di Fabrizio Noli
Il vento di rivolta che soffia sul Nord Africa rischia di ridefinire gli stessi confini imposti a suo tempo dalle potenzer coloniali, e’ il caso della Cirenaica e le sue aspettative indipendentiste rispetto al resto della Libia, visto che Gheddafi sta cercando a Bengasi e dintorni un qualcosa che sembra ricordare gli stermini di decenni che credevamo lontani. Chissa’ che tutto questo non porti, sulle sponde dell’Atlantico, all’autodeterminazione anche per il popolo saharawi. Una delle etnie piu’ dimenticate, colpevolmente, dall’Occidente. Al Social Forum di Dakar, oltre che delle rivolte egiziana e tunisina, a livello politico in effetti si e’ parlato anche dell’indipendenza, finora mancata, del Sahara Occidentale, l’ex Sahara Spagnolo, abitato proprio da questa popolazione. I sarawi dal 1975, anno del ritiro di Madrid dalla regione, combattono per la loro indipendenza contro il Marocco, che da 35 anni occupa il Sahara Occidentale.
Ma chi sono effettivamente i saharawi? Luciano Ardesi, sociologo, negli anni 70 docente di sociologia all’Universita’ di Algeri ci traccia questo profilo
“Il popolo Saharawi si e’ formato all’inizio dello scorso millennio, ed e’ frutto di una fusione tra il substrato indigeno originario, berbero, e le tribu’ provenienti dalla penisola arabica, giunte in Nord Africa. E’ una popolazione che presenta non pochi caratteri distintivi: anzitutto sul piano linguistico i saharawi parlano l’arabo piu’ “puro” della regione. E’ una lingua detta “hassania” dal nome delle tribu’ hassan, che nel dodicesimo e tredicesimo secolo arrivarono sulle coste dell’Oceano Atlantico. Una parlata che si distingue da tutte le altre parlate in Algeria e Marocco, gli stati limitrofi. In questo, ha giocato un ruolo determinante il relativo isolamento in cui questo popolo ha alungo vissuto, isolamento che ne ha rafforzato l’identita’ culturale.”
E sul piano religioso?
“Sono musulmani e sunniti, e’ vero, ma anche qua bisogna fare attenzione: l’islam rpaticato dai sarawi e’ di tipo anch’esso molto “puro”, non pero’ in senso integralista. Anche in questo caso il deserto ha giocato un ruolo determinante. I sarawi hanno una maggiore aderenza allo spirito originario del Corano, un testo in cui, si badi bene, le figure del Cristo e di Mariasono presenti in quasi tutte le sure.”
Ricapilotando: sul piano linguistico sono distinti dai vicini marocchini e algerini, e sul piano religioso sono portatori di una visione islamica piu’ aperta. Questo li caratterizza e non poco. L’indipendenza pero’ appare ancora una chimera…
“E’ vero, e questo dipende dalle resistenze marocchine. Il Marocco considera il Sahara Occidentale un suo territorio, e lo rivendica dagli anni 50. Il risultato e’ che il Sahara Occidentale e’, tuttora, l’ultima vera colonia africana. Il Marocco poi, da anni, in funzione anti-guerriglia, ha costruito un vero e proprio muro nel deserto. Quanto al futuro pero’, non sarei pessimista. Infatti la maggior parte dei sarawi vive sul territorio occupato dal Marocco, anche se non va sottovalutata la diaspora in Algeria e verso la stessa Spagna. Ma l’identita’ nazionale e’ forte, sia per motivi politici, dato che il Sahara Occidentale e’ da tempo nella lista dei paesi Da decolonizzare, con tanto di numerose risoluzioni Onu a favore dell’autodeterminazione tramite referendum, sia sul piano linguistico, che su quello religioso. Tutti elementi forti, che potrebbero giocare un ruolo determinante in un futuro neppure troppo di la’ a venire!”