di redazione
Ultime battute per riuscire a bloccare il “decreto rinnovabili” ribattezzato anche “blocca solare”, appena approvato in Consiglio dei Ministri ma immediatamente messo alla berlina dalle associazioni di settore e da quelle ambientaliste. In particolare sono le prime a denunciare non solo la penalizzazione di un settore, quello del solare, che viene condannato al collasso ancor prima di nascere con la perdita di numerosi posti di lavoro ma anche i molteplici profili di incostituzionalità che sono presenti nel decreto e per i quali viene richiamata l’attenzione del Capo dello Stato.
Sono infatti diversi i punti “critici” su cui le diverse associazioni sollevano obiezioni di incostituzionalità e che vengono così riassunti in una lettera appello che in queste ore sta facendo il giro della rete con l’invito a ogni singolo cittadino a inviarla.
In particolare, si legge nel testo della missiva indirizzata al presidente della Repubblica, ad essere violati sarebbero gli artt. artt. 3 e 41 della Costituzione, l’art. 41, l’art. 76, il 117 e il 97.
La settimana scorsa era stata la stessa UE a esprimere perplessità in merito al testo appena approvato. In un comunicato ufficiale, il relatore della Direttiva UE sulle Rinnovabili al Parlamento Europeo, Claude Turmes, affermava: “Il testo della bozza svuota l'obiettivo vincolante dell'Unione Europa posto per l'Italia sulle rinnovabili (17% sui consumi finali di energia), per raggiungere il quale il peso delle rinnovabili elettriche sul totale dovrà essere, a fine decennio, intorno al 30%...”
Parere condiviso anche dalle associazioni ambientaliste. “Per il solare fotovoltaico, imprenditori e cittadini sono lasciati nella piu' totale incertezza. Solo chi ha gia' i cantieri aperti e finira' entro maggio avra' sicurezza sugli incentivi. Da giugno entrera' in vigore un nuovo sistema con tariffe piu' basse ma anche un 'limite annuale alle installazioni' che non dara' garanzie a chi vuole investire. Per eolico, biomasse e idroelettrico la situazione e' ancora piu' grave, visto che e' prevista l'introduzione di un fallimentare sistema di aste al ribasso, che in passato ha gia' dato risultati scadenti, e solo a uno sconto sul taglio retroattivo agli incentivi, passato dal 30 al 22%''. A dichiararlo Edoardo Zanchini, responsabile energia e infrastrutture di Legambiente.
Di seguito il testo della lettera appello di S.O.S Rinnovabili al Presidente della Repubblica ed alla c.a. del dott. Salvatore Sechi e del prof. Carlo Guelfi c/o l’ufficio di Presidenza con l'invito a inviarla in massa per far sentire la partecipazione della cittadinanza a questa battaglia:
A Sua Eccellenza Ill.ma Sig. Presidente della Repubblica
Oggetto: Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2009/28/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE; e più precisamente in ordine al testo pubblicato sul sito del “ Sole 24ore ” del 3/03/2011 che sarebbe stato approvato dal Consiglio dei Ministri in data 3-3-2011. MANIFESTA INCOSTITUZIONALITA’.
Il sottoscritto in relazione al provvedimento indicato in oggetto evidenzia la sussistenza di profili di manifesta incostituzionalità dello stesso con particolare riguardo agli artt. 8 e 23 o altri diversi articoli che dovessero risultare dal testo definitivo, con sotto le rubriche rispettivamente: “ requisiti e specifiche tecniche ” e “ disposizioni transitorie e abrogazioni ”.
1) In ordine agli artt. 3 e 41 della Costituzione sotto il profilo della ragionevole discriminazione tra iniziative economiche che si trovano in fasi differenti; a tal fine si considera che la differenza nelle fasi di sviluppo degli impianti dipende da fattori non controllabili ed estranei alla volontà degli operatori, tra cui i ritardi negli iter burocratici dovuti all’inefficienza dei gestori e delle pubbliche amministrazioni competenti al rilascio dei titoli abilitativi; in altri termini, non potranno usufruire di incentivi quegli operatori che hanno avuto la sfortuna di avere a che fare con le amministrazioni e le agenzie degli operatori di rete più inefficienti;
2) Per violazione dell’art. 41 della Costituzione, stante che l’introduzione del limite temporale del 31/5/2011 avrà l’effetto di stroncare tutte le ingenti iniziative economiche che non potranno adeguarsi al predetto non congruo, originale e imprevedibile termine, con palese violazione della libertà di iniziativa economica privata;
3) Per contrasto con l’art. 76 della Costituzione, atteso che il Governo, delegato con legge Comunitaria 2009 (L. 4-6-2010 n. 96) all’attuazione delle direttive comunitarie in materia di PROMOZIONE DELL’USO DELLE ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI, invece di promuoverle ha decretato nella sostanza la FINE delle stesse, contraddicendo in maniera evidente la delega ricevuta e i successivi pareri formulati dai due rami del Parlamento. In altri termini, così facendo il Governo ha esercitato illegittimamente il potere legislativo, in carenza di delega, in contrasto con le indicazioni del Parlamento e degli indirizzi generali della legge di delegazione;
4) Per violazione dell’art. 117 della Costituzione: (i) in relazione al Protocollo di Kyoto, alla direttiva n.2009/28 del 23/4/2009 e non da ultima alla raccomandazione della Commissione Europea del 31 gennaio c.a., a seguito del citato incostituzionale Decreto Legislativo, l’Italia non raggiungerà gli obiettivi di cui ai predetti atti, violando così i trattati internazionali recepiti. (ii) in ordine all’art. 16 della Direttiva n. 2009/28 la quale impone che gli Stati membri assicurino che “siano adottate appropriate misure operative relative al mercato e alla rete affinchè vi siano meno limitazioni possibili dell’elettricità prodotta dalle fonti rinnovabili ”; con l’introduzione dei limiti summenzionati lo Stato Italiano adotta un atto normativo diametralmente opposto agli obiettivi perseguiti col summenzionato articolo 16.
5) Violazione dell’art. 97 della Costituzione che fissa i principi di imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa. Infatti, con il Decreto Legislativo in questione non sono stati individuati gli strumenti e le misure più adeguati e congrui, efficienti ed efficaci al fine del perseguimento dell’interesse pubblico concreto della promozione delle energie rinnovabili. E’di tutta evidenza, invece, che il Governo ha perseguito l’obiettivo di porre fine in Italia alle energie rinnovabili.
Alla luce di quanto sopra, si chiede che Sua Eccellenza Sig. Presidente della Repubblica, nell’esercizio delle Sue prerogative e quale garante della Costituzione, voglia disporre il rinvio del superiore provvedimento per un suo riesame e una sua modifica al fine di renderlo coerente ai precetti costituzionali.