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Articolo 21 - Editoriali
Se anche il Papa dice â?? Basta Auditelâ?
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di Giulio Gargia

Il Papa da una parte, Murdoch dallâ??altra. Ognuno a modo loro, sparano contro lâ??Auditel. Ratzinger lo fa, comâ??è ovvio, in maniera indiretta, ma perfettamente leggibile. Quando  critica, nellâ??ambito del suo messaggio sui media di ieri, â??il rischio e l'ambiguità di una comunicazione-business basata solo sugli indici di ascolto e sull'accaparramento della pubblicità televisivaâ?.

Murdoch, in modo più chiaro, tramite Sky, disconosce la funzione e lâ??attendibilità dellâ??istituto, contestando le modalità di rilevazione delle Tv satellitari in cui è monopolista. Dopo il documento dellâ??Authority, che mette in mora lâ??Auditel, ipotizzando anche la possibilità di fornire dati alternativi alle sue rilevazioni, lâ??uno-due è micidiale. Sembra proprio sancire lâ??inizio della fine per la creatura di Giulio Malgara, lâ??istituto che dallâ??86 garantisce
il duopolio Tv. Lâ?? Auditel è stata in questi anni la principale fonte di legittimazione dello status quo dellâ??etere. Con lâ??alibi degli ascolti si sono legittimati palinsesti sempre più â??horrorâ?. Se la gente li vede, vuol dire che i programmi funzionano, è stato il ragionamento con cui si rispondeva ad ogni genere di accusa, per quanto articolata e documentata.
Ora, dopo due inchieste dellâ??Agcom e dellâ??Antitrust, e una sentenza inibitoria per â?? turbativa di mercatoâ? della Corte  di Appello di Milano, lâ??alibi è caduto. La campagna â??Basta Auditelâ? da noi lanciata tre anni fa è stata la leva che ha smosso opinioni e istituzioni, certificando quello che avevamo sostenuto: lâ??Auditel, le sue metodologie e i suoi dati sono inattendibili. Ma cosa garantiva lâ??istituto diretto da Walter Pancini ?
Una cosa fondamentale: la spartizione senza scosse della risorse pubblicitarie tra gli attori del sistema Tv. Ripartizione basata sul principio dello share: ( o della â??fettaâ? ). Un accordo per vendere i telespettatori/ consumatori agli inserzionisti. Fatti a â?? fetteâ? e poi  â??prezzatiâ? e rivenduti. Il programma Tv non conta niente, è solo il bus attraverso il quale si trasportano target e ci si assicura che siano in linea coi contratti predefiniti. 
<br>Così, la stabilità del sistema è assicurata e nessuno ha brutte sorprese.  Il problema è che nessuno si occupa però di un pubblico altrettanto vasto, che corrisponde al telespettatore/ cittadino. Escluso dal sistema, pur essendone lâ??oggetto, colui che viene venduto. Senza peraltro ricavarne alcun beneficio. Su questo si appunta la critica del Papa, quando parla di â??comunicazione-business basata solo sugli indici di ascolto e sull'accaparramento della pubblicità televisivaâ?. Che ne pensano quelli attenti a ogni sospiro del Vaticano ?
Che ne dice lâ??ineffabile Gasparri ? 

Noi, da pionieri della battaglia per il cambiamento  delle rilevazioni dellâ??ascolto, sosteniamo oggi che lâ??Auditel non va riformato, ma rifondato da capo. Spostandone lo scopo: da rilevazioni fatte per â??vendereâ? i consumatori come oggetto a rilevazioni mirate a percepire la bontà del prodotto. Che, in questo caso, sono i programmi Tv.
Perciò, non siamo affatto dâ??accordo con quanti dicono che gli aggiustamenti tecnici chiesti dallâ??Agcom allâ??Auditel sarebbero soddisfacenti. Crediamo invece che rischiano solo di costituire un ulteriore alibi per tenere in funzione una macchina irrimediabilmente difettosa.

Bisogna invece ribaltare il senso delle rilevazioni dellâ??ascolto, usando la legge che già câ??è ( la 249 ) e assegnando allâ??Agcom il compito di fare le rilevazioni con un criterio completamente diverso, spostando lâ??indagine sul prodotto, cioè palinsesti e programmi.  Con ricerche qualitative che integrino e correggano il dato
puramente numerico finora offerto all'opinione pubblica come garanzia di consenso. E devono essere diffusi in contemporanea. In sostanza, chi dice quanti spettatori hanno visto Fede, ci deve  anche dire a quanti è piaciuto e a quanti no, di modo che il numero  non diventi automaticamente indice di qualità.

Nellâ??attesa, una moratoria della divulgazione dei dati dâ??ascolto non farebbe male a chi vuole preparare il terreno per cambiare un sistema Tv arretrato e duopolista.              

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