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Placido: “Berlusconi si strozzi da solo”
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di Pino Finocchiaro

Placido: “Berlusconi si strozzi da solo”

Berlusconi si strozzi da solo”. Ironizza Michele Placido rispondendo alla battuta di Silvio Berlusconi: “Se trovo chi ha girato nove serie della “piovra” e scritto libri sulla mafia facendoci fare brutta figura nel mondo, giuro che lo strozzo”. Michele Placido ironizza ma non ha voglia di scherzare su un tema così serio.  “La contraddizione in quello che dice Berlusconi – spiega Michele Placido parlando con Articolo 21 - sta nel fatto che proprio lui ha prodotto “Paolo Borsellino” e “Il capo dei capi”. Dovrebbe strozzare il figlio?”.

Al di là delle battute c’è una certa preoccupazione per la libertà di fare cose che non piacciono, sia per gli autori che per gli interpreti.
“Speriamo che non si arrivi a questo. Non leggiamo ogni dichiarazione come un dato di fatto… Piuttosto. C’è un’opposizione? L’opposizione spero che vigili su queste cose. In televisione o nei ministeri non passa solo quello che dice il governo. C’è l’opposizione, non solo Berlusconi. In democrazia l’opposizione c’è”.

Potremmo parlare dell’assenza di un’opposizione culturale. Del rischio che alla fine ci si abitui a questo genere di battute.
“L’opposizione culturale si forma anche dal fatto che a volte si riescono a produrre prodotti in piena libertà. Speriamo che non ci si abitui mai. Speriamo che non vengano negati quei minimi spazi di libertà. Che lo Stato stesso produca in piena libertà. Dipende dagli autori e dai politici”.

Si potrebbe chiudere tutto con una battuta. Ma è stata pronunciata giusto nel giorno in cui circolano voci su un presunto coinvolgimento di Berlusconi in un’inchiesta di mafia.
“Quello lo vedrà la magistratura. Sul presunto coinvolgimento io non posso dire nulla…”

No, ovviamente non tocca a noi alcun giudizio. Ma in un momento in cui si respira un clima di sospetto la battuta non sdrammatizza, piuttosto mette in allarme.
L’ho detto alle agenzie. Forse ha ragione lui, la mafia non esiste. E’ frutto solo di cinema e televisione. La morte di Borsellino, la morte di Falcone, gli attentati a Roma e Firenze sono soltanto dei set cinematografici. Cosa dire di più?”.

Parliamo di libertà di opinione. Articolo 21 si è occupata delle vicende legate al fondo per lo spettacolo. La mancata intesa potrebbe costituire una minaccia per produzioni di questo tipo, di impegno sociale.
“Una minaccia? Non credo. Non credo! Non credo che lui… Lo vedremo. Se avvenisse anche questo sarebbe grave. Bisognerà fare una dura battaglia. Ma finché non ci sono elementi reali…”

C’è qualche precedente bulgaro. Di qualche autorevole collega che è stato citato e si è ritrovato fuori dalla televisione. Per noi giornalisti è una preoccupazione legittima.
“Ognuno nel proprio campo deve dare una risposta. I magistrati, i giornalisti, gli autori. Per me la mafia esiste e i film sulla mafia vanno fatti”.

Insomma, dobbiamo tenere i riflettori accesi.
“Certo. In Italia un po’ di democrazia ci sta ancora. Finché si fanno film come Gomorra… quando ci toglieranno anche questo, vedremo. E’ chiaro che può disturbare ma grazie a Dio ci sono persone, c’è una società che continua a fare e lavorare in piena libertà. Non tocca a me autore di cinema asserire cose che esulano dal mio campo. Sono un cineasta. Ora tocca a voi giornalisti, all’opposizione. Si faccia viva l’opposizione, dia una risposta a Berlusconi. Non tocca a me fare dichiarazioni politiche. Risponda l’opposizione. Dia una bella risposta a Berlusconi.
“Ne parlavamo prima con altri amici cineasti. Noi lavoreremo sempre in piena coscienza e in piena libertà. Quando saremo alla frutta… vedremo”.

pinofinocchiaro@iol.it


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