiamo per abbracciare idealmente la sua famiglia, per farle sentire il nostro calore, non solo nel momento del lutto ma sempre.
Ci fermiamo perché Angelo Vassallo e le altre vittime innocenti delle mafie ci insegnano – non smetteranno di insegnarci – la via della giustizia sociale, della dignità e libertà umana.
Ci fermiamo perché Angelo ci chiede di cercare la verità. La verità sul suo omicidio e di tanti altri fatti di sangue. Non ci può essere giustizia, speranza e cambiamento senza ricerca di verità.
Ci fermiamo per chiedere a noi stessi, alla politica, a tutte le parti sociali, maggiore pulizia, trasparenza, onestà. La democrazia è il sistema più aperto, più umano ma anche più fragile. Quello che funziona solo attraverso l’impegno di tutti. L’impegno che Angelo ci lascia in eredità.
*presidente di Libera
fondatore del Gruppo Abele
In memoria di Angelo Vassallo. Quando "fortapasc" non ha confini- di Nico Piro / Ciao Angelo "sindaco pescatore" - di Liberainformazione / Pollica, ucciso il sindaco che amava la sua terra- di Alberto Baldazzi /