di Federico Orlando*
Contro le inchieste di Morrione i "limiti di età "
Cara Europa, leggo che il giornalista Roberto Morrione, direttore di Rainews 24 e noto al pubblico tv delle ore piccole per le sue coraggiose e deflagranti inchieste, è stato cacciato dalla Rai per raggiunti limiti di età . Francamente, resto di stucco, perché non sapevo che i giornalisti
raggiungessero limiti d¹età , come impiegati del catasto, tant¹è che Montanelli, Biagi, anche Vespa se non sbaglio, hanno lavorato e lavorano ben oltre i limiti d¹età . Che non si tratti di una forma subdola di editto bulgaro?
Luciano Redimiti, Roma
Caro Redimiti, la sua domanda è legittima (è anche la mia), ma la sua lettera contiene due imprecisioni che mi permetto di farle osservare. La prima è che il giornalista può avere due diversi rapporti di lavoro: da libero professionista, può avere un contratto con una o più aziende
editoriali senza limiti di età , come nei casi che lei cita e in innumerevoli altri. Se all¹azienda conviene conservare quella firma, se a quella firma conviene scrivere per il giornale di quell¹azienda, si può arrivare anche a novant¹anni o più. Al contrario, come lavoratore subordinato, al giornalista si applicano le regole contrattuali di tutti i lavoratori, compreso il
pensionamento al raggiungimento del 65° anno di età . Naturalmente, se l¹azienda e il giornalista ne hanno interesse, nulla impedisce all¹azienda di riassumere il giornalista pensionato, con altro tipo di contratto, appunto quello dei collaboratori.
Il fatto che il rapporto di lavoro subordinato tra la Rai e Morrione si sia risolto in questi giorni col pensionamento, non vuol dire che la Rai ha ³cacciato², come lei scrive, il direttore di Rainews 24. Sarebbe vero solo nel caso che la Rai non facesse seguire al pensionamento un contratto di collaborazione, modello Vespa, diciamo, che consenta a Morrione di continuare, d¹intesa con la Rai, quel giornalismo d¹inchiesta che lo ha reso noto al pubblico tv della notte. Ma questo potremo dirlo solo fra qualche tempo.
Certo, Roberto Morrione che è stato festeggiato qualche sera fa da un centinaio di autorevoli amici e colleghi col ³premio alla qualità della carriera², è un osso duro da digerire per i conformisti di viale Mazzini, di destra e di (cosiddetta) sinistra. Pensi che ha concluso la sua direzione del canale di Rainews24, assunta sette anni fa, ricevendo il regalo anonimo di un bossolo calibro 9, indirizzato a lui e al collega Sigfrido Ranucci. Si vede che, o in Italia o all¹estero, dove ha condotto le sue inchieste più scottanti, s¹è fatto un po¹ di ³amici², come succede a chi svela e dice la verità . Morrione ha documentato l¹uso del fosforo bianco nel bombardamento di Falluja, ha denunciato le conseguenze sui nostri soldati dell¹uranio impoverito nell¹ex Jugoslavia, ha descritto le mafie che infestano le regioni (e la politica) italiana, ha documentato le grandi manifestazioni del 2003 contro la guerra in Iraq, le marce per la pace Perugia-Assisi. Ha parlato di Onu, di Africa, di immigrazione, di ambiente devastato. Eccetera. Come si fa, quando ci si comporta in questo modo, a non ricevere il benservito dalla Rai? La qualità della carriera non protegge contro la legge dello spreco, a cui si ispira ogni azienda che sia politicamente
condizionata e dipendente. Ci sono tanti modi di emettere un editto bulgaro, mica solo quello di Berlusconi, che da Sofia ingiunge la cacciata di chi ha fatto ³uso criminale² della tv (Biagi e compagni). Si può anche ricorrere ai limiti di età . Oppure, come fa Avvenire, invitare altri giornali, dai quali ci si aspetta (chissà perché) che suonino in coro, di ³accompagnare a casa²
chi stona. Insomma, le vie del Signore sono infinite, e anche quelle della Bulgaria. Comunque, caro Redimiti, se nel caso di Morrione quelle strade dovessero rivelarsi impraticabili per i censori, saremo lieti di dargliene notizia.
(Federico Orlando - Europaquotidiano del 22 giugno 2006)