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Articolo 21 - Editoriali
Droga, il ministero An dell’internamento
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di Anna Tarquini

da L'Unità

Pronte le linee del nuovo dicastero: ricovero coatto dei tossicodipendenti, carcere per chi fuma lo spinello
Nei piani di Fini & Co. il trattamento sanitario obbligatorio, l’arresto per chi fuma spinelli e niente metadone

ROMA Trattamento sanitario obbligatorio per i tossicodipendenti, divieto dell’uso del metadone nei Sert, stop alla terapia della «riduzione del danno», carcere per chi fuma lo spinello. ? solo un assaggio di quanto ci aspetta a settembre con la politica della droga nelle mani di tre colonnelli di An: il sottosegretario Mantovano, il direttore del Dipartimento Carlesi e il chirurgo Andrea Fantoma. Il ministero An: «Ti droghi? E io ti faccio internare». Non c’è nulla di casuale nella scelta delle persone che andrebbero a dirigere il ministero della Droga che ieri ha avuto anche il beneplacito del responsabile delle Riforme Roberto Calderoli: «Il tossicodipendente è un malato che deve essere obbligato a curarsi». I tre hanno un curriculum di tutto rispetto sulla materia e se ne occupano da diversi decenni. ? cosa nota anche il loro pensiero: Mantovano è l’anima della svolta proibizionista di Alleanza Nazionale, Nicola Carlesi si è presentato alle elezioni per il collegio di Vasto con un programma che prevedeva l’istituzione di una commissione d’inchiesta sull’«uso facile» del metadone nelle strutture pubbliche e il ricovero coatto dei tossicodipendenti; Andrea Fantoma fin dagli albori, da quando era dirigente nazionale del Fuan, propagandava la chiusura dei Sert, definiti «Centri per lo spaccio di stupefacenti».
Il blitz preparato da mesi in sordina è slittato a settembre quando anche la legge Fini andrà in calendario alle Camere. Il primo passo è stato costituire con decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri, il 10 aprile scorso, il Dipartimento per la lotta alle droghe. Il secondo, affidarne il coordinamento ai fedelissimi: l’ex deputato Carlesi che a sua volta ha scelto come stretto collaboratore il direttore dell’Osservatorio sulle droghe Fantoma. Loro due insieme agli amici della comunità di San Patrignano stanno scrivendo in questi giorni la bozza attuativa che prevede tra l’altro l’avocazione al dipartimento di tutte le deleghe (divise ora tra sei ministeri). Il terzo passo sarà la creazione del ministero con a capo Mantovano. Smentite non ne sono arrivate. Ma è la quarta mossa quella che preoccupa di più, il programma. Non ci vuole «Occhio di lince» per intuire cosa i colonnelli di An stanno preparando. Basta dare una scorsa ai programmi elettorali, ai comizi politici dei tre per capire che al primo posto, oltre al carcere per chi fuma lo spinello, c’è anche il ricovero coatto del tossicodipendente e la stretta sui Sert. Ma se non fosse bastato, ieri la conferma è arrivata da due ministri del governo: quello delle Riforme Calderoli che ha caldeggiato il Tso (trattamento sanitario obbligatorio) anche per chi usa droghe leggere; quello delle Comunicazioni Gasparri che si è lamentato dell’esistenza «di troppe comunità che si occupano della tossicodipendenza in maniera virtuale». Gli amici sono avvertiti, anzi con il governo stanno scrivendo le nuove regole, i nemici anche. E non è una partita da poco se si pensa che saranno stanziati 31 milioni di euro in progetti di recupero. Anche i responsabili del Cnca (Coordinamento nazionale comunità di accoglienza) che per primo ha denunciato il progetto del governo e che raccoglie una buona fetta delle comunità di assistenza si sente minacciato. Con il fondo del 2002 dal Welfare ha avuto finanziati due progetti, «Sostanze senza dimora» e «Maternità in-dipendente», ma domani cosa potrà accadere?
Chi sono i tre zar della droga, come la pensano e cosa intendono fare?
Alfredo Mantovano Solo in apparenza più mite di Fini sul proibizionismo, Mantovano è la vera anima della legge sulla droga. ? l’uomo che si è lanciato nella crociata contro i cantanti «falsi profeti dello spinello facile». ? lui che ha chiesto l’abolizione della «modica quantità» e che presentò un disegno di legge (che poi sarà la proposta del Polo) prevedendo per i ragazzi sorpresi a fumare il divieto di rientrare a casa dopo le 21, quello di frequentare discoteche e il sequestro del motorino. ? per l’eliminazione di ogni distinzione tra droghe leggere e pesanti e lo ha detto portando il suo programma alla quinta Conferenza mondiale contro la droga. Mantovano è cattolicissimo, anzi è un Lefebvriano. Milita in Alleanza Cattolica, un’associazione nata a Piacenza e fondata da Giovanni Cantoni, grande estimatore di Franco Freda. Nella stessa associazione c’è anche Agostino Sanfilippo che milita in Forza Nuova, ma soprattutto l’avvocato Mauro Ronco, citato persino nel progetto di legge sugli stupefacenti del sottosegretario di An. Oggi Ronco difende Carlo Maria Maggi nel processo per la strage di piazza Fontana.
Nicola Carlesi ? nato a Pisa il 15 luglio 1950, coniugato, quattro figli, laureato nel ‘76 in Medicina e Chirurgia, specializzato in Psichiatria. Della lotta al permessivismo ha fatto il suo cavallo di battaglia, con An. Prima presentandosi nei comizi a fianco di Gasparri, poi da solo quando divenne deputato della destra. Scrive articoli come «Rivedere l’aborto e i valori della vita», chiaramente per l’abrogazione della 194; nel ‘99, da vice coordinatore del dipartimento Sanità e da medico, insieme a Gramazio presentò la proposta di legge per abrogare il decreto Bindi, quello che poneva la parola fine al egemonia dei «baroni» usi a dirottare pazienti nelle cliniche private. Il suo exploit politico quando, insieme a Gasparri, è l’apertura di un’indagine conoscitiva sull’uso del metadone. ? primo firmatario insieme a Fini della proposta di legge numero 6529 che propone il divieto di utilizzare terapie con metadone al di fuori delle condizioni di degenza ospedaliera e il trattamento sanitario obbligatorio per i tossicodipendenti disposto con provvedimento urgente dal sindaco. Carlesi è noto per la sua posizione estremamente critica nei confronti dei trattamenti farmacologici sostitutivi e in generale delle strategie di «riduzione del danno». Nell’aprile scorso è nominato da Fini a capo del Dipartimento contro le droghe. In due interviste, chiarisce la sua posizione sulla prevenzione: i primi passi dopo il mandato? «Un piano nazionale prima di tutto, poi il supporto all’iter della legge Fini».
Andrea Fantoma Scelto da Carlesi, anche lui di An. Medico, da tempo si occupa del problema tossicodipendenze anche per il partito. Nel ‘90 era dirigente nazionale del Fuan. «Chiediamo al governo che siano aboliti i Sert - è la linea a un convegno del Fronte della Gioventù nel ‘94 - devono essere trasformati da centri per lo spaccio a centri di assistenza e avvio alle comunità». ? nel 2003 che, insieme ad altri operatori, presenta un suo progetto triennale finanziato da Storace che si chiama «Nuove droghe». Fantoma vuole informare i giovani sul male degli stupefacenti e formare professori. Il corso è aperto solo a cubiste, disc jockey e barman.

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