di Bruna Iacopino
“Lui pagherà per tutti gli immigrati che hanno protestato in questi mesi per la sanatoria truffa” questa l’amara constatazione di Jorge Carazas del Comitato immigrati di Milano, tra i soggetti promotori della protesta contro la sanatoria truffa. E’ infatti stato convalidato stamane il fermo per Abdelrajat, il cittadino marocchino sceso ieri dalla torre di Via Imbonati perché colpito da colica renale.
Nonostante tutto, la lotta ha pagato. Il tavolo aperto in prefettura dovrà accogliere le denunce che varie associazioni e sindacati stanno raccogliendo in queste settimane e che riguardano le centinaia di persone truffate dai datori di lavoro. “I sindacati insieme alle associazioni Naga, Arci, Convergenza delle culture, Acli… tutte hanno una quantità enorme di denunce da parte di gente che è stata truffata…” conferma Jorge. Denunce che verranno presentate in conformità con l’articolo 18 del testo unico sull’immigrazione e che permetteranno a molti di ottenere un permesso di soggiorno temporaneo. Una vittoria, si, ma a un prezzo troppo alto, commenta amaro Jorge.
E il prezzo da pagare è in questo caso, appunto, la reclusione di Abdelrajat, ricoverato per poche ore in ospedale e subito internato nel Cie di via Corelli con il rischio concreto di un’imminente espulsione. “ Tutto fatto troppo in fretta, forse per direttive date dall’alto” Commenta il nostro interlocutore.
Era necessario arrivare fino a questo punto?
“Sono sette mesi- racconta Jorge- che lottiamo contro la sanatoria truffa, abbiamo fatto 5 presidi di fronte alla prefettura, manifestazioni, 4 incontri con il prefetto ma non riuscivamo ad uscire dall’invisibilità, abbiamo dovuto arrampicarci su una torre per essere ascoltati…”
Brescia prima e via Imbonati subito dopo hanno avuto il merito di sollevare la questione e porla di fronte all’attenzione dell’opinione pubblica. Se ne sono accorti i media, le istituzioni, le forze politiche, i sindacati, ampia e trasversale è arrivata la solidarietà, e qualcosa, nel concreto, si è mossa…
Ma la lotta non finisce qui, precisa Jorge. “ Questo della sanatoria era solo il primo punto della lotta, le istanze da portare avanti sono ancora molte: il prolungamento del permesso di soggiorno per chi perde il lavoro anche dopo tanti anni che è in Italia e diventa improvvisamente clandestino, il diritto di cittadinanza per i bambini nati in Italia, il diritto di voto per gli immigrati che vivono qua da più di cinque anni, la chiusura dei Cie…”
Già domani, sabato 4 dicembre, dalle ore 15, si terrà una manifestazione con partenza da via Imbonati, 49, organizzata dalla Confederazione Unitaria di Base e dal Comitato Immigrati in Italia che vuole essere innanzitutto di solidarietà ai due “coraggiosi” scesi ieri dalla torre dopo quasi un mese, ma anche rivendicazione dell’intera piattaforma.
Si è conclusa ieri nel tardo pomeriggio la protesta contro la sanatoria truffa che dal 5 novembre, dunque da quasi un mese aveva visto alcuni cittadini extracomunitari presidiare in maniera fissa la torre ex Carlo Erba di Milano. Gli ultimi due, da cinque che erano inizialmente, sono stati costretti a scendere ieri a causa di un grave malore avvertito dal cittadino marocchino Abdelrajat, colpito da una colica renale e in pesante stato di disidratazione, seguito subito dopo dall’italo-argentino Marcelo Galati. Ricoverati immediatamente andranno però incontro a sorti diverse. Mentre il secondo non rischia l’espulsione, avendo anche la cittadinanza italiana, ma potrebbe essere accusato di “favoreggiamento all’immigrazione clandestina”, sorte peggiore potrebbe invece toccare ad Abdelrajat che nei fatti rischia l’espulsione, come già avvenuto per uno dei promotori della protesta di Brescia. La domanda di emersione che il cittadino marocchino aveva presentato lo scorso anno a Brescia sembra essere già stata chiusa con esiti negativi. Difatti, appena uscito dall’ospedale, Abdelrajat è stato portato al Cie di via Corelli e già questa mattina, con una tempistica che l’avvocato, sentito da Radio Onda d’urto, ha giudicato “incosueta” per la rapidità, si è tenuta l’udienza di convalida. In genere per procedimenti del genere, precisa l’avvocato, bisogna attendere dalle 24 alle 48 ore dal fermo.
Anche ieri non sono mancate le proteste davanti alla questura da parte di quanti avevano sostenuto gli immigrati sotto la torre, ma questo non è bastato a bloccare il trasferimento in nottata al Cie milanese.
Come per Brescia si profila dunque la possibilità che si agisca in maniera veloce e soprattutto in termini esemplari nei confronti di chi ha manifestato il proprio malessere attirando l’attenzione pubblica su di una questione che continua ad essere più che mai aperta. Da questo punto di vista più che eloquente la dichiarazione del vice-sindaco De Corato: "La polizia dovrebbe identificare ed espellere il clandestino sceso dalla torre insieme con l'italo-argentino, che in qualche modo dovrà rendere conto dell'operato. Pensare che una quarta persona possa di nuovo volatilizzarsi, dopo l'ennesimo ricovero in ospedale, sarebbe un'amara barzelletta".