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Articolo 21 - Editoriali
Giornalista, lavoro a rischio nell'Algeria di Bouteflika. Il caso del direttore de Le Matin nella denuncia di Benseba
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di Ettore Siniscalchi

da Europa

Le autorità algerine hanno condannato a due anni di prigione Mohamed Benchiou, direttore del quotidiano Le Matin. Il giornalista è stato arrestato lo scorso 14 giugno durante un'udienza nella quale doveva rispondere di esportazione illegale di capitali. La vicenda ha accompagnato il presidente della repubblica algerina Abdelaziz Bouteflika, in visita ufficiale a Roma. Tra gli inviati algerini c'era infatti anche quello de Le Matin, Nadir Benseba, che, ospitato dalla Federazione nazionale della stampa italiana, ha voluto denunciare alle autorità e all'opinione pubblica, la drammatica limitazione della libertà di espressione da tempo in atto in Algeria. E che di repressione si tratti, nel caso di Mohamed Benchicou, non vi possono essere dubbi. Il giornalista venne fermato un anno e mezzo fa e subito rilasciato all'aeroporto di Algeri con assegni e buoni bancari in dinari algerini pari a 142 mila euro. Tempo dopo, la polizia l'accusò di esportazione illegale di capitali. L'accusa è stata contestata perché il dinaro non è una divisa, non può essere negoziata all'estero, e assegni e buoni bancari si riferivano a somme regolarmente depositate in una banca algerina, non con.gurandosi quindi alcuna esportazione illecita di capitali. A Europa, Nadir Benseba spiega i risvolti della vicenda. "Si tratta di un'azione che nasconde, e male, le vere intenzioni del potere algerino di far sparire un giornale, anzi più giornali della stampa indipendente che sono critici rispetto all'azione presidenziale ", spiega. "Non è storia d'oggi ma da anni i giornali indipendenti sono subissati di pressioni politiche. Il 18 agosto scorso il nostro e altri cinque giornali hanno subito un tentativo bloccarne la distribuzione con l'accusa di non aver pagato debiti con le stamperie di proprietà statale. Non hanno avuto successo, ma ora ci hanno chiesto una cifra enorme e non consentono ai nostri legali di veri.care come sia stata calcolata. Quel tentativo venne dopo la pubblicazione di articoli su una serie di scandali ai quali sono associati i nomi dell'entourage del presidente, consiglieri, famigliari e ministri in carica". L'arresto di Benichou è collegabile invece a un'altra vicenda. Questa carcerazione risponde a una vera cabala giuridico-poliziesca, montata da un anno e mezzo dal ministro dell'interno Yazid Zerhouni", spiega Bensera. "Le Matin aveva pubblicato la testimonianza di un uomo torturato su ordine del ministro, il secondo responsabile della sicurezza del paese, per essersi ri.utato di vendere una bottega a una sua famigliare. Da allora Zerhouni ha giurato di farla pagare al giornale e al suo direttore ". "Per essere certi che si tratta di censura", prosegue, "basta sapere che il direttore generale della Dogana, l'istituzione abilitata a constatare le infrazioni alla regolamentazione dei cambi, ha scritto una lettera al capo del governo e a quello del dipartimento di sicurezza, spiegando che Benichou non ha commesso nessun infrazione. Le autorità non ne hanno tenuto conto", conclude, "forse perché è anche l'autore del pamphlet Bute.ika, Une imposture algerienne, sequestrato in tutto il paese dalle forze di polizia, malgrado non sia stato emesso nessun provvedimento giudiziario ufficiale. Quello che posso dire è che l'Algeria ha conosciuto un triste periodo di terrorismo che sembra cessato da alcuni anni, ma ora conosce un altro terrorismo. � un vero massacro delle coscienze quello che si sta compiendo in Algeria", aggiunge, "che impedisce che il popolo sia libero, che possa esprimersi liberamente sulle questioni che lo riguardano, che sia informato da una stampa libera". Nella conferenza stampa con la Fnsi, come rappresentante del sindacato dei giornalisti algerini, Bensera ha ricordato i 250 giornalisti sotto processo, i dieci in libertà provvisoria e i due in carcere - come il suo collega Hanfnaoui Ghoul, condannato a quattro mesi per diffamazione "per aver rivelato uno scandalo in un ospedale che ha portato alle dimissioni di un alto funzionario della sanità ". Bensera ha in.ne invitato "l'Italia e i dirigenti europei a non schiacciare l'Algeria per un pozzo di petrolio, perché c'è un popolo che ha il diritto di vivere con dignità". L'Italia è il principale acquirente del gas naturale algerino e, da due anni, il secondo fornitore dopo la Francia, superati gli Stati Uniti. Bensera ha ottenuto l'attenzione della Radio Vaticana e di esponenti dell'Ulivo "che hanno assicurato che interpelleranno la commissione esteri in senato per emettere una protesta ufficiale", mentre ancora non era certo di riuscire a incontrare esponenti della maggioranza. Boute.ika si è incontrato con Carlo Azeglio Ciampi. Secondo indiscrezioni, durante il colloquio riservato di un'ora, Ciampi avrebbe riportato all'ospite la questione della libertà di stampa sollevata dalla Fnsi, ma nelle dichiarazioni ufficiali non ve n'era accenno. Ciampi ha accolto calorosamente Boute.ika, come "una personalità saggia e rispettata, un amico dell'Italia e dell'Europa ". Aggiungendo poi, "è ormai anche un mio amico personale, col quale discuto con franchezza ". Che è stato letto come un riferimento indiretto alla questione.

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