di Bruna Iacopino
“La via della convivenza è quella da seguire...” Questo il messaggio lanciato dal Comitato di presidenza Caritas Migrantes in occasione della presentazione del XXI Dossier statistico sull'immigrazione 2011. 500 pagine per 50 capitoli atti a scandagliare un fenomeno che ha assunto, come sottolineato dallo stesso rapporto, un valore sempre più pregnante per il nostro paese. Stando alle stime pubblicate all'interno, la popolazione immigrata tocca quasi i cinque milioni di abitanti, per fare un parallelo, come se una città grande come Roma fosse interamente abitata da “loro”. 5 milioni la cui presenza può essere ulteriormente declinata nei diversi contesti: sono quasi un milione i minori figli di stranieri (a cui bisogna aggiungere 5.806 minori non accompagnati), di questi gli iscritti a scuola rappresentano il 7,9% della popolazione studentesca, il 42,2% di loro è nato in Italia, mentre la seconda generazione può ormai contare stabilmente su oltre 600.000 unità; il lavoratori immigrati rappresentano invece in totale circa il 10% della forza lavoro e con il contributo di oltre 7 miliardi versati allo stato sostengono insieme ai lavoratori italiani il sistema pensionistico del nostro paese che altrimenti non sarebbe in grado di reggere.
Eppure sono loro le prime vittime di questa crisi, vittime del meccanismo che lega il permesso di soggiorno a un contratto di lavoro sempre più difficile da ottenere. Le stime dello scorso anno parlano chiaro: sono stati 684.413 i permessi di soggiorno scaduti e non rinnovati che hanno costretto gli interessati al rimpatrio o, con maggiore incidenza, al lavoro nero e quindi all'irregolarità.
Eppure, la fotografia scattata dal Dossier anche quest'anno mette di fronte ad un'evidenza non più eludibile: il futuro dell'Italia è multietnico e questo è già vero per molte regioni come L'Emilia Romagna o l'Umbria dove la popolazione straniera rappresenta il 10% del totale... di fronte a ciò, ribadiscono i curatori del rapporto, continuare ad affrontare la questione in termini meramente emergenziali appare la strada peggiore da seguire.
Ecco perchè, in fase di presentazione, tutti i relatori hanno tenuto a sottolineare la necessità di politiche inclusive che vadano nel senso dell'integrazione e delle pari opportunità per italiani e stranieri, futuri cittadini: una chiara ammonizione a chi ancora continua, in maniera anacronistica, a invocare norme restrittive e “tolleranza zero”.
Le Migrazioni sono un segno dei tempi, sostengono Caritas e Fondazione Migrantes e come tali rappresentano un'opportunità “ che la storia ci mette a disposizione per prepararci al futuro e superare la crisi insieme”.
http://www.dossierimmigrazione.it/index.php