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Articolo 21 - Editoriali
Il complotto immaginario
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di Sebastiano Messina

da La Repubblica

PER una settimana ci aveva abbandonato ai nostri miraggi tiepidi, alle nostre certezze fatue, alle nostre povere illusioni. Poi ieri, dopo averci lasciati vagare nella nebbia degli inganni, Berlusconi ci ha finalmente aperto gli occhi, rivelandoci cosa è davvero successo alle europee. Semplicemente, le elezioni erano truccate. La sinistra, la solita sinistra, ha falsificato i risultati. C'è stata "la cancellazione di schede elettorali a nostro favore", una manipolazione scientifica della volontà popolare organizzata da "un esercito di professionisti del centrosinistra a danni dei nostri dilettanti, che puntualmente vengono fatti fessi".

Dunque non è vero che Forza Italia ha perso qualche milione di voti, non è vero che la lista unitaria ha superato il 30 per cento. Era tutto un trucco, un imbroglio da retrobottega, un giochetto da bari con il quale "vengono cancellate schede elettorali a nostro favore e attribuite a loro". A questo punto, visto che una così grave e clamorosa denuncia viene nientemeno che dal presidente del Consiglio, bisognerebbe annullare subito le elezioni, riaprire i seggi, richiamare in servizio Bruno Vespa e soprattutto arrestare gli autori di un così colossale broglio organizzato. Bisognerebbe. Ma naturalmente sappiamo tutti che non succederà nulla di tutto ciò, perché oggi stesso - scommettiamo? - Berlusconi ci spiegherà che come al solito è stato frainteso, che i soliti giornalisti hanno capito male, che i soliti comunisti ce l'hanno con lui.

� il solito numero berlusconiano delle accuse sparacchiate a raffica contro chi ha osato batterlo, un numero nel quale ricompaiono i pezzi forti del suo repertorio (la sinistra "illiberale e autoritaria", i giornalisti che gli hanno teso "un agguato preordinato", la stampa che gli nega il meritato trionfo, la libertà in pericolo, "il futuro dei nostri figli" eccetera), ma con due importanti novità. Una è la divertente spiegazione del meccanismo della truffa. Solo uno che non abbia mai messo piede in un seggio elettorale (e ignora l'incancellabilità della matita copiativa) può accusare qualcuno di "cancellare" i voti a un partito per assegnarli a un altro. Non si può. La storia dei brogli è piena di preferenze aggiunte e di schede annullate, ma il trasferimento del voto di lista non è mai riuscito a nessuno (salvo che nelle visioni berlusconiane).

La seconda novità è che il capo di Forza Italia, leader della Casa delle Libertà e presidente del Milan ha evidentemente dimenticato cosa sta facendo in questo momento: il presidente del Consiglio. Se l'è scordato dieci giorni fa, quando ha violato la legge elettorale con il suo comizio in pieno seggio. E se l'è scordato ieri, denunciando brogli immaginari che - se fossero accaduti davvero - avrebbero dovuto essere avvistati, impediti e puniti proprio dal governo. Cioè da lui. Qualcuno lo avverta (o almeno gli mandi un sms).

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