di redazione
Un fiume in piena che porta a galla le violazioni perpetrate dal Governo italiano in materia di diritti umani e di immigrazione. Non si può definire altrimenti l'intervento dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani Navi Pillay che ha manifestato tutta la sua preoccupazione per lo "stato di diritto" in Italia, prima in una lezione all'Università Lateranense e poi in audizione al Senato.
"Ritengo che gli ufficiali pubblici debbano astenersi dal fare commenti di disprezzo nei confronti della magistratura, perché ciò dà la sensazione che essa non sia indipendente" ha affermato candidamente riferendosi agli attacchi mossi a più riprese dal presidente del Consiglio nei confronti dei magistrati.
La Pillay ha però concentato la sua attenzione sulle questioni dei diritti umani e dell'immigrazione. Il commissario Onu ha messo in guardia dal rischio che la
lotta al terrorismo possa comportare "discriminazioni su base religiosa nei confronti delle minoranze presenti nei vari Paesi del mondo".
L'Alto Commissario non ha esitato a dirsi turbata per alcune norme del "pacchetto sicurezza" adottato in Italia, in particolare ha sottolineato come i diritti umani "ne risentano quando vengono impiegati i militari a pattugliare le città o si istituiscono le ronde". L'esponente delle Nazioni Unite ha anche criticato la legge che rende lo status di clandestinità un'aggravante per chi commetta un crimine comune.
La Pillay ha invitato caldamente i politici ad assicurarsi che i migranti non siano discriminati, denigrati e attaccati.
L'Alto Commissario per i diritti umani ha parlato anche degli ultimi episodi di violenza registrati a Rosarno invitando le autorità italiane ad assicurare "urgentemente alla giustizia" i responsa
bili di tali violenze e ad assumere tutte le misure necessarie per "evitare che questi incidenti si ripetano".