di Oreste Pivetta
«Non è una riforma ma una presa di potere: il capo dello Stato diventa un??ombra, l??impianto è tutto a favore del premier»
da L'Unità
MILANO «Una presa di potere, non un riforma», commenta Leopoldo Elia, presidente onorario della Coste costituzionale. Che aggiunge: «Una concentrazione di poteri inedita, se non si fa riferimento al cosiddetto ventennio. Un unicum in Europa. Altro che presidenzialismo o semipresidenzialismo. Mentre si fa il possibile per cloroformizzare il paese, perchè non avverta il pericolo di quanto stiamo vivendo. La minaccia che si realizza oggi, potrebbe toccare anche la prima parte della Costituzione. Sappiamo che non piace a una parte di questa maggioranza. Qualcuno l??ha giudicata di impronta sovietica, una sciocchezza che denuncia l??animo ostile». E ancora, pensando a un??ipotetica scadenza elettorale: «Siamo impiccati al voto di un giorno. Per il resto potremmo andare tranquillamente al mare, pensare ad altro e via così. Tanto c??è un uomo solo al comando...».
Presidente, che fare allora?
«Impegnarsi perchè la gravità di questo intervento venga compresa, perchè la gente capisca che viene privata di un proprio diritto alla democrazia. Tra un anno e sei mesi o tra due anni si andrà al referendum e nel frattempo è necessario lavorare perchè sia chiara a tutti l??entità del danno. Ha detto bene Prodi di recente: mentre a Roma si va a sottoscrivere la nuova Costituzione europea, a Roma si disfa quella italiana. Ma occorre che tutti i leader politici, non solo Prodi, lavorino e avrei voluto ascoltarli in questi giorni alla Camera. ? lo statuto stesso del paese che viene messo in gioco...»
C??è chi esulta, ovviamente, e chi lascia fare indifferente. Dove stanno i pericoli?
«Direi che non è percepito o non si è fatto in modo che fosse percepito a sufficienza quello che è accaduto tra Senato e Camera nelle prime due letture. Niente di paragonabile con quanto è avvenuto con il titolo quinto, che almeno riguarda un argomento preciso, circoscritto: il rapporto tra stato e regioni. In questo caso sono arrivati a toccare la forma di governo, che viene piegata in un modo del tutto inedito, non solo in Europa. Non ci si faccia l??esempio degli Stati Uniti dove l??equilibrio dei poteri è garantito e dove il presidente è eletto dal popolo e dispone di grandi responsabilità, ma deve fare i conti con il Congresso, ed è vero che il presidente non può essere sfiduciato, ma non può neppure sfiduciare, cioè sciogliere l??assemblea. Siamo a qualcosa che non è neppure paragonabile al semipredienzialismo francese, perchè in Francia le elezioni sono ben distinte e può benissimo darsi il caso della coabitazione, come sanno bene Chirac e Jospin, e può accadere che un presidente si trovi di fronte una maggioranza diversa dalla sua. In Italia sono riusciti a costruire uin impianto a tenuta stagna e tutto a favore del premier».
Seguendo e inasprendo peraltro il modello adottato per grandi comuni e regioni.
«Con la scusa dell??antiribaltone, il primo ministro può utilizzare tutti quegli strumenti più qualcun altro che furono escogitati allora... La regola diventa: simul stabunt, simul cadent.. sono stati eletti, insieme devono cadere insieme. Un patto di ferro. Non può cadere solo il premier, che una volta eletto è un intoccabile per cinque anni. Tutto questo sarebbe ed è assolutamente inconcepibile in un regime democratico. Non si discute di comuni e regioni, responsabili di questioni importanti ma d??ordine limitato, non di principio o di valore generale. Si discute di una camera dei deputati che deve affrontare in sede legislativa temi di attuazione di norme costituzionali in relazione a diritti fondamentali, all??ordinamento giudiziario, alle leggi elettorali, all??immigrazione o al sistema radiotelevisivo... sotto la spada di Damocle dello scioglimento.. Se la camera non risponde con il voto conforme, con un voto bloccato, anomalo, di fiducia, si scioglie la camera, non basta che si dimetta il primo ministro».
Il parlamento vota sotto ricatto.
«Certo. E non si pone riparo a questa sudditanza con l??invenzione di una strana mozione di sfiducia costruttiva, che dovrebbe essere sottoscritta unicamente da una maggioranza della maggioranza, una maggioranza cioè formata nell??ambito di quella stessa maggioranza, collegata in sede elettorale con il primo ministro. Basterebbe al cosiddetto premier disporre di un gruppo anche ristretto di fedelissimi, di kamikaze disposti a tutto e quindi disposti a non firmare, per garantirsi il controllo e per rimanere in carica, con una polizza sulla vita che vale un quinquennio. Non è così in Germania, dove la mozione di sfiducia costruttiva vale per la maggioranza dell??intero parlamento, non è così in Gran Bretagna, perchè se Tony Blair si trovasse senza più la sua maggioranza si dovrebbe dimettere, mentre non si dimette l??assemblea. Tutti conosciamo le vicende e la fine politica di Margaret Thatcher, per quanto riguarda l??Inghilterra, di Adenauer o di Brandt, per motivi diversi, in Germania. Invece a questo nostro primo ministro si concede d??essere invulnerabile, come non esiste in nessun paese democratico. Mi sembra purtroppo che pochi abbiano il coraggio di dirlo e di scriverlo...».
Mentre si mette da parte il presidente della repubblica...
«Il capo dello stato è ridotto a un??ombra. Non si capisce bene di che cosa sia garante... Dovrà nominare i presidenti della autorità indipendenti, ma abbiamo visto che cosa è successo alla Annunziata con la presidenza della Rai. Che possa concedere la grazia è importante, ma si vede bene che è qualcosa di secondario rispetto a tutto il resto».
Il parlamento è ricattabile in ogni momento... Il presidente ridotto a una larva. E la corte costituzionale?
«Con i sette membri di nomina parlamentare su quindici si accentuano i pericoli di politicizzazione».
Da una maggioranza all??altra. Si è sempre recitata da parte del centro destra, con un minimo d??assistenza da parte del centro sinistra, la storiella della necessità di rafforzare l??esecutivo per il bene del paese...
«Ricorriamo agli esempi. De Gassperi, ma anche Fanfani, Moro, Craxi hanno governato con efficacia, senza tuttavia dover ricorrere alle forzature di questo periodo. Con la scusa delle norme antiribaltone si va all??espropriazione. Anche il famoso progetto Salvi sul premierato, prevedeva prima dello scioglimento la sfiducia costruttiva, ma la mozione doveva essere presentata da una maggioranza parlamentare. Non si chiedeva una maggioranza della maggioranza. Questi pretendono una garanzia assoluta. No, invece, non possiamo concederla, perchè non si possono fermare le lancette del tempo al giorno delle elezioni. Si deve prevedere tutto. Anche la possibilità di cambiare e la possibilità che un candidato bravo in campagna elettorale non sappia governare».