Articolo 21 - ESTERI
"L'Italia denunci le violazioni dei diritti umani in Egitto"
di Bruna Iacopino
“ Stanno massacrando i manifestanti pacifici nelle piazze e non c'è una voce che si levi, una condanna contro la violazione dei diritti umani che la Giunta militare sta attuando”. Nabil, un ragazzo egiziano da anni residente in Italia, è già al suo secondo giorno di sciopero della fame e della sete per denunciare con il suo corpo quanto è sotto gli occhi di tutti. Non solo la repressione attuata dalla Giunta, l'uso di armi e gas, ma anche gli arresti arbitrari, molte volte a danno di minori: “ Durante le ultime proteste- racconta con rabbia- sono stati arrestati anche molti ragazzini di 16-17 anni, minorenni per la legge, portati alla Questura centrale e massacrati di botte, torturati... trattamento che non viene risparmiato neanche alle donne: come il caso di una ragazza, attivista politica, nota alle forze di sicurezza, che è stata fermata in piazza Tahrir e trascinata per i capelli, poi portata in questura e derubata... questo da parte di chi dovrebbe garantire la transizione democratica!”
A questo poi si aggiunge quella che Nabil definisce la farsa elettorale, soprattutto per gli egiziani all'estero: “La registrazione per le operazioni di voto per gli egiziani all'estero è stata effettuata in via telematica, ma la procedura oltre ad essere molto complessa e non accessibile a tutti richiedeva una serie di documenti che molti non posseggono o non hanno fatto in tempo a recuperare anche attraverso le ambasciate.”
E qui subentra appunto il ruolo delle ambasciate, che, denuncia Nabil, tutto hanno fatto tranne che agevolare le operazioni e far circolare le informazioni necessarie. “ In Italia si poteva già votare dalle 14.30 di mercoledì scorso, peccato però che in molti non ne fossero a conoscenza.”
E la comunità egiziana residente in Italia, cosa fa? Cosa dice?
“Al di là delle discussioni interne, del programmare qualche iniziativa, poco... Molti hanno paura delle possibili conseguenze una volta tornati in Egitto.”
Ma conseguenze di che tipo?
“Problemi a rientrare, arresto per attività politiche che destabilizzano il paese... io stesso ho un fascicolo aperto a mio nome a fine gennaio di quest'anno per attività politica.”
Si ma adesso Mubarak non c'è più?
“Lui no, ma le forze di sicurezza rimangono le stesse, quelle non sono cambiate...”
Uno sciopero della fame e della sete finalizzato si a risvegliare la silente comunità egiziana in Italia, ma anche a sollecitare il Governo e l'intera società civile italiana a una presa d'atto e conseguente denuncia di quanto sta accadendo nel suo Egitto,... appello che verrà rilanciato nel corso di un sit-in programmato davanti all'ambasciata egiziana a Roma per giorno 29 novembre alle ore 16.
A questo poi si aggiunge quella che Nabil definisce la farsa elettorale, soprattutto per gli egiziani all'estero: “La registrazione per le operazioni di voto per gli egiziani all'estero è stata effettuata in via telematica, ma la procedura oltre ad essere molto complessa e non accessibile a tutti richiedeva una serie di documenti che molti non posseggono o non hanno fatto in tempo a recuperare anche attraverso le ambasciate.”
E qui subentra appunto il ruolo delle ambasciate, che, denuncia Nabil, tutto hanno fatto tranne che agevolare le operazioni e far circolare le informazioni necessarie. “ In Italia si poteva già votare dalle 14.30 di mercoledì scorso, peccato però che in molti non ne fossero a conoscenza.”
E la comunità egiziana residente in Italia, cosa fa? Cosa dice?
“Al di là delle discussioni interne, del programmare qualche iniziativa, poco... Molti hanno paura delle possibili conseguenze una volta tornati in Egitto.”
Ma conseguenze di che tipo?
“Problemi a rientrare, arresto per attività politiche che destabilizzano il paese... io stesso ho un fascicolo aperto a mio nome a fine gennaio di quest'anno per attività politica.”
Si ma adesso Mubarak non c'è più?
“Lui no, ma le forze di sicurezza rimangono le stesse, quelle non sono cambiate...”
Uno sciopero della fame e della sete finalizzato si a risvegliare la silente comunità egiziana in Italia, ma anche a sollecitare il Governo e l'intera società civile italiana a una presa d'atto e conseguente denuncia di quanto sta accadendo nel suo Egitto,... appello che verrà rilanciato nel corso di un sit-in programmato davanti all'ambasciata egiziana a Roma per giorno 29 novembre alle ore 16.
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