Articolo 21 - ESTERI
Somalia, terremoto nei vertici istituzionali. Manifestazioni e scontri a Mogadiscio
di redazione
La Somalia sembra destinata ad un'infinita instabilità. Nella capitale Mogadiscio ci sono state manifestazioni e scontri quando si è diffusa la notizia del rinvio delle elezioni e l'estenzione all'agosto del 2012 dei poteri del Parlamento e del Capo dello Stato, e delle dimissioni imposte al primo ministro del governo di transizione, Mohamed Abdullahi Mohamed, entro 30 giorni. I due principali artefici di questa decisione sono stati il presidente Sheikh Sharif Ahmed e il presidente del Parlamento Sharif Hassan Sheikh Aden. Tutto è avvenuto a Kampala (in Uganda) davanti al presidente Yoweri Museveni (che a Mogadiscio ha inviato 5.000 uomini del contingente delle Nazioni Unite) e all'inviato dell'Onu in Somalia, Augustine Mahiga, da più parti considerato persona opaca, o per lo meno incapace finora di promuovere l'unità del paese, martoriato da 20 anni di guerra civile.
"Abbiamo concordato di rinviare le elezioni del presidente e del presidente del Parlamento, così come dei loro vice, di dodici mesi, dopo agosto" si legge nel testo dell'accordo firmato dai due leader, che di fatto hanno estromesso l'attuale primo ministro del governo di transizione, un laico che per anni ha vissuto negli Stati Uniti.
"Il popolo somalo è stanco - ha dichiarato Shukri Said, portavoce dell'Associazione Migrare 1- e di essere strumentalizzato dai poteri locali e dalle interferenze internazionali. Vogliamo uscire dal vicolo cieco e ricostruirci - ha aggiunto
Shukri Said - e riteniamo Mohamed Abdullahi Mohamed una persona onesta costretto a subire, ancora una volta la prepotenza di certi poteri che si mettono di traverso. E facciamo appello all'Italia - ha concluso Said - che più volte ha sostenuto il governo somalo, ma adesso è arrivata l'ora che lo faccia davvero: dopo 20 anni di malaffare e violenze è arrivato il momento di dire basta. Questa è un'occasione unica per uscire dal vicolo cieco nel quale si è cacciato il mio Paese"
"Abbiamo concordato di rinviare le elezioni del presidente e del presidente del Parlamento, così come dei loro vice, di dodici mesi, dopo agosto" si legge nel testo dell'accordo firmato dai due leader, che di fatto hanno estromesso l'attuale primo ministro del governo di transizione, un laico che per anni ha vissuto negli Stati Uniti.
"Il popolo somalo è stanco - ha dichiarato Shukri Said, portavoce dell'Associazione Migrare 1- e di essere strumentalizzato dai poteri locali e dalle interferenze internazionali. Vogliamo uscire dal vicolo cieco e ricostruirci - ha aggiunto
Shukri Said - e riteniamo Mohamed Abdullahi Mohamed una persona onesta costretto a subire, ancora una volta la prepotenza di certi poteri che si mettono di traverso. E facciamo appello all'Italia - ha concluso Said - che più volte ha sostenuto il governo somalo, ma adesso è arrivata l'ora che lo faccia davvero: dopo 20 anni di malaffare e violenze è arrivato il momento di dire basta. Questa è un'occasione unica per uscire dal vicolo cieco nel quale si è cacciato il mio Paese"
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