Gli studi e le ricerche che ho condotto negli ultimi decenni mi hanno persuaso dei legami eccessivi e inquinanti che hanno caratterizzato negli ultimi cinquantâ??anni il mondo giornalistico e quello politico nel nostro paese.
Dopo il fascismo il giornalismo italiano, ancora in parte compromesso con la dittatura fascista, ha seguito la strada di una dipendenza parziale o totale dal sistema politico e da quello economico che a sua volta ha controllato sempre di più i partiti e le forze politiche.
Da questo punto di vista non câ??è da stupirsi se, nel quinquennio di dominio della destra berlusconiana,una simile dipendenza abbia caratterizzato soprattutto giornalisti che hanno vissuto vicino ai palazzi del potere e hanno fatto nello tempo gli editorialisti di un quotidiano come Libero  e le spie del Sismi.
Quello che colpisce particolarmente è, da una parte, lo spionaggio esercitato contro giornalisti che la pensavano diversamente e facevano bene il loro lavoro investigativo e, dallâ??altra,coprivano il lavoro sporco che il Sismi e il nostro governo facevano per sottrarre la Cia dalle inchieste della nostra magistratura per scoprire il lavoro illegale compiuto nei confronti dellâ??iman di Milano Abu Dinal rapito sul nostro territorio e portato in Egitto per essere interrogato e torturato.
Si tratta di unâ??operazione assai grave che mette in discussione la sovranità dellâ??Italia rispetto agli Stati Uniti e fa diventare il nostro stato di diritto poco più di una barzelletta.
Eâ?? chiaro che la riforma dei servizi segreti è urgente e necessaria come ha dichiarato il ministro dellâ??Interno Giuliano Amato e che sul piano giudiziario il problema non riguarda soltanto il vicecapo del Sismi ma anche il suo capo Nicolò Pollari.
Câ??è da sperare che magistratura e mass media sappiano agire presto e bene secondo i desideri dellâ??opinione pubblica democratica.Che i giornalisti sappiano far pulizia una volta tanto anche al loro interno.