di Marcella Ciarnelli
da L'Unità
ROMA Una difesa ad oltranza dei fedelissimi Bondi e Cicchitto: «Sono bravi, non si toccano». Un nuovo duro attacco alla par condicio: «? una legge illiberale, la televisione per il governo è fondamentale». Una critica blanda alla Lega («Hanno esagerato») per l??aggressione in aula a Chiara Moroni e ai socialisti, accompagnata però dalla rivendicazione dell??amicizia con Bettino Craxi.
Si trasforma nell??ennesimo comizio la cena di saluto di Silvio Berlusconi con i senatori di Forza Italia prima delle ferie estive. Il premier è irritato per le critiche rivolte da una parte crescente del suo partito. Dice di temere strumentalizzazioni e comunque non concede nulla ai contestatori. Poi continua a dipingere un Paese che non esiste, annuncia ancora una volta che taglierà le tasse proprio nel giorno in cui il suo ministro Siniscalco è costretto ad ammettere che per gli italiani si preparano tempi durissimi.
«Credo che questa volta gli amici della Lega non solo siano caduti in un tranello, ma abbiano esagerato nei confronti di Chiara Moroni e di suo padre che ha testimoniato con la morte contro la barbara ondata di giustizialismo cavalcata dalla sinistra». Non è una sede ufficiale quella in cui Silvio Berlusconi dopo due giorni, finalmente, si decide a dire qualcosa sulla grave vicenda di sabato scorso alla Camera. Per parlare sceglie la festa con i senatori di Forza Italia prima delle ferie, convocati all??ex Hotel Bologna per il rituale arrivederci a settembre. Un??occasione lieve come, se quanto è accaduto in Parlamento fosse poco più di uno scambio un po?? acceso di opinione e non un??aggressione. Ma a guastargli la festa, a pesare come un macigno su una riunione conviviale storicamente destinata al buon mangiare, all??ottimo bere, allo scambio di doni ed alle barzellette, ci sono le parole dei leader del Nuovo Psi che si sono chiamati fuori dalla maggioranza davanti all??aggressione subita dalla giovane deputate. Insieme così non si può stare.
Ed allora il premier ha dovuto scegliere. Butto giù dalla torre la Lega che, comunque, oggi avrà il contentino di veder arrivare in aula il federalismo o Craxi e De Michelis che fanno la voce grossa? Nessun dubbio. Giù gli amici di Bossi che «hanno sbagliato» tanto più che «in Forza Italia è confluita una parte dei voti socialisti ed i socialisti hanno rappresentanti in tutti i ruoli direttivi del nostro movimento» ha aggiunto il premier rendendo omaggio all??opera di Fabrizio Cicchitto che ha fornito il suo fondamentale contributo alle righe che Berlusconi ha declamato e che dovrebbero riuscire a rammendare lo strappo. Un??occasione buona, comunque, per ricordare l??amicizia personale con Bettino Craxi che non è mai venuta meno in nessun momento». Ne tenga conto il figlio, è il messaggio, quando minaccia di lasciare la maggioranza. Ma il premier fornisce una giustificazione più nobile. «Per me l??amicizia, lo dico con orgoglio, ha un valore assoluto e quella con Craxi è un??amicizia che rivendico come mio patrimonio personale e umano nel quale nessuno ha diritto di entrare». Men che mai la Lega con le pesanti allusioni alla «Milano da bere», l??epoca in cui Berlusconi ed il leader socialista bevevano insieme anche lo champagne del banchetto di nozze del rampante imprenditore.
Ma non sono solo i socialisti con cui rivendica di avere «identità di valori» il problema di Berlusconi. Ci sono anche quelli interni al partito con quegli 82 che hanno firmato una lettera di critica agli attuali vertici di Forza Italia. «Vari punti possono anche essere condivisibili» ammette il premier ma «alla fine certe cose si prestano a strumentalizzazioni e quindi si risolvono in qualcosa di negativo». Comunque Bondi e Cicchitto possono stare tranquilli. «Sono lì e lì restano» ha detto il premier che da quando è al governo «ha la testa altrove» rispetto alla «gestione diretta del partito». Quindi il «caro Sandro (Bondi) che rappresenta in particolare l??idealità, l??onestà e la trasparenza del partito ed il caro Fabrizio» indispensabile nei rapporti con i suoi ??compagni? possono stare tranquilli. Non perderanno le poltrone. Almeno per il momento. La resa dei conti è destinata a quando non sembrerà più tale.
Ma c??è anche quel Follini che ancora una volta ha provveduto a mettere i puntini sulle ??i? ed a rivendicare di nuovo autonomia. Lui non ha voluto che si modificasse la ??par condicio?? Ebbene tenga presente che quella «legge illiberale» sarà modificata quanto prima. Anche a colpi di fiducia. «La televisione -ha spiegato ai senatori- resta il mezzo democratico più importante per comunicare i programmi e le realizzazioni del governo». Quindi io che le ho quasi tutte devo poterle gestire come mi pare.
Sui senatori, guidati dal prode ed entusiasta Schifani, sono piovute le solite dichiarazioni d??intenti: il premier ha insistito sull?? l'incompatibilità tra gli incarichi di governo e gli incarichi di partito a livello locale. Ha detto che arriverà alla fine della legislatura. Che riuscirà a fare la riforma del fisco. Che gli italiani lo voteranno ancora perché stanno benissimo nella situazione in cui il suo governo li ha precipitati . Che il nostro Paese conta molto in Europa tanto da «aver deciso la nomina di Barroso». E se le elezioni ultime sono andate come sono andate, beh, in fondo il risultato è stato migliore di quelli di molti altri leader europei: «Abbiamo tenuto».
Prima dei senatori di Forza Italia, il premier ha incontrato brevemente il presidente Pera. «Buone vacanze anche a te» con la consapevolezza che se a Montecitorio ci fosse uno come il «caro Marcello» le cose filerebbero senza tante perdite di tempo.