di Observer
Non è mai un buon segno quando la normalità fa notizia. Come accade spesso, troppo spesso, alla RAI. Ieri il sindacato dei giornalisti usigrai ha sentito il bisogno di confermare la necessità di una ventata di normalità nel servizio pubblico. Ed ha chiesto al vertice aziendale di confermare nelle prossime discussioni sul riassetto lâ??impegno ha dimettere il manuale Cancelli per le nomine. Aggiungendo lâ??augurio, cosa ancora più normale, che per il rinnovo delle responsabilità nelle testate si procedua sulla base dei curricula e, magari, di programmi e piani editoriali proposti dai candidati. Dovè lo scandalo? In Francia , on in Spagna, per non parlare della mitica BBC, sarebbe una notizia. Assolutamente no ,sarebbe semplicemente la riproposizione di una banale circolare di decenni fa. Allora facciamolo, e basta. Partiamo dalle pertinenze, dalle competenze, dalle disponibilità , dalle progettualità dei candidati. Sarebbe anche un modo per sollecitare idee e soluzioni, per aprire una stagione di idee. Il Consiglio di Amministrazione manterrebbe inalterata la sua piena discrezionalità . Ancora di più: potrebbe motivare , alla luce del sole, ogni nomina, valutando le proposte del Direttore generale sulla base di schede editoriali, magari discutendo e confrontando più candidature. Non sarebbe meglio per tutti? A Pensarci bene gli unici che ci rimetterebbero sarebbe gli stessi giornalisti , che dovrebbero impegnarsi in uno sforzo di elaborazione preventivo. Ma credo , e lâ??Usigrai con il suo comunicato lo conferma, che nessuna chiederà unâ??indennità in più. In compenso qualcun altro potrebbe riposarsi, risparmiando qualche telefonata. Saremmo disposti a pagare di tasca nostra unâ??indennità per il silenzio ai soliti consiglieri.