di Zapper
Il direttore della Nazione, Resto del Carlino eccetera, Giancarlo Mazzucca, è uno e trino. Virtù trascendente che secondo la filosofia neo-platonica si trasmette per derivazione dall??Uno assoluto, cioè da quel dio mediatico che tutto può attraverso la televisione, perché della televisione è padrone assoluto in questa terra corrotta (sempre in senso filosofico) che è l??Italia.
Insomma, ieri sera Mazzucca ci ha allietato della sua presenza contemporanea su raiuno e raidue, in trasmissioni che secondo i palinsesti dovrebbero andare in diretta. Stiamo parlando di ??Porta a porta? e di ??Conferenza stampa?, condotte rispettivamente da Bruno Vespa e Anna La Rosa, ovvero due fra i più fedeli propalatori del verbo berlusconiano. Nella trasmissione di Vespa il direttore della Nazione era chiamato a interloquire con il coordinatore di Forza Italia Bondi e con il presidente dello Sdi Boselli. Nella tribuna elettorale, invece, doveva far domande all??ospite di turno Gianfranco Fini. L??altro intervistatore, giusto per la cronaca, era Verderami del Corriere della Sera: tanto per intenderci, nessuno simpatizzante per il centrosinistra. Traducendo ancora: non uno che facesse domande minimamente insidiose (men che meno la ??equivicina? Anna La Rosa).
Ma lo stupore dello ??zapper? tocca una punta assoluta quando lo stesso Mazzucca compare anche in un??altra trasmissione, sempre su raidue verso mezzanotte e ancora in contemporanea di ??Porta a porta?, ma questa volta si parlava di sport. Tre volte la stessa sera in trasmissioni sedicenti ??in diretta?. Allora: Mazzucca va per la maggiore, piace a questa maggioranza di centrodestra che lo impone in tutte le trasmissioni possibili. Buon per lui male per la gente, visto che l??uomo non è solito non fare domande ai suoi interlocutori di centrodestra ma preferisce proporre assist, cioè passaggi che preparano al goal.
Infastidisce che la Rai inganni reiteratamente i suoi telespettatori e, in una fase così delicata per la vicinanza delle elezioni, contrabbandi lucciole per lanterne, cioè trasmissioni registrate per dirette. Non sembra corretto che le Tribune elettorali, che dovrebbero garantire a tutti lo stesso trattamento, solo ad alcuni consentono il privilegio della registrazione.
Ci spiace, inoltre, che in un paese che vanta decine di migliaia di giornalisti, la Rai, cioè la principale azienda culturale di Stato, non veda oltre Mazzucca e Rossella. Anche questo è un indice di pluralismo?