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Articolo 21 - Editoriali
Lo stile autoritario di Viale Mazzini
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di Domenico d'Amati

Nel caso Beha la Rai torna a sfoderare lo stile autoritario che le è già valso, in passato, oltre alle condanne dei giudici, la deplorazione del Parlamento Europeo.
Anche Beha non piace alla direzione aziendale perché si comporta da giornalista, informando il pubblico e difendendo la dignità professionale.
Ed ecco che puntualmente gli si mette la mordacchia e lo si sottopone a procedimenti disciplinari con addebiti censori, di lesa maestà, inconcepibili in un Paese democratico.
Anche questa volta non si persegue soltanto lo scopo di rendere innocuo il ribelle, ma anche quello di intimidire i suoi colleghi.
Le circolari aziendali che vietano ai dipendenti di esprimere pubblicamente le loro opinioni sono degne del defunto Minculpop, che evidentemente qualcuno vuol fare risorgere.
Il diritto di criticare il datore di lavoro è stato riconosciuto dalla Cassazione a tutti i lavoratori, perché anche nelle fabbriche si deve applicare lâ??articolo 21 della Costituzione.
Questa regola si applica a maggior ragione per i giornalisti che hanno non soltanto il diritto ma anche il dovere di informare il pubblico.
Lo stesso dovere incombe ai dirigenti della Rai, in quanto incaricati di un pubblico servizio. Essi sono tenuti ad esercitare i loro poteri per difendere e non per reprimere la libertà di informazione.
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