di Articolo 21
Vorremmo che il nuovo anno si aprisse con la vera novità che manca. La nascita del polo riformista, che sappia mettere insieme le forze politiche di centrosinistra con quella società civile che protesta e propone un'Italia diversa, solidale, legale, piena di diritti ed equità. Apriamo questa riflessione, nanciando una proposta a società civile e centrosinistra, rappresentato o no in Parlamento. Non aspettiamo altro tempo. Entro il mese di gennaio vediamoci tutti insieme a Roma, discutiamo e proponiamo all'Italia una vera alternativa riformista di cui abbiamo tutti bisogno. Apre il dibattito il portavoce di Articolo 21 Giuseppe Giulietti
DALL'INDIGNAZIONE ALL'ALTERNATIVA
di Giuseppe Giulietti
Non c'è davvero tempo da perdere e sarà anche bene smettere di baloccarsi con parole consolatorie quali: "Tanto Berlusconi è ormai sconfitto, nel voto di fiducia la maggioranza ha perso decine di parlamentari", per carità, non prendiamoci in giro anche tra noi. Berlusconi doveva andare sotto, i numeri c'erano, alcuni casi di tradimento gli hanno consentito di ribaltare la situazione, alcuni di questi casi erano facilmente prevedibili, bastava guardarli in faccia o magari dare un’occhiata alle biografie!
Può darsi che Berlusconi sia politicamente morto, può darsi che non abbia alcun futuro, può darsi tutto, ma adesso bisogna costruire un’alternativa al berlusconismo, perchè la sconfitta è sicuramente maturata per alcuni casi singoli, ma anche perchè non si vede all'orizzonte uno schieramento alternativo capace almeno di impugnare la bandiera della Costituzione e della legaltà repubblicana. Gli oltre trecento parlamentari che hanno votato la sfiducia non sono uno schieramento omogeneo e di questo passo non lo saranno mai. Indigniamoci, come è giusto, per il tradimento, affrontiamo la questione morale dentro e fuori i partiti, ma pensiamo a trasformare questa rabbia e questa indignazione in una possibile proposta politica.
Il primo polo si è da tempo saldato attorno a Berlusconi, il terzo si sta realizzando attorno a Fini, Casini, Rutelli, manca invece un segnale di vita da quello che dovrebbe essere il secondo, quello del centro sinistra, diviso tra chi vorrebbe una alleanza esclusiva con Casini e chi vorrebbe mettere insieme la Costituzione, la legalità, la questione sociale, un tema che sembra essere stato rimosso dalla agenda nazionale, mediatica, mentale. Antonio Di Pietro ha proposto di rompere gli indugi e di promuovere un coordinamento, di concordare azioni comuni. Vendola ha già risposto positivamente, il Pd si è già diviso tra chi vede l'ipotesi con orrore e chi sa che ormai non c'è altro da fare. Bersani si è riservato di rispondere dopo la prossima direzione. Eppure non c'è e non ci sarà altra strada, anche se qualche pezzo del Pd deciderà forse di raggiungere Casini.
Inutile perdere altro tempo, meglio cominciare da ciò che è possibile e magari farlo in modo chiaro, concordando pochi e trasparenti obiettivi comuni. In primo luogo, sarebbe un grave errore dare l'impressione che si voglia ricostruire il Pci o i Ds, magari con qualche indipendente in più. Questo polo, questa coalizione, questo schieramento, chiamatelo come diavolo volete, dovrà aprirsi a chiunque condivida la necessità di attuare e tutelare la Costituzione, difendere la legalità repubblicana, opporsi ad ogni forma di censura e di esclusione sociale, contrastare i conflitti di interesse, gli abusi di ogni natura.
Questi valoro sono oggi condivisi anche da donne, uomini e movimenti che non vengono solo dalla sinistra sociale e politica, ma hanno alle spalle altri percorsi, altre esperienze, altri modi di partecipazione, come hanno dimostrato le grandi iniziative promosse in questi anni da Libera, dalla Tavola della Pace, dalle Acli, dall'Arci, dal Popolo Viola, dalle Agende Rosse, dalle mille forme del civismo e della partecipazione in rete e nei territori, fino ad arrivare alle donne e agli uomini che stanno lottando per il diritto ad una scuola e a una università libera e pubblica.
Non solo dunque bisognerà mettere insieme le forze politiche che ci staranno, dentro e fuori il parlamento, senza esclusioni pregiudiziali, ma bisognerà anche stimolare, cercare, chiedere a tutte le forze sociali, associative, del volontariato, di esserci, di partecipare alla stesura del progetto, di rivendicare il proprio ruolo sin dall'inizio del processo. Questa vasto mondo fatto di tante differenze, ma anche di una immensa passione civile ed etica, dovrà essere considerato la sostanza e l'essenza di questo possibile polo e non uno scomodo compagno di strada da usare nei momenti di emergenza e da scaricare nei momenti della decisone e delle scelta.
Libertà, Legalità, Solidarietà e inclusione sociale, sono le parole che unificano questi mondi e che rappresentano la ragione del loro impegno nella società e nella politica. A queste persone dovrà anche essere concesso di poter scegliere i propri candidati, a partire dai parlamentari, attraverso le primarie, attraverso un voto che leghi elettori ed eletto. Il tentativo in atto di aggirare questo voto, di evitare le primarie, di modificare le regole in corsa potrebbe avere un effetto devastante, avrebbe lo sgradevole sapore di una truffa e comporterebbe conseguenze politiche e psicologiche tali da assicurare la vittoria al piccolo Cesare e alla sua corte. Per quanto ci riguarda, e in particolare sui temi relativi al conflitto di interessi, alla libertà di espressione, alla trasparenza dei processi decisionali, apriremo anche su articolo 21 un forum, affinché tutte e tutti possano esprimersi e cominciare a partecipare ad una discussione che non potrà comunque essere confinata ad un colloquio tra i vertici delle forze politiche.
L'obiettivo è quello di arrivare, entro la fine del mese di gennaio, alla convocazione di una assemblea comune di queste realtà per definire un progetto condiviso da quanti e, non da oggi, non hanno mai smesso di contrastare i tentativi di fare a pezzi la Costituzione e l'ordinamento democratico, radicali o moderati che siano.
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