di Leonardo Sacchetti*
Centocinquanta ore di registrazioni video in mesi di lavoro giornalistico in Iraq. In alcuni di questi nastri le immagini che ritraggono quel mezzo incenerito («? un??ambulanza», gridava l??uomo al centro dell??immagine). Forse sono proprio le scene, i volti e i nomi che emergono da quei filmati ad aver portato il giornalista franco-americano, Micah Garen, e il suo interprete, Amir Doshe, tra le braccia dei loro rapitori. Un??ipotesi inquietante che avanzano alcune persone contattate via Internet da Garen poco prima del sequestro.
Certamente Garen nei giorni che precedettero la sua sparizione era inquieto e mise le sue preoccupazioni nero su bianco in due e-mail - pubblicate oggi da l??Unità - in cui accennava al «materiale scottante» di cui era in possesso. Tra quelle immagini, c??era anche il mezzo incenerito che per Garen era un??ambulanza, colpita dai militari italiani. «Era un??autobomba», è sempre stata la risposta dei responsabili di «Antica Babilonia».
Dei due uomini, ancora, non v??è traccia: spariti nel nulla di un Paese in guerra dove, oltre alle violenze quotidiane, delle bombe e degli spari, i più forti regnano incontrastati. Tra i più forti, ci potrebbero essere anche i tombaroli di Nassiriya. Alcuni di loro sono già stati arrestati dai carabinieri. Quella dei trafficanti di opere d??arte è una delle piste su cui si starebbe indagando. La sparizione di Garen (36 anni) e del suo interprete potrebbe insomma essere legata proprio al mercato nero di oggetti archeologici su cui Garen aveva realizzato dei documentari per conto della «Four Corners Media». L??ipotesi è che possa avere dato fastidio a qualche protagonista del contrabbando archelogico. Un??ipotesi però che alcune fonti bene informate, nella stessa Nassiriya, scartano decisamente.
Centocinquanta ore di nastro. Reporter senza Frontiere ha raccolto l??appello della compagna di Garen, Marie-Hélène Carleton: «Chiedo ai sequestratori di lasciar libero Micah. Ha solo fatto il suo lavoro di giornalista, indipendentemente dallo sviluppo della situazione sul terreno. Stava lavorando per la salvaguardia del patrimonio archeologico iracheno». L??appello della compagna di Garen si lega agli altri lanciati anche dal Comitato internazionale di protezione dei giornalisti (Cpj) di New York e dall??Fnsi (il sindacato dei giornalisti italiani).
Poco prima di sparire, Garen ha scritto queste due mail (mercoledì 11 agosto, ore 14,28 e 15,55) a Cpj e ad alcuni colleghi francesi. Si sentiva nei guai, soprattutto per quel video che accusava i militari italiani di aver colpito un??ambulanza. «Vogliono i filmati», ripete Micah nei due messaggi. I filmati. «Sono riuscito a trovare l??autista di quell??ambulanza - si legge nella prima e-mail di Garen - e altri cinque testimoni».
Secondo il giornalista rapito, i militari di «Antica Babilonia» avrebbero fatto pressioni per avere quei nastri e per due volte lo hanno insistentemente interrogato. Per molte ore. Stessa sorte tocca al suo interprete, interrogato per un??ora dai militari italiani. Dopo questi fatti, Garen decide di lasciare Camp Mittica, perdendo la protezione dei militari e, prima di andarsene, consegna all??inviato della Rai a Nassiriya «un cd con le interviste» ai militari. Ma non altri video in cui, secondo indiscrezioni, ci sarebbe la riprova che gli italiani hanno effettivamente colpito un mezzo di soccorso, con una donna incinta a bordo. «L??hanno rapito gli italiani?», si chiede Greg Carr dell??Università di Harvard, uno degli amici di Micah a cui è arrivata la prima delle 2 e-mail inviate dal giornalista l??11 agosto. Un??ipotesi davvero inquietante di cui lo stesso Carr si assume evidentemente la responsabilità.
Ancora: secondo quanto scritto dal giornalista sparito, «il Ministero (italiano) della Difesa chiamò la Rai in Italia per ringraziare di avere portato la questione alla propria attenzione (trasmettendo le immagini avute da Garen), ma in sostanza imposero il silenzio». La Difesa ha già smentito tale versione dei fatti. Resta da capire anche il perché di un buco nero tra giovedì 12 e lunedì 16, giorno in cui è stata resa nota la notizia del rapimento di Garen. Sì, perché Garen stava collaborando con il New York Times e con un suo giornalista. E proprio il Nyt ha dato la notizia del duplice rapimento solo ieri. Che è successo in quei 4 giorni?
Al centro della vicenda c??è parte di quelle 150 ore di nastro. «Sono riuscito ad andarmene (da Camp Mittica) con tutti i miei nastri», afferma Garen nella sua seconda mail, come a far intendere che il «materiale scottante» è ancora nelle sue mani.
*da "l'Unità"