di Sergio Bellucci*
La paura che lâ??elettorato di centro destra, deluso dalle false promesse berlusconiane, â??vada al mareâ? deve essere stato forte per indurre Berlusconi ad aprire un nuovo fronte politico invadendo la privacy di 57 milioni di italiani. Lâ??occupazione mediatica del Presidente del Consiglio negli ultimi giorni di campagna elettorale rischia, però, di inciampare proprio in dirittura dâ??arrivo. Dopo la condanna del suo TG4 (cosa si direbbe di un altro Presidente del Consiglio che ignora il rispetto delle regole della competizione elettorale attraverso una sua azienda?) ora tocca alla telefonia mobile. Lâ??invio di un sms a tutti gli italiani, per invitarli ad andare a votare, potrebbe sembrare, ma solo a prima vista, un normale appello alla partecipazione democratica. In realtà è ben altro.
A ben vedere, infatti, la scelta allude alla vera e propria filosofia di vita del Cav. Berlusconi: muoversi ai margini di ciò che è lecito, con un piede dentro e uno appena fuori dalla legalità , in quel margine che sembra alludere ad una rottura â??liberatoriaâ? dalle e delle regole, che lui definisce odiose per sé, ma che risultano invalicabili per gli altri. Ciò che deve poter essere consentito a lui, è vietato a tutti gli altri cittadini. Così ha costruito il suo impero mediatico, così pensa di continuare a governare.
Ma stavolta la gravità dei sondaggi deve averlo obbligato ad un gesto che può avere molti risvolti negativi. Oltre al disagio per essere stati raggiunti sul proprio cellulare dal Cav. Berlusconi - un disagio che inciterà ancora di più quel popolo della pace, che riempie da anni le piazze non virtuali del nostro paese, a raggiungere il proprio seggio per andare a votare e mandare a casa il governo di centro destra â?? câ??è il rischio di contraccolpi legali.
Con un solo gesto Berlusconi, infatti, non solo rischia una sanzione per violazione della privacy degli italiani, ma viola lâ??espresso divieto di effettuare campagne di comunicazione istituzionale, durante il periodo della campagna elettorale, disposto dalla legge sulla par condicio. Questa legge, infatti, impone alle sole emittenti radiotelevisive lâ??obbligo di informare â??su indicazioni delle istituzioni competenti, i cittadini delle modalità di voto e degli orari di apertura e di chiusura dei seggiâ?. Con un solo colpo, e non per la prima volta, Berlusconi o le sue aziende stracciano le leggi vigenti a proprio uso e consumo.
Ora il Garante afferma di riservarsi la valutazione sullâ??operato di Berlusconi. Nel suo regolamento del 12 marzo 2003, infatti, Rodotà aveva dettato le condizioni di invio di sms senza consenso degli utenti. Nel testo si afferma che gli operatori di telefonia mobile possono inviare, in deroga al principio del necessario consenso degli interessati, messaggi sms "in casi di disastri e calamità naturali" e "per ragioni di ordine pubblico, igiene e sanità pubblica". Le deroghe sono consentite solo sulla base di un provvedimento d'urgenza dell'autorità pubblica competente. Noi chiediamo, inoltre, anche allâ??Autorità per la garanzia nelle comunicazioni di prendere un provvedimento per la violazione della legge sulla par condicio e la possibilità per le opposizioni di recuperare anche se fosse nella giornata di domenica.
La domanda di queste ore è se Rodotà e Cheli faranno conoscere la loro opinione prima o dopo lâ??espressione del voto. Sarebbe moralmente e politicamente necessario che essi si pronunciassero in tempo utile per chiarire agli elettori se il comportamento è, a loro parere, lecito oppure no. Rifondazione sta offrendo sul suo sito, già dalla giornata di ieri, la possibilità per tutti i cittadini che lo vorranno di inviare un esposto/denuncia al Garante scaricando un modulo da compilare.
Il voto è il messaggio? Sabato e domenica rispondiamo allâ??sms dalla cabinaâ?¦. elettorale!
* Responsabile Comunicazione e innovazione tecnologica del PRC