di Pietro Nardiello
Proseguono gli incontri dei comitati civici di Chiaiano, Marano e Mugnano che non arrestano la propria agitazione per affermare il giusto no all’ampliamento della discarica collocata proprio all’interno del Parco delle Colline della zona nord di Napoli. Questa volta il raduno è stato fissato dinanzi all’ingresso della metropolitana di Chiaiano, ai balconi nessun lenzuolo bianco, qui siamo sul versante dove si è affermato il partito del mattone che in cambio di silenzio concede licenze edilizie, dove si può ancora costruire o ristrutturare, mentre l’antiabusivismo chiude più di un occhio dove si innalzano impalcature in zona vincolata. Anche i commercianti della zona appaiono preoccupati, un altro blocco della circolazione impedirebbe di concludere qualche ultimo affare di giornata. Tutto questo, però, non scoraggia i presenti, controllati a vista dalla digos, che continuano ad attuare la strategia dei meeting point spiazzando così proprio le forze dell’ordine e mettendo a segno l’ennesimo blocco stradale questa volta, però, nel quartiere del Vomero creando non pochi disagi alla popolazione locale del tutto indifferente, invece, a quest’enorme problematica che tra non più di cinque mesi coinvolgerà, nuovamente, tutta la Regione Campania.
I comitati civici, visto che al’interno della discarica, in silenzio, proseguono lavori di ampliamento della stessa, prendono con le pinze le dichiarazioni dell’assessore all’ambiente della Regione Campania Giovanni Romano che con un intervista rilasciata agli organi di stampa locali ha dichiarato che “non è previsto alcuno allargamento della stessa”. Oltre tutto questo bisogna porsi degli interrogativi sui quali, poi, si dovrebbe ragionare. Al momento non è dato sapere qual è il piano delle amministrazioni, centrali e locali, per avviare una definitiva raccolta differenziata. Poi bisognerebbe domandarsi come mai, se l’emergenza rifiuti è terminata, il decreto del governo Berlusconi parla chiaro, proprio ieri a Roma si è riunita nuovamente la Protezione Civile guidata da Bertolaso per capire come affrontare la prossima emergenza? Non dovrebbe essere una questione demandata alla competenza delle amministrazioni locali? O ci troviamo dinanzi ad un’altra emergenza pilotata dagli apparati centrali romani in combutta cin imprenditori e camorristi?
“Giù le mani dalle cave di Chiaiano” recitava lo striscione che apriva il corteo della scorsa sera. Si tratta di una protesta di gente comune, che nella maggior parte dei casi non conosceva, prima di adesso, l’impegno politico, e che non è stata mai sostenuta, chissà perché, da nessuna associazione ambientalista e organizzazione politica del genere. Eppure basterebbe una chiamata all’appello proprio da parte di quest’ultimi per consentire una maggiore diffusione delle informazioni alla popolazione. Tra questi comitati non ci sono facce poco raccomandabili, quelli non hanno bisogno oramai di infiltrarsi, come facevano gli uomini di Cossiga, in questi movimenti perché questi affari li discutono a tavolino. Nel caso Pianura era la stessa politica che utilizzava “i guagliuni” per indirizzare la protesta a favore di interessi personali. Inoltre vorremmo capire quale funzione svolge in tutto ciò la direzione del Parco metropolitano delle Colline di Napoli, http://www.parcodellecollinedinapoli.it/, che non ha mai cercato di impedire l’apertura della discarica collocata proprio all’interno del secondo ed ultimo polmone verde cittadino e sul cui sito l’ultimo comunicato risale, addirittura, al luglio dello scorso anno. Mentre nel penultimo si annunciavano l’inizio dei lavori, mai iniziati, di adeguamento all’interno della Selva. Che non si tratti proprio dei lavori di adeguamento e allargamento della cava-discarica? Lo chiediamo anche al presidente dell’Ente Parco, Agostino Di Lorenzo, nominato dalla Regione, e a lui chiediamo anche quanto costa alle casse della comunità il mantenimento di una struttura del genere che non realizza alcunché.
Infine ci chiediamo a che punto e quale esito avranno le denunce presentate dai Comitati alla Procura della Repubblica di Napoli proprio sui probabili sversamenti di sostanze tossiche, come l’amianto, in tutta la zona?
Non bisogna dimenticare che in zona, altre cave, negli anni precedenti furono sequestrate perché adibite a deposito di sostanze altamente tossiche.
La situazione non appare per nulla chiara, il Governo Berlusconi non sa e non può risolvere il problema rifiuti in Campania se non con l’apertura di altre discariche e l’allargamento di quelle già esistenti. Anche i comitati di Terzigno, nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio, invitano tutti i cittadini a riprendere la mobilitazione su tutto il territorio regionale “perché -riferiscono- non possiamo accettare le solite scelte calate dall’alto” che come hanno dimostrato le indagini sono state il frutto di accordi realizzati tra politica, camorra e imprenditoria. Di questo le forze ambientaliste dovrebbero avere veramente paura.
Il prossimo incontro è fissato per venerdì prossimo.
Pietro Nardiello