di La Salamandra
Tra i mille diritti da difendere c??è anche il diritto di sapere. Per questo è opportuno difendere questo diritto, anche in alcune dispute che hanno più un sapore di disquisizione politica o ??ideologico-culturale?. Un esempio. Tutti ricorderanno la legge francese sul velo islamico. Ciascuno è padrone di avere al riguardo la propria idea. Sia gli uni sia gli altri devono però sapere che uno stato laico ha proibito ??l??ostentazione dei simboli religiosi? a cristiani, ebrei e musulmani intendendo per simbolo musulmano il ??velo islamico? e intendendo soprattutto proibire quel simbolo religioso. Peccato però che tale non è. In questo modo dunque il governo francese ha curiosamente riconosciuto come valida e vincolante l??opinione dei fondamentalisti, gli unici che definiscono il velo un simbolo religioso.
Molti teologi islamici lo negano e nell??islam nessuno ha il diritto di ritenersi depositario della ??verità dottrinale?, quindi neanche una deliberazione della scuola coranica di Al Azhar sarebbe vincolante per tutti i musulmani, e non solo perché Al Azhar è sunnita e i musulmani possono essere anche sciiti, alauiti, senegalesi e così via. Un teologo siriano, ad esempio, ha recentemente sostenuto che la donna è padrona di fare il bagno in bikini, visto che in quei limiti non offende il comune senso del pudore.
Ora la professoressa Ida Magli scrive sull??edizione odierna (21 luglio 2004) de ??Il Giornale? opinioni che come tutte le altre opinioni sono rispettabili. Ma sostenendo la tesi che bisognerebbe ostacolare la diffusione dell??Islam in Europa, la professoressa Magli afferma che ?? una religione è tale soltanto perché viene assunta come ??vera?. Posso ammettere che esista una religione diversa dalla mia, ma non posso credere in due religioni.?
Premesso che esiste un diritto, il diritto all??interpretazione, e quindi non esiste ??una verità di una religione? [altrimenti come spiegare che esistano cattolici, cattolici scismatici, evangelici, protestanti, ortodossi, testimoni di Geova, mormoni e così via solo nel cristianesimo?] la professoressa Magli sa benissimo che esiste un dialogo tra cristiani, il dialogo ecumenico, un dialogo tra le religioni e un dialogo tra i tre monoteismi, cioè tra ebraismo, cristianesimo e islam, le tre religioni monoteistiche che hanno in Abramo il padre comune.
Il Corano, il libro sacro dell??Islam, dice testualmente dei non musulmani che ??non credono nei segni di Dio e nei Profeti?[3:21]. Anche qui: ognuno è padrone di leggere come gli pare, ma perché cancellare la conoscenza di questo versetto e sposare una tesi, quella dei fondamentalisti, che lo cancellano e non riconoscono il legame ??religioso? che questo versetto stabilisce con i profeti dell??ebraismo oltre che con Gesù?
La professoressa Ida Magli conclude il suo ragionamento ostile alla presenza islamica dicendo dei musulmani: ?? un popolo che si è fatto comandare dal suo Dio di non rappresentare nulla è un popolo che davvero odia l??arte più di ogni altra cosa. Rappresentare, significa capire, pensare, creare cultura. I musulmani sono fermi invece a quello che ha detto Maometto mille e cinquecento anni fa?.
La tesi esposta da Ida Magli è condivisa nel mondo islamico soltanto dai talebani, che hanno proibito anche la fotografia quale ??raffigurazione?. Per quel che è dato sapere l??Islam, come l??ebraismo, ha proibito la rappresentazione di Dio, tanto che nelle moschee e nelle sinagoghe non vi sono raffigurazioni del divino, come invece nelle nostre chiese. Ma tolti i talebani, ai quali si sono avvicinati i wahhabiti sauditi, le altre rappresentazioni non sono state proibite. Il pensiero che intende la raffigurazione come pensiero e quindi cultura è corso da Averroè, che ha salvato le opere di Aristotele, a Ibn Kaldhoun, padre lontano della sociologia islamica che con i suoi Prolegomena cercò una storiografia globale dalla quale derivava la teoria dell??andamento sinusoidale delle civiltà, a tanti altri.
Restando al campo più strettamente raffigurativo, qualsiasi turista, alla stregua della Magli, può attraversare la centralissima piazza Tahrir del Cairo, recarsi sull??altro lato del Museo Egizio, e trovare una bellissima galleria di arti raffigurative ?? dipinti e sculture ?? di artisti egiziani, e no, viventi. Essendo gestita da un??italiana il turista nostrano, come la professoressa Magli, potrà facilmente verificare che quei quadri sono prodotti anche da musulmani e acquistati anche da musulmani.
Ostacolare il diritto di sapere è da sempre il primo volere dei fondamentalisti, dai wahhabiti ancora al potere in Arabia Saudita ai deposti talebani dell??Afghanistan. Ma anche di altri fondamentalisti oscurantisti. Ad esempio di quei fondamentalisti britannici che per anni vollero negare, come spiega mirabilmente il teologo Hans Kueng, che la Grande Zimbabwe, città costruita secoli e secoli fa in granito nel cuore dell??Africa, fosse opera degli africani e non di improbabili coloni fenici, portoghesi o semiti come ci si ostinò a sostenere arrivando ad espellere dallo Zimbabwe quegli studiosi britannici che avevano appurato ??l??oscena verità?.