di Luana Benini
da L'UnitÃ
ROMA Lâ??udiccino Marco Follini che, spalleggiato da Berlusconi, preme per la riforma della legge elettorale in senso proporzionale. Il ministro Castelli, anche lui spalleggiato da Berlusconi, che minaccia una rapida approvazione della riforma della giustizia. Mentre la riforma della Costituzione già approvata alla Camera va al Senato. Ma quante cartucce ha ancora in canna il centrodestra? Il coordinatore della segreteria della Margherita, Dario Franceschini è fiducioso: «In questi ultimi due anni Berlusconi potrebbe anche recitare unâ??altra parte dopo quella dellâ??urlatore contro i comunisti e i complotti. Lâ??uomo dellâ??antistato potrebbe trasformarsi in un moderato con a cuore i problemi dello Stato. Siccome è bravo a recitare potrebbe recitare bene anche questa parte. Ma non câ??è dubbio che il Paese non lo segue più come prima. Se il centrosinistra non commetterà errori, vincerà le elezioni...».
Angius sostiene che al Senato lâ??opposizione non dovrebbe perdere tempo e spingere per accelerare lâ??iter della riforma costituzionale in modo da arrivare al referendum prima delle elezioni del 2006. Condivide?
«Sarebbe naturale e sensato arrivare al referendum prima del 2006. Il referendum, in ogni caso, è un atto dovuto: una riforma costituzionale passata a maggioranza deve essere giudicata dal popolo italiano. Credo che al Senato lâ??opposizione non possa rinunciare a fare una battaglia politica nel merito. Insomma, dobbiamo impedire che la riforma arrivi in porto, e questo è affidato al referendum, ma siccome non siamo certi dellâ??esito finale, anche solo aver ridotto il danno in alcune parti potrebbe essere un risultato positivo».
Il centrodestra però sembra però intenzionato a non cambiare neppure una virgola. Secondo lei lâ??opposizione ha qualche chance di operare cambiamenti positivi?
«Bisogna comunque incalzare il centrodestra che è segnato da contraddizioni, tenuto insieme da un collante che non esiste più».
Follini afferma che sulla riforma costituzionale si è raggiunto un compromesso che non si può rimettere in discussione. Al tempo stesso impugna la bandiera della riforma elettorale proporzionale.
«Lâ??Udc da tre anni reclama autonomia o annuncia grandi scelte coraggiose. Poi in aula puntualmente vota tutto. Ha votato tutte le leggi vergogna sulla giustizia, ha criticato fermamente questa riforma e poi lâ??ha votata in blocco. Sulla riforma elettorale vorrei partire da una valutazione di metodo. Noi dobbiamo difendere fino in fondo il principio che essendo la legge elettorale una delle regole base della convivenza democratica la si può fare solo se câ??è accordo fra maggioranza e opposizione. Nella scorsa legislatura il centrosinistra coinvolse per mesi il centrodestra, allora allâ??opposizione, nella stesura di un testo correttivo dellâ??attuale legge elettorale. Quando loro dissero che non erano più disposti ad andare avanti ci fermammo. Eppure il testo era già calendarizzato al Senato e avevamo i numeri per approvarlo. Se in ogni legislatura la maggioranza del momento facesse una legge elettorale che ritiene conveniente per vincere le elezioni, inchioderemmo il Paese a una perenne transizione».
E nel merito?
«Dobbiamo ragionare fuori dalle valutazioni di convenienza. Nel Paese ormai si vota da 11 anni con il sistema maggioritario che ha fatto maturare un sistema bipolare e consentito finalmente lâ??alternanza. Anche se la transizione non è ancora finita. Un ritorno al sistema proporzionale farebbe ricominciare la transizione da capo, scomporrebbe i sensi di appartenenza che sono maturati nel Paese, costringerebbe ogni partito a correre contro i propri alleati anziché contro i propri avversari e soprattutto riaprirebbe spazi al trasformismo».
Perché lâ??Udc preme così tanto per cambiare la legge elettorale?
«Per un mediocre calcolo di convenienza. Siccome nel proporzionale è sempre andato meglio che nel maggioritario calcola che questo gli convenga. Ã? una illusione perché le elezioni non si vincono senza voti. Ma non può essere il Paese a pagare il costo di questa illusione. Il sistema elettorale può essere corretto, migliorato, per coniugare lâ??esigenza di governabilità con quella della rappresentanza, ma non si può tornare indietro rispetto al sistema maggioritario. Sarebbe assurdo».
Ora Castelli e Berlusconi vogliono riformare rapidamente lâ??ordinamento giudiziario. Ã? possibile un dialogo?
«Hanno già messo ampiamente le mani nella giustizia smontando i cardini dellâ??ordinamento giudiziario con tutte le leggi ad personam. Adesso continuano facendo trapelare un atteggiamento da regolamento dei conti nei confronti della magistratura. Ã? un approccio che esclude qualsiasi possibilità di intesa. Ã? evidente che in Parlamento non potremo sottrarci al confronto, ci batteremo perché non vengano approvate certe cose e perché ne siano migliorate altre, almeno per contenere il danno. Lo faremo in un trasparente confronto parlamentare. Nessun tavolo per cercare unâ??intesa».
Follini ha attaccato Prodi dicendo che non ha la statura di uno statista se promuove manifestazioni di massa sulla finanziaria. Cosa risponde?
«In un Paese moderno lâ??opposizione si fa in Parlamento e mobilitando civilmente lâ??opinione pubblica. Follini si dovrebbe ricordare di quando Berlusconi, Fini, Casini andavano in piazza nella scorsa legislatura...Le sue sono solo polemiche pretestuose dettate dalla paura che arrivi il giorno del giudizio...».