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Vescovi col popolo
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di Riccardo Cristiano

Vescovi col popolo

Quando finalmente riesco a raggiungere telefonicamente monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, scopro facilmente di parlare con una persona di ferro. E’ appena sbarcato da un volo di cinque ore per raggiungere Tunisi da Algeri, alle quali bisogna aggiungere un considerevole ritardo in partenza, così è arrivato alle dieci di sera, ma non c’è un filo di stanchezza nella sua voce. Lo cercavo dal momento in cui ho appreso dalle agenzie che aveva partecipato ai lavori della Conferenza Episcopale Nordafricana, che schierandosi apertamente dalla parte dei popoli del Nord Africa ne spiega la rivota di queste settimane dicendo che chiedono diritti e cittadinanza condivisa. Un modo neanche tanto “felpato” per dire che i diritti di cittadinanza quei regimi li negano, da decenni.   “Sono stato invitato  mesi fa, quando di tutto non c’era sentore. Volevo conoscere i miei colleghi dell’altra sponda del Mediterraneo e ho visto la trepidazione, la condivisione, la partecipazione, la sofferenza con cui hanno seguito le tragiche notizie che giungevano ieri 3 febbraio dal Cairo. Quei fatti erano ben presenti a tutti vescovi, sebbene la chiesa cattolica d’Egitto non faccia parte di questa Conferenza episcopale, e i vescovi riuniti ad Algeri sentivano le ragioni di quel popolo come le loro ragioni. Mi lasci dire che forse al Cairo ci si sta opponendo alla storia aldilà di ogni possibile immaginazione. Quando succedono cose del genere è sempre doloroso considerare come l’esito, così importante e positivo al momento della felice conclusione, abbia prima richiesto un così tragico prezzo in termine di vite umane, di sangue. E qui non è possibile fare sconti a nessuno: anche la perdita di una sola vita umana è una tragedia immensa. ”

Che impressione si è fatto in questi giorni di permanenza in Algeria e Tunisia?
“Sono impressionato, colpito dal livello di consapevolezza dei giovani e delle donne, soprattutto delle donne, che hanno avuto un ruolo in questi accadimenti davvero rilevante, che noi forse in Occidente fatichiamo ad immaginare. Ho visto gli slogan che sono ancora oggi su tanti muri nordafricani, slogan che dicono che “la donna è libera e rimarrà libera”.

Qualcuno diceva che questo è l’89 della sponda sud del Mediterraneo. Credo che faremmo bene a riflettere tutti su cosa significhi questo.”

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