di Natalia Lombardo
Annuncia Berlusconi: a marzo in Borsa il 20%. Udc e opposizione: ma non con questo Cda
da L'Unità
ROMA «Entro marzo il 20% del capitale Rai sarà quotato in Borsa»: Silvio Berlusconi ne detta la data precisa, parlando al direttore generale della Rai, Flavio Cattaneo, al capo della tv americana Hbo, Chris Albrecht e il direttore di RaiFiction, Agostino Saccà. Un annuncio shock sul set della fiction «Rome» allestito a Cinecittà: un colossal da 100 milioni di dollari coprodotto fra Usa, Rai e Bbc. Così, fra un centurione e un tempio di cartapesta, fra battute e suggerimenti (tipo: «per gli schiavi prendete gente che ha vissuto nei paesi comunisti?») a sorpresa il «presidente-regista» ha annunciato tempi certi e ravvicinati per lo sbarco in Borsa della tv pubblica che, per lui, attiverà investimenti dal mercato internazionale. Il che fa pensare all??interesse alla privatizzazione Rai da parte di Tarak Ben Ammar, il produttore franco-tunisino amico del premier e presidente di SportItalia L??esternazione del premier e proprietario di Mediaset allarma il centro sinistra: «Conferma il conflitto di interessi», denuncia il ds Giulietti; l'Usigrai parla di «annunci ad effetto» e la Fnsi rileva che l'unica cosa chiara è «l'intenzione del governo di smantellare il servizio pubblico». Già il ministro Maurizio Gasparri aveva annunciato l??ingresso in Borsa del 20% della Rai, ma ieri ha ammesso che «non ci sono trattative avanzate», nessun nome per quei trenta soggetti dal lui annunciati. «Ma no, è che a Cernobbio tante persone entusiaste mi hanno chiesto informazioni... c??era pure Enrico Letta...», ha spiegato ieri alla Commissione di Vigilanza.
Ciò che allarma ancora di più Ulivo e Rifondazione, ma anche l??Udc, è che per la maggioranza dovrebbe essere il Cda «monco» e «monocolore», dopo le dimissioni di Lucia Annunziata, a gestire il processo di privatizzazione della Rai. Potrebbe, grazie al codicillo dello Statuto che proroga il rinnovo dei vertici di Viale Mazzini all??approvazione del bilancio, nel giugno 2005. Uno Statuto che per Gasparri «è in linea con la disciplina delle società per azioni, va approvato così com'è». La tv pubblica che produce contenuti come un??azienda qualsiasi regolata dal Codice Civile. «Questo Cda avvelena il clima politico», accusa il ds Morri. Per Gasparri non c??è bisogno di un rinnovo, ha detto rispondendo a Petruccioli, presidente della Vigilanza. «L??attuale Cda Rai dà ampia garanzia sul pluralismo, sui risultati economici e di audience. Quindi ci sono gli estremi giuridici per continuare». La risoluzione votata in Vigilanza per il ministro «ha solo un valore politico, non giuridico». Avanti tutta quindi (anche oltre le elezioni Regionali) con Alberoni, Petroni, Veneziani e Rumi. «Del resto la presidente si è dimessa, non è stata rimossa» (affari suoi, secondo Gasparri a cui scappa una battutaccia: «Tanto la pagano lo stesso... Be??, la pagherebbero...»). Il Cda sarà ascoltato il 5 ottobre in Vigilanza. Ieri ha approvato la relazione semestrale: 82 milioni di euro di utile netto e risultati superiori alle previsioni del piano industriale. Plaudono Fi, An e ministro.
L??Udc non torna indietro sul voto di luglio per il rinnovo del vertice Rai il 30 settembre. Ieri il capogruppo in Vigilanza, Iervolino, con garbo meridionale ha detto al ministro: «Questo Cda dovrebbe avere uno scatto d??orgoglio e dimettersi. Insomma, non si può stare in Paradiso a dispetto dei santi... Il Paradiso sarebbe la Rai...». Una questione di «pluralismo interno» caro anche a Ciampi: «Non è possibile che il 50% del paese, le opposizioni, non esista». Non esiste neppure la satira: fuori da Palazzo San Macuto Sabina Guzzanti ha «intervistato» Gasparri per il suo documentario sulla censura a «RaiOt»: «Ministro, mi aiuterà a tornare in tv?», chiede l??attrice. E lui, paternalistico: «Certo, ma con il contraddittorio, lei non fa solo satira». «Ministro, potrò trasmettere su RaiTre questo documentario?», insiste Sabina. «Sì, se lei non fa commenti e aggiunge il contraddittorio», risponde Gasparri ormai in macchina. «Ma la sto già contraddicendo iooooo...», ribatte lei.
L??accelerazione sull??ingresso in Borsa potrebbe diminuire la rappresentanza dell??opposizione? Lo chiedono sia Gentiloni (Margherita) che Falomi (Lista Occhetto): quando lo Stato cederà la quota del 20% delle azioni Rai (nessuno può avere più dell??1%) quanti consiglieri potrà indicare il Tesoro? Nella legge, conferma Gasparri, si prevede un numero «proporzionale» alle azioni. Ma il rapporto potrebbe cambiare: con la nuova legge la Vigilanza nomina sette consiglieri (quattro di maggioranza e tre di opposizione) il Tesoro due, uno dei quali il presidente. Non è chiaro, però, se i privati entranti potranno esprimere uno o due consiglieri, limitando quelli espressi dal Parlamento. «La cosa grave è che Berlusconi, oltre ad essere proprietario di Mediaset ora confezionerà il pacco della privatizzazione della tv pubblica», denuncia Roberto Zaccaria, ex presidente Rai che ritiene l??operazione «sbagliata, tanto più che il servizio pubblico sarà ceduto agli amici degli amici. Noi pensavamo a mettere in Borsa le società accessorie, i New media, non tutta la Rai».