Benvenuto e buon lavoro, Ministro Gentiloni !!
Lei ha davanti a sé, tra gli altri, un compito esaltante: far ritornare la Rai un vero Servizio pubblico radiotelevisivo. Questâ??affermazione non è un generico augurio ed auspicio per la sua azione futura; non è neanche lâ??annuncio di un sovvertimento delle regole e delle competenze del Parlamento né la richiesta di unâ??ingerenza nel governo dellâ??azienda, che compete al CdA Rai.
Questa è la fotografia di una situazione contingente, che Lei ha ereditato ma con cui si
dovrà confrontare praticamente da subito: il rinnovo del Contratto di Servizio tra il suo Ministero e la Rai, scaduto nel 2005.
Il Parlamento si occuperà presto (si spera) di riformare la legge Gasparri; ma nel frattempo, da domani al 31 dicembre 2008, le funzioni e le linee operative del Servizio
pubblico radiotelevisivo saranno già state sancite e orientate dal nuovo Contratto di
Servizio, che Lei avrà lâ??obbligo di firmare.
Con buona pace del Dr. Giancarlo Leone, AD di Rai Cinema, che dichiarò in una recente
intervista - con lâ?? improvvido titolo â??il Contratto di Servizio italiano è il migliore del
mondoâ?�  (ma forse la colpa era del titolistaâ?¦) - che â??il CdS 2006 - 2008 non ha bisogno di modificheâ?�, gli operatori delle categorie dellâ??audiovisivo sono convinti, signor Ministro, che esso non è affatto il migliore del mondo e che ha bisogno di importanti modifiche.
La Legge Gasparri, ora vigente, ha portato nel sistema audiovisivo nazionale molte
nefandezze, ma anche alcune chiarezze, che sono â?? fino a quando non sono cambiatedettato legislativo: tra queste, che â??in termini di diffusione e di sostegno alla produzione di opere europee incluse quelle dei produttori indipendenti, la destinazione di una quota fissata al 15 per cento dei ricavi complessivi annui (della Rai ndr) trova
applicazione a partire dal Contratto di Servizio 2006 â?? 2008â?�.
Sembra dunque giusto, e rispondente a quellâ??affermazione convinta nel messaggio del
Presidente del Consiglio che â??lâ??Italia ha bisogno di una forte scossaâ?� in tutte le direzioni, che tutto un sistema audiovisivo ormai spinto al parossismo, allâ??autoreferenzialità e impunità (e la degenerazione del calcio, di cui la politica televisiva è stata pronuba e complice, ne è la prova) sia sottoposto ad un serio processo di revisione, a partire dallâ??applicazione chiara e condivisa degli strumenti legislativi in atto.
Gli operatori del â??paesaggio audiovisivo italianoâ?� chiedono dunque, signor Ministro, che in questi prossimi giorni Lei convochi le categorie interessate, perché del fin qui misterioso testo del Contratto di servizio si discuta tra tutti i soggetti con serenità, con concretezza, con spirito di lealtà e con la massima sollecitudine, e non più, mai più, in un clima di totale ed ingiustificata segretezza.

*Presidente Doc/it Associazione Documentaristi Italiani