di Redazione
A un mese dalla cosiddetta sospensione estiva di "Radio a colori",ne viene ora resa esecutiva nei fatti la chiusura. Non è infatti prevista in palinsesto la ripresa a settembre,ne viene smembrata la redazione in cerca di altra occupazione,si ipotizza la sostituzione del programma con un programma "analogo",tanto per tacitare in qualche modo l'accusa di sopprimere una trasmissione di servizio con anni ormai di gradimento,dati di ascolto e prestigio.Così facendo si fa danni alla Rai,privata di un fortissimo e collaudato "marchio di fabbrica",si va contro la sensibilità degli ascoltatori che a molte migliaia negli ultimi giorni si sono fatti vivi protestando e firmando appelli,si prende per i fondelli la Commissione di Vigilanza Rai che già l'anno scorso unanimemente si era espressa a favore del programma senza distinzioni tra maggioranza e opposizione.
In realtà si colpisce "Radio a colori" per colpire il suo autore e conduttore,Oliviero Beha,reo di aver sollevato il problema della trasparenza in azienda.Ormai da due mesi Beha va ripetendo ovunque riesca a farlo che nel dicembre 2003 aveva chiesto al Direttore Generale di fare chiarezza sulle denunce dell'ex Direttore del Dipartimento Sport, Paolo Francia, proprio in Commissione di Vigilanza,senza alcun esito.Lo stesso Direttore Generale che nel maggio 2004 ha fatto presentare alla Rai presso la Procura di Roma un esposto contro ignoti sulla pubblicità occulta.
E' questo il motivo della proscrizione di Beha:farlo tacere del tutto,perché altrimenti dovrebbe essere il Direttore Generale a rispondere di sei mesi di silenzio sulla delicatissima vicenda.Ecco cosa c'è dietro la chiusura "manganellata" di un programma di servizio e di successo.