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Articolo 21 - Editoriali
Referendum: un nuovo broglio mediatico
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di Federico Fornaro

La campagna referendaria è iniziata in sordina, complice l??ingorgo elettorale e la scellerata decisione di fissare la data a stagione estiva già abbondantemente iniziata.
Un clima che certamente non aiuta la riflessione critica e l??informazione sul merito delle questioni poste dalla riforma votata dal solo centro-destra, indispensabili per comprendere materie ostiche come quelle del diritto costituzionale.
Con la consueta abilità comunicativa, la Casa della Libertà sta cercando di allestire un altro ??broglio? ai danni dell??italiano medio, quello per intenderci che legge distrattamente i giornali e le riviste saltando a piè pari le pagine della politica, che guarda molta televisione: insomma la maggioranza degli italiani?? ci piaccia o meno, questa è la fotografia che ci restituiscono le ricerche ?? che, non dimentichiamocelo mai, non ha certo un??idea nobile della politica e dei politici.
Qual è dunque il broglio mediatico-comunicativo che stanno predisponendo con grande cura e che sarà evidente soprattutto nelle ultime due settimane prima del voto ?.
E?? molto semplice ?? altro fattore che il centro-sinistra dimentica alcune volte per giuste ragioni, ma troppo spesso per una colpevole concezione elitaria della comunicazione politica ?? l??obiettivo della Casa della Libertà è quello di trasmettere il messaggio che la riforma in discussione è un passaggio obbligato verso la modernità, mentre i fautori del No sono ancorati al passato e incapaci di tenere il passo del cambiamento.
Insomma loro sono il moderno, noi saremmo il passato, che difende i privilegi dei partiti e le idee di sessanta anni fa, un??Italia che non c??è più.
E?? lo stesso schema che hanno usato in campagna elettorale quando hanno presentato le riforme del Governo Berlusconi come lo strumento per modernizzare il Paese e facendo apparire il centro-sinistra come immobilista e incapace di interpretare i cambiamenti in atto nella società.
Parafrasando il famoso schema di Celentano, stanno cercando di far passare l??idea che la riforma è rock e il No al referendum è lento; allo stesso modo hanno cercato di convincerci che la precarietà del lavoro è la modernità e il posto fisso il mito di un passato che non ritorna.
Bisogna stare molto attenti.  Questo slogan è, sotto il profilo della comunicazione, tanto semplice quanto efficace, perché colpisce al cuore di quell??elettorato distratto e distante della politica che chiede comunque di cambiare, magari senza sapere esattamente verso dove e per quali obiettivi.
E?? quindi necessario rispondere con altrettanta semplicità, denunciando il ??broglio? che si sta compiendo e rilanciando un messaggio che la Costituzione può essere migliorata, ma non fatta a pezzi.
Lo schieramento del NO non può apparire come il difensore dello status quo, ma aprire il confronto sui miglioramenti che sono apportabili alla seconda parte della Costituzione, per aggiornarla dopo aver ricercato il massimo di consenso in Parlamento e nel Paese.
E?? importante controbattere alla strategia della (presunta) modernità della riforma, l??idea che le regole della convivenza di una nazione, non possano diventare il patrimonio di una parte soltanto, ma devono continuare ad essere un fattore di coesione nazionale, in cui tutti possano riconoscersi.
In definitiva, la battaglia referendaria è ben lungi dall??essere vinta e come è accaduto due mesi orsono Berlusconi getterà sul mercato della comunicazione politica massicce dosi di propaganda e di televisione per convincere l??elettorato anticomunista moderato a recarsi a votare.
Sottovalutare questi fattori e la sua capacità di mobilitazione sarebbe un errore imperdonabile.
Come dicono a Genova ???. abbiamo già dato? e ci siamo salvati per un pelo (24.000 circa per l??esattezza).

 

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