di Andrea Montanari
La nuova legge non potrà però bloccare eventuali interventi della magistratura
da Repubblica
Qualcuno, esagerando, si è spinto a sostenere che in Consiglio regionale da ieri è iniziata l´era degli insulti legalizzati. Come se il tasso di litigiosità in Regione tra la maggioranza di centrodestra che governa il Pirellone e l´opposizione di centrosinistra non fosse già abbastanza alto. Quel che è certo è che da ieri anche i consiglieri regionali, come i parlamentari, saranno più liberi di esprimere le loro opinioni: in base alla legge regionale approvata ieri, senza voti contrari e con solo due astensioni i consiglieri regionali «non potranno più essere perseguiti per le affermazioni fatte nell´esercizio delle loro funzioni e in ogni caso il potere di giudicare il loro comportamento non spetterà più alla giunta, ma solo al Consiglio». Con la decisione di ieri anche la Lombardia ha recepito il principio dettato dall´articolo 122 della Costituzione e ribadito dalla sentenza della corte Costituzionale 391 del 1999, che equipara l´immunità dei consiglieri regionali a quella dei parlamentari.
Lo scopo della legge è quello di evitare possibili condizionamenti dell´attività dei consiglieri, o minacce, ritorsioni o denunce alla magistratura, a causa delle loro affermazioni in pubblico. Finora solo il Parlamento aveva il potere di bloccare un´eventuale azione giudiziaria contro deputati o senatori per le loro dichiarazioni, nel caso dei consiglieri regionali ogni decisione spettava al presidente della Regione. Da ieri, invece, questo potere di «sindacabilità» degli atti dei consiglieri passa al Consiglio, che però non potrà in ogni caso bloccare l´eventuale intervento della magistratura, nel caso il magistrato ritenga che le dichiarazioni lesive siano state fatte fuori dall´esercizio delle funzioni del consigliere in questione. In quel caso, spetterà al presidente del Consiglio Attilio Fontana trasmettere gli atti. Mentre rimarrà nelle mani del governatore Roberto Formigoni, il potere di aprire un conflitto di attribuzioni davanti alla corte Costituzionale. Ed è proprio su questo punto che rimangono le perplessità dell´opposizione. «? vero - ha sottolineato il diessino Claudio Bragaglio - che questa legge rafforza l´autonomia del lavoro dei consiglieri - ma visto che su ogni voto peseranno i numeri della maggioranza, mi auguro che nella pratica sia garantita la libertà di espressione indipendentemente a prescindere dall´appartenenza a uno degli schieramenti». Il relatore della legge, il leghista Germano Pezzoni ha, invece, difeso il provvedimento. «? importante - ha precisato - che un consigliere possa avanzare dubbi su persone o cose, senza preoccuparsi di ripercussioni giudiziarie. Questa norma tutela solo la libertà di espressione».