di Elisabetta Bruscolini*
Intervento convegno 23 giugno 2006 CinecittÃ
Come persona che si occupa da molti anni degli aspetti culturali e produttivi del cinema e dellâ??audiovisivo, ma anche di cultura più in generale e del ruolo delle arti nella crescita della società , vorrei sottolineare che la cultura non può essere solo impresa, che lâ??arte ha bisogno di sostegno economico e che dunque il cinema -se lo consideriamo industria sì, ma industria culturale - non fa eccezione a questa regola.
Come ormai affermano tutti gli studiosi più seri la rilevanza economica della cultura non sta necessariamente nei ricavi diretti, ma nellâ??indotto che innesca e anche in questo caso il cinema e lâ??audiovisivo, sia nella loro accezione più industriale, sia intesi come beni culturali, al pari delle altre arti, non fanno eccezione. Se siamo dâ??accordo sul fatto che il cinema e lâ??audiovisivo vanno sostenuti si tratta ora di definire il come, cambiando un sistema di finanziamento pubblico che è inadeguato e insufficiente. Un cinema più forte e competitivo, documentari e prodotti audiovisivi che siano validi â??contenutiâ? per tutti i media, anche per quelli che verranno, necessitano risorse molto più cospicue di quelle attuali, nuove forme di finanziamento e agevolazioni, quali peraltro già sono presenti nella legislazione e nella prassi di molti paesi europei. Ad essi possiamo guardare per prendere degli spunti utili a costruire una originale proposta, che tenga conto della nostra storia.
Un progetto forte di ampliamento delle risorse è tanto meno rinviabile in questo momento in cui progredisce velocemente intorno a noi lâ??innovazione tecnologica con la conseguente urgenza di investire in sperimentazione, al fine di trovare nuove forme espressive per nuove forme di fruizione e diventare protagonisti del processo di cambiamento in atto. Si deve dunque lavorare in fretta ad un progetto di rilancio che rivendichi la doppia valenza industriale e culturale del settore, perché questo peculiare aspetto è un valore aggiunto, lo rafforza e lo rende unico.
Cultura anche perché il cinema e lâ??audiovisivo hanno bisogno di un pubblico per esistere ed avere un futuro, che sarà tanto più di successo quanto più vi saranno spettatori attenti, curiosi e consapevoli. Formare gli spettatori è uno dei compiti istituzionali del gruppo pubblico ed in particolare del Centro Sperimentale di Cinematografia e dellâ?? Istituto Luce, che sono in grado di fare sul tema informazione corretta e qualificata che devono sostenere, produrre e diffondere la cultura del cinema e dellâ??audiovisivo, in tutti i suoi aspetti e attraverso tutti i possibili mezzi: pubblicazioni scientifiche e divulgative, documentari, contenuti per i nuovi media, rassegne, convegni, mostre, eventiâ?¦â?¦
Queste istituzioni, che hanno lâ??importante funzione di conservare il patrimonio di materiali filmici e non, devono difatti anche occuparsi di farlo conoscere, renderlo più accessibile, valorizzarlo, compito che può essere facilmente affrontato, in modo molto più efficace di quanto lo sia oggi, utilizzando al meglio le tecnologie, ma soprattutto le competenze, lâ??esperienza e le capacità â?? troppo spesso mortificate - di coloro che vi lavorano , nonché la collaborazione di chi fa parte, a diverso titolo, del settore.
Il Centro Sperimentale di Cinematografia in particolare deve porsi come centro di questo processo culturale, con la Cineteca, deputata per legge alla conservazione ed alla tutela del cinema italiano e la Scuola Nazionale di Cinema che può diventare il luogo dellâ?? innovazione e della sperimentazione, dellâ??alta formazione, ma anche della formazione continua e dellâ?? alfabetizzazione al cinema. Una istituzione contemporanea in grado di formare talenti adeguati ai tempi e accompagnarli nel loro ingresso nel mondo del lavoro.
Il D.L. 18/11/97 n.426, dellâ??allora Ministro Veltroni, che ha trasformato lo storico Ente Pubblico Centro Sperimentale in una Fondazione con tante possibilità di espansione, è stato un buon inizio.
A mio parere il D.L. 22/01/04 n.37 emanato dal passato governo è stato un considerevole passo indietro, seppure con il merito di ripristinare il vecchio nome di Centro Sperimentale di Cinematografia.
Tale decreto ne ha infatti ridimensionato la vocazione di grande istituzione culturale italiana di cinema, alterando lo spirito del primo decreto che così la voleva e deprivandola dei diversi e nuovi Settori che, aggiungendosi a Scuola e Cineteca, avevano dato impulso ad attività molteplici, così come era nella visione dellâ??allora Ministro e del primo Presidente della nuova Fondazione, Lino Miccichè, che ricordo con affetto, come credo molti di voi. Il gruppo pubblico tutto deve dunque riprendere una sua funzione di fucina di esperienze nuove, di protagonista, promotore e garante della cultura del cinema e dellâ??audiovisivo, anche perché una più solida cultura è di sostegno allâ??industria.
Il marchio di Cinecittà deve tornare ad essere il nostro miglior ambasciatore nel mondo, come spesso è accaduto in passato. Gli studi stessi, per la loro storia, hanno una forte valenza culturale e se ne devono fare carico. Eâ?? urgente andare avanti, riprendere un percorso, migliorarlo, avviare un progetto comune di tutto il gruppo pubblico, eliminando ogni competizione tra le diverse componenti, che spesso si sono fatte concorrenza. Se ne devono integrare le funzioni dove possibile, creando così economie di gestione, ed in ogni caso istaurare una fattiva collaborazione, pensando alla rivoluzionaria possibilità di andare verso la creazione di un unico, forte, polo cinematografico.
Per fare tutto questo servono risorse ed è perciò importante che gli aspetti industriali siano finanziati con fondi cospicui diversi dal FUS, e i fondi pubblici possano essere dedicati soprattutto a sostenere la cultura del cinema e dellâ??audiovisivo, come accade, ad esempio, in Francia. Mi auguro che il mondo del cinema tutto, i produttori, gli attori, i professionisti comincino a vivere le istituzioni come qualcosa che appartiene anche a loro, se ne occupino, le sostengano, criticandole anche, ma solo allo scopo di spingerle a fare di più e meglio. Mi auguro che il nuovo Governo nellâ??affrontare un progetto di rilancio dellâ??intero settore in generale e del gruppo pubblico in particolare tenga conto delle idee di chi nel settore si impegna ogni giorno e spero che siano gli obiettivi, le competenze e la trasparenza a motivare le scelte dei vertici, affinché finalmente si mettano le donne e gli uomini giusti al posto giusto.
*Direttore Divisione Produzione del Centro Sperimentale di Cinematografia