Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - ECONOMIA
Lavoro, un errore favorire una fascia sociale in difficoltà, aggravando i problemi di un’altra
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Adriano Donaggio

Lavoro, un errore favorire una fascia sociale in difficoltà, aggravando i problemi di un’altra

Una sera, a cena, Marchall Mcluhan, grande padre della scienza delle comunicazione, mi disse: “guarda che il 50/60% di quello che si dice e si scrive è pollution, inquinamento”. Chissà! forse oggi alzerebbe quella percentuale. La cosa riguarda la politica (lo vediamo quotidianamente), riguarda molte discipline storicamente accreditate. Per esempio gli economisti hanno scritto e detto molto sulla materia oggetto del loro studio ma non hanno saputo prevedere la crisi economica che stiamo attraversando, né sembrano avere ricette certe per risolverla. Continuano a parlare e a scrivere. Con alterna fortuna e accuratezza di analisi.
E’ rimasto famoso il commento di un autorevole professore universitario, editorialista di rilievo del maggiore quotidiano italiano, che citò come esemplare, salutare, benefico ed esempio  da seguire, imitare, il comportamento del governo americano che lasciò fallire la  Lehaman Brothers. La cosa fu poi considerata unanimemente un grave errore che produsse molti più costi di quanti non ne avrebbe comportato il salvataggio. L’ errore fu così clamoroso che l’ autorevole studioso fu costretto a scusarsene pubblicamente. Non poteva prendere la parola che glielo ricordavano.
Sul grave problema della disoccupazione giovanile, vero e proprio cancro della nostra società, intervengono ora sul Corriere della sera, con ricchezza di dati e accuratezza di analisi, Alberto Alesina e Francesco Giavazzi. E’ molto precisa la loro affermazione quando osservano: “si è creato un equilibrio per cui i genitori si occupano del benessere dei figli  attraverso la famiglia. Mentre come società adottiamo politiche che rendono difficile ai giovani rendersi economicamente indipendenti. La famiglia è diventata il meccanismo di protezione dei giovani. Il lavoro sicuro (prima) e la pensione (dopo) del padre assicurano un minimo di supporto per figli precari. La loro sopravvivenza è assicurata, la crescita, il dinamismo ed il futuro dei giovani no.”
Sembrano sottovalutare i due autorevoli studiosi che anche questo meccanismo sta per scoppiare. L’ aumento del costo della vita (quello reale, non quello che ci consegna sulla carta l’ Istat), la progressiva erosione dei risparmi famigliari, rende sempre meno efficace e vicina al punto di rottura questa forma di protezione. Peraltro il calcolo delle pensioni con il metodo contributivo ha abbassato a tal punto il valore di questo sostegno che, a quanto mi riferisce un’ esperta della Cisl, l’ INPS ha tolto dal suo sito il calcolo della pensione con il metodo contributivo per paura che, fatti i calcoli, gli interessati si rifiutino di pagare i contributi previsti. E’ molto quello che pagano, poco, pochissimo quello che riceveranno.
Cosa consigliano i nostri autori? a) “bisognerà riformare radicalmente il mercato del lavoro abolendo la separazione tra contratti a tempo determinato e indeterminato”, b) “rimodulare le aliquote delle imposte sul reddito in funzione dell’ età, abbassando le tasse dei più giovani.”
Sul primo punto, Poche ore prima, su Repubblica, il premio Nobel dell’ economia Joseph Stiglitz, aveva scritto: “La crisi ha messo alla prova alcuni assiomi che imputano la responsabilità della disoccupazione alla rigidità del mercato del lavoro, perché i paesi con salari più flessibili come gli Usa se la sono passata peggio rispetto alle economie dell’ Europa settentrionale.”
Sul secondo punto sembrano ignorare che noi ci troviamo con persone che a 50/55 anni si trovano senza lavoro e senza protezioni sociali. Il mercato del lavoro va considerato globalmente. E’ un errore favorire una fascia sociale in difficoltà, aggravando i problemi di un’ altra fascia sociale egualmente in difficoltà. Se il lenzuolo è corto non si risolve il problema spostando il lenzuolo, bisogna allargarlo. Il problema della disoccupazione giovanile va affrontato con decisione, coraggio, forza, senza danneggiare altre fasce sociali deboli.
Va anche detto chiaramente che è un errore continuare con una politica di bassi salari. Il figlio di un mio amico, Ingegnere in telecomunicazioni, guadagna più o meno 1400 euro al mese, ci mette un’ ora per raggiungere il posto di lavoro e un’ altra ora per tornare indietro. Avrà voglia di avere una famiglia con molti figli? Ha contratti rinnovati di volta in volta di 5/6 mesi, non riesco a vedere quali prospettive di carriera possa avere. Una giovane ricercatrice, vincitrice di regolare concorso, con alle spalle numerose pubblicazioni guadagna, sui 1400 euro mensili. Vive in una città dove non si trova un appartamentino in affitto per meno di 900 euro al mese. Visto che ha una figlia, deve anche mantenerla. Certo le tasse devono essere ridotte. Ma va ha anche aperto  un discorso su una politica di bassi salari che ha caratterizzato il nostro paese, collocandolo in Europa ai gradini più bassi. Tutto questo, che viene dato per naturale,  non ha favorito lo sviluppo economico, non ha incoraggiato lo spirito d’ impresa, l’ efficienza della Pubblica amministrazione, semmai l’ ha resa più pigra.
Si dice: la globalizzazione, il costo del lavoro, la delocalizzazione. Raramente si parla della pochezza di molti imprenditori, della stessa pubblica amministrazione, specie quando vive di clientelismo. Bill Gates e Steve Job hanno fatto affari e creato posti di lavoro delocalizzando mentalmente un oggetto già in uso, il cervello elettronico, ripensandolo, riproponendolo in modo del tutto nuovo, cambiando il mondo dell’ informatica, rendendo popolare il suo uso, rendendolo accessibile a usi prima non considerati e mai prima presi in considerazione. Apple ha fatto un sacco di soldi non perché abbia delocalizzato la fabbrica dei CD, ma perché ha operato una delocalizzazione mentale, ha cambiato il modo di distribuire, vendere, utilizzare musica.
Riaffermato che la tassazione che colpisce i redditi fissi è una vergogna, che quando ci parlano di evasione scoperta vorremmo sapere se stiamo parlando di evasione denunciata a scopi statistici, o dell’ evasione riscontrata a contenzioso concluso (percentualmente sempre di gran lunga inferiore al dichiarato nelle conferenze stampa in base a denunce che poi non reggono quando giungono al contradditorio), resta il problema del ruolo che svolgono gli imprenditori. Comodo scaricare tutto sul costo del lavoro (ancora!!!). Poche settimane fa la televisione italiana ha presentato delle interviste di imprenditori che hanno delocalizzato andando a produrre in Svizzera dove il costo del lavoro è certamente più alto che da noi, ma dove ricevono servizi ed efficienza da noi ignorati.
Ismael Ivo, Direttore della Biennale Danza, ha detto recentemente: “Oggi viviamo in un periodo di cambiamenti radicali. L’ esistenza può dipendere da un gioco di luci”. Con che luci giocano i nostri economisti? Ancora, sempre e solo con il proiettore puntato sul costo del lavoro? Se provassero ad allargare il campo.


Letto 7764 volte
Dalla rete di Articolo 21