di Redazione
I giornali di oggi, 30 giugno , sono pieni di amari commenti sulla rinuncia, da parte della RAI ,a competere con Mediaset per lâ?? acquisto dei diritti "digitali terrestri" di alcune squadre del Campionato italiano di calcio e, sopratutto per la prelazione , ottenuta dalla stessa Mediaset , a partire dal 2007, per lâ??intero complesso dei diritti pay-tv di Juventus, Milan e Inter.
Ora, a parte il fatto che questa acquisizione di diritti relativi al Campionato italiano di calcio completa, per Mediaset , la già ampia posizione di dominio relativa alla Coppa dei Campioni, ci sarebbe da chiedersi di che cosa ci si meraviglia : come se davvero gli effetti della Legge Gasparri â?? una legge, non dimentichiamolo , ispirata se non scritta a Cologno Monzese â?? potessero limitarsi alla difesa del TG di Emilio Fede e non estendersi , come ora osserviamo, allâ??allargamento delle strategie berlusconiane su nuovi orizzonti territoriali e tecnologici.
Altrettanto sorprendente risulta la â??sorpresaâ? sullâ??atteggiamento della RAI in materia di diritti sportivi.E su una posizione â??passiva â?? che ,tanto in teoria quanto in pratica è stata largamente teorizzata e applicata.
Basta ricordare , in proposito , che il Piano industriale della RAI presentato dal Direttore Generale nello scorso aprile ,teorizzava già lo smantellamento di una cospicua parte delle risorse stanziate dallâ??Azienda per lâ??acquisto dei diritti sportivi ,destinati â?? a parere del DG â?? a interessare piuttosto i segmenti televisivi a pagamento ( e quindi non la RAI !).
E basta tener presente la lotta iniziata e tuttora condotta da questo Direttore Generale contro lâ??acquisto collettivo , in sede UER- Unione Europea Radiotelevisiva , dei diritti televisivi relativi ai grandi eventi sportivi ( Olimpiadi estive ed invernali, Campionati europei e mondiali di calcio ). Una strategia che motivata â??con qualche ragione- con la superficialità con cui nel recente passato furono condotte ,da parte della burocrazia UER, le trattative relative allâ??acquisto di tali diritti , ha prodotto e produrrà risultati devastanti tanto per la RAI quanto per la stessa UER. Che ,non dimentichiamolo, costituisce ,sul mercato globale della televisione, un forte presidio di difesa dei servizi pubblici europei contro la concorrenza sempre più agguerrita delle grandi imprese private.
Allo stato dei fatti , il risultato della politica RAI in sede UER , a suo tempo fortemente contrastata dalla Presidente Annunziata , è il seguente:la RAI è fuori dalla trattativa per lâ??acquisto delle Olimpiadi 2012 ed è in posizione critica e contestativa per quanto riguarda i futuri acquisti collettivi dei diritti dei Campionati europei e mondiali di Calcio. Posizione che difficilmente gli altri partners dell â?? UER potranno tollerare a lungo con pesanti conseguenze per la stessa appartenenza della RAI allâ??organismo comune e , soprattutto , per la sopravvivenza di un organismo europeo dei servizi pubblici.
Come si vede , la questione dei diritti sportivi , nasconde e coinvolge interessi ben più vasti e cruciali per la RAI, per il futuro dei servizi pubblici in Europa , per l,azienda del Presidente del Consiglio: essa riguarda questioni strategico â??politiche ma anche concreti â?? e non sempre chiariti- interessi economici e contrattuali.
Stupisce la superficialità con cui questi problemi vengono affrontati dallâ??attuale Consiglio di Amministrazione della RAI, tra lâ??altro incompleto e privo della funzione di â??garanziaâ? affidata al Presidente Annunziata.Anche perché , come noto , su questioni di natura economico- patrimoniale di propria competenza ( e non câ??è dubbio che ci si trovi qui di fronte a contratti di forte impatto strategico) , i Consiglieri di Amministrazione, assieme al Collegio Sindacale , hanno in solido un responsabilità diretta .