di Bruna Iacopino
E’ stato rimpatriato alle 14.30 di ogg, Mohamed, uno degli immigrati che aveva guidato la protesta di Brescia e presidiato la zona sottostante la gru mentre i suoi compagni guardavano il mondo da 35 metri d’altezza. Mohamed, conosciuto dagli amici come Mimmo, era stato fermato nei giorni scorsi mentre stava facendo ritorno da Milano, dopo il presidio tenutosi di fronte al consolato egiziano per tentare di bloccare l’espulsione di altri 9 connazionali bloccati in seguito ai tafferugli con la polizia scoppiati a Brescia nei primi giorni della protesta. Bloccato e immediatamente condotto in questura, era stato tradotto quasi immediatamente nel Cie di via Corelli a Milano dove, come racconta il suo avvocato Sergio Pezzucchi, sentito da Radio onda d’urto, era stato messo in isolamento. Il rimpatrio era atteso per la giornata di ieri, dopo che il giudice di pace ne aveva convalidato il fermo.
A quanto pare la domanda di sanatoria presentata a suo tempo sarebbe stata respinta a causa di un precedente decreto di espulsione nel 2008. Ma stando all’avvocato questa notifica non sarebbe mai arrivata al diretto interessato, sarebbe arrivata al datore di lavoro, ma anche i questo caso, continua l’avvocato, la Questura non è stata in grado di fornire alcuna prova.
Una pratica di rimpatrio quella che ha riguardato Mimmo, e che prima aveva riguardato i 9 egiziani rimpatriati nei giorni scorsi, che testimonierebbe una certa disponibilità da parte del consolato egiziano di accelerare le pratiche necessarie per il riconoscimento e il successivo rimpatrio.
A poco è servita la mobilitazione da parte degli amici e i compagni di lotta che hanno tentato anche stamane di bloccare il volo che avrebbe portato Mimmo al Cairo. “ La lotta non si ferma!” dicono da Brescia dove, già oggi pomeriggio è stata riconvocata la mobilitazione di protesta rinvigorita da quello che è stato definito un gesto di “rappresaglia” nei confronti di chi, quella protesta l’aveva animata e sostenuta.
In audio il contributo di Manlio Vicini, avvocato dell’associazione Diritti per tutti che oltre a ripercorrere la vicenda di Mimmo e dei ragazzi scesi dalla gru ( la cui sorte è immersa nell'incertezza) torna anche sul senso di una protesta che ancora non si ferma. Lo dimostra Milano.