Articolo 21 - INTERNI
Verona: finisce sotto sequestro il residence che voleva i profughi
di redazione
Doveva essere destinato ai disperati arrivati dopo l'ondata delle primavere arabe a Lampedusa, invece è finito nel mirino della battaglia anti-prostituzione condotta dal sindaco leghista Flavio Tosi. Si tratta di dieci mini appartamenti facenti parte di un complesso residenziale cittadino a Verona, posti sotto sequestro giudiziario in un'operazione di contrasto alla prostituzione. A ricostruire però la vicenda, molto più complessa di quanto possa apparire a primo acchito, ci pensa oggi dal suo blog su Il Sole 24ore, Le Correnti, il giornalista veneziano Jacopo Giliberto nel post dal titolo: “ A Verona la vendetta di Tosi contro il residence dei "negri"?”
D'obbligo il punto di domanda, ma d'obbligo, d'altronde, anche il retroscena ( ripescato da Giliberto), che tocca invece al deputato PD Andrea Sarubbi, che, a sua volta, in un post pubblicato mesi fa, il 26 marzo scorso per l'esattezza narrava con dovizia di particolari della lunga trafila affrontata dal titolare di un residence veronese ( lo stesso posto oggi sotto sequestro) per riuscire ad offrire ospitalità a circa duecento profughi e immigrati sbarcati a Lampedusa nella fase di piena emergenza. Ebbene, racconta Sarubbi, nonostante le numerose telefonate e fax spediti da parte del l'imprenditore veronese pronto a mettere a disposizione ben 96 camere, la risposta da parte del Ministero dell'Interno prima e della Regione in un momento successivo non era mai arrivata e a poco erano servite anche le numerose telefonate ( a Prefetture, Viminale...) effettuate dallo stesso deputato che in qualche modo aveva deciso di fare da mediatore per l'intera vicenda. Un nulla di fatto salvo sentirsi rispondere, scrive Sarubbi, dal Viminale: “ ...che c’è uno scoglio da superare, prima di tutti gli altri: ogni Regione deve infatti indicare il numero di profughi che è in grado di accogliere; solo a quel punto – ma non ho capito bene se si tratti di ore, di giorni o di settimane – i richiedenti asilo verranno smistati, mentre tutti gli altri (ossia i probabili irregolari) finiranno a Mineo o nel centro che si sta aprendo a Manduria...”
Insomma quei posti letto potevano anche rimanere vuoti, anche perchè come dichiarava il Governatore Zaia il 25 marzo di quest'anno: “ In Veneto non ci sono posti per i clandestini... I profughi? Oggi non ce ne sono”. In Veneto no ci sono posti disponibili, continuava il Governatore, ne adesso ne domani , e il riferimento però era soltanto all'ipotesi delle ex-caserme dismesse, nessun accenno ad altre soluzioni salvo precisare che comunque erano state escluse “...dalle ipotesi tutte quelle strutture vicine ai centri abitati...”.
Morale della favola: i posti letto sono rimasti vuoti, lo sono rimasti a marzo e in maniera ancora più pesante lo rimarranno adesso... con buona pace del Governatore del sindaco di Verona.
D'obbligo il punto di domanda, ma d'obbligo, d'altronde, anche il retroscena ( ripescato da Giliberto), che tocca invece al deputato PD Andrea Sarubbi, che, a sua volta, in un post pubblicato mesi fa, il 26 marzo scorso per l'esattezza narrava con dovizia di particolari della lunga trafila affrontata dal titolare di un residence veronese ( lo stesso posto oggi sotto sequestro) per riuscire ad offrire ospitalità a circa duecento profughi e immigrati sbarcati a Lampedusa nella fase di piena emergenza. Ebbene, racconta Sarubbi, nonostante le numerose telefonate e fax spediti da parte del l'imprenditore veronese pronto a mettere a disposizione ben 96 camere, la risposta da parte del Ministero dell'Interno prima e della Regione in un momento successivo non era mai arrivata e a poco erano servite anche le numerose telefonate ( a Prefetture, Viminale...) effettuate dallo stesso deputato che in qualche modo aveva deciso di fare da mediatore per l'intera vicenda. Un nulla di fatto salvo sentirsi rispondere, scrive Sarubbi, dal Viminale: “ ...che c’è uno scoglio da superare, prima di tutti gli altri: ogni Regione deve infatti indicare il numero di profughi che è in grado di accogliere; solo a quel punto – ma non ho capito bene se si tratti di ore, di giorni o di settimane – i richiedenti asilo verranno smistati, mentre tutti gli altri (ossia i probabili irregolari) finiranno a Mineo o nel centro che si sta aprendo a Manduria...”
Insomma quei posti letto potevano anche rimanere vuoti, anche perchè come dichiarava il Governatore Zaia il 25 marzo di quest'anno: “ In Veneto non ci sono posti per i clandestini... I profughi? Oggi non ce ne sono”. In Veneto no ci sono posti disponibili, continuava il Governatore, ne adesso ne domani , e il riferimento però era soltanto all'ipotesi delle ex-caserme dismesse, nessun accenno ad altre soluzioni salvo precisare che comunque erano state escluse “...dalle ipotesi tutte quelle strutture vicine ai centri abitati...”.
Morale della favola: i posti letto sono rimasti vuoti, lo sono rimasti a marzo e in maniera ancora più pesante lo rimarranno adesso... con buona pace del Governatore del sindaco di Verona.
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