di Giorgio Santelli
Chi fa il giornalista e si prepara ad una giornata di lavoro per montare di turno il pomeriggio, la mattina legge i giornali e dà una scorsa alle agenzie. Per arrivare pronto in redazione. D’estate succede un po’ meno. Tranne quest’estate. L’estate della crisi, della politica che non si ferma all’affannosa ricerca di una risposta da dare ai mercati finanziari e al Paese. Così scorrendo le agenzie, leggo dell’intervista dell’europarlamentare leghista Speroni a Klauscondicio su Youtube. “Siamo favorevoli a tassare le prostitute ma prima di farlo dobbiamo disciplinare il fenomeno. Una volta che l'attività è disciplinata, siccome su tutte le prestazioni che portano un utile si pagano le imposte, anche le prostitute dovrebbero essere tassate e questo costituirebbe un reddito per lo stato”.
La prima cosa che mi viene in mente è un titolo.
Occhiello - “Le ricette per uscire dalla crisi”
Titolo - “Speroni: ‘mettiamo una tassa sulle mignotte e facciamo pagare loro le tasse”.
Catenaccio - “Panico a Palazzo. Gabinetto di crisi convocato d'urgenza!”
Poi però rifletto e penso che il panico non ci sarebbe. Perché almeno uno che si intrattiene con chi esercita l’antico mestiere paga sulla base di una ricevuta, evitando di dover dare risposte diverse, come brigare per provare a candidarne qualcuna, oppure acquistare interi condomini all’Olgettina, o ancora regalare macchine e altre prebende, spacciarle per nipotine di Mubarak. Sarà tutto semplice e legale.
Uno ordina dal catalogo, chiama, riceve, esercita e poi alla fine il lavoratore o la lavoratrice del sesso a pagamento emettono fattura o scontrino fiscale e lui apre il portafoglio e paga. In contati, con bancomat o carta di credito. In momenti di crisi, magari, chiede anche di poter pagare a trenta giorni, fine mese, data fattura. O si fa un abbonamento a scalare, risparmiando sulla quantità. Lavoratori o lavoratrici del sesso a fine anno predispongono il bilancio e pagano le tasse. Chi ha comprato è contento perchè contribuisce pienamente all’aumento dei consumi. Chi lavora è in regola e si sente di aver fatto del bene al Paese e agli italiani, dal più importante all'ultimo dei precari. Certo, il primo che è cliente sarà contento due volte.
Ma non basta. E dopo aver detto la prima stronzata, Speroni insiste. “Che non si dica che lo Stato si mette a fare il mignottone solo per incassare i soldi - precisa l’europarlamentare - non è che lo facciamo per sanare il bilancio dello Stato, è ben altra motivazione, è appunto un’opportunità che abbiamo per disciplinare e regolarizzare prestazioni che comunque comportano un gettito fiscale. Si pensava - continua Speroni - che se una prostituta, una donna, un uomo o un trans gender, vuole esercitare la sua professione può benissimo farlo, si tratta di un’attività autonoma che può fare una persona di qualunque sesso essa sia”.
Se è per questo, proseguendo nella follia, aumenta anche l’occupazione, si tolgono sacche di lavoro sommerso e nero. Da Europarlamentare può proporre finanziamenti europei per la nascita di imprese giovanili del settore con finanziamenti in conto interesse per l’inizio dell’attività d’impresa. Se il settore tira si possono pensare anche corsi specifici di formazione alla prostituzione, corsi di laurea, master di perfezionamento, e la prostituzione potrà essere vista da tutti come nuova opportunità professionale.
E poi… vogliamo parlare del rilievo economico che tale operazione potrebbe avere per i Comuni? Addizionali sul lavoratore e, perché no, addizionali sul cliente. Una vera e propria tassazione in stile federalista. Magari possono nascere Società per azioni legate all’industria del sesso a pagamento. C'è da giurare che nel giro di poco tempo potrebbero essere anche quotate in Borsa. E si sa che il titolo tirerebbe parecchio. Anzi, da Speroni mi aspetto anche una proposta di legge per quotare in Borsa, alla ricerca di stabilità e crescita, solo due tipologie di aziende: Spa o multinazionali del sesso a pagamento e di cassamortari. Due prodotti che non vanno mai in crisi, beni reali e non volatili. Insomma, cose serie!! Beni reali da paniere.
Da uno come Speroni mi aspetto proprio questa ricetta. Poi, ovviamente, la riconversione delle principali aziende del Paese.