di Vittorio Emiliani
Ha ancora un ruolo il Parlamento italiano? Alla prima crepa nella maggioranza, il governo pone ogni volta la fiducia. Le leggi-delega diventano un omnibus su cui caricare di tutto, grazie alla blindatura della fiducia, persino un nuovo condono e una nuova sanatoria edilizia nelle aree paesistiche vincolate, sin qui espressamente escluse. Ha ancora un ruolo se questo mostruoso condono edilizio, per giunta perpetuo, riguarda pure la villa più recente del presidente del Consiglio? Per il quale, guarda caso, nello stesso giorno si vota il nuovo â??premierato forteâ? nella Costituzione â??federaleâ?(Carlo Cattaneo li perdoni).
Da mesi la legge-delega sullâ??ambiente proposta allâ??inizio della legislatura dal ministro Matteoli era impantanata : suscitava infatti forti perplessità nella stessa maggioranza. Inoltre il governo aveva tentato a più riprese di infilarci dentro cose ributtanti come la depenalizzazione dei reati contro ambiente e paesaggio. Guasto di fondo : essa prepara lâ??ulteriore svuotamento del Parlamento riservando lo studio e la emanazione dei decreti delegati di attuazione a 24 esperti fiduciari nominati dal ministro Matteoli. Camera e Senato, varata questa legge, non avranno dunque più alcun ruolo di verifica e di correzione. Tutto passerà fra il ministro e i â??suoiâ? esperti. Comâ??è già avvenuto, in sostanza, col Codice dei beni culturali e paesaggistici voluto dal ministro Urbani, sul quale il Parlamento ha potuto dare, in un paio di giorni, un semplice parere.
Giusto uno dei pochi pezzi positivi del discusso Codice Urbani, quel suo articolo 181 che escludeva le aree vincolate da qualsiasi condono o sanatoria, viene ora demolito da questa legge delega. â??Italia Nostraâ?fa notare : esso già â??diventa carta stracciaâ?. Misura delle più gravi se si pensa che le aree soggette a vincolo paesistico sono le più belle del Paese e rappresentano quasi la metà della sua superficie, dalle coste sarde (ecco comparire la villa-bunker â??La Certosaâ?) alla montagna abruzzese, dalla collina toscana alle Ville vesuviane, e così via. In un altro punto il Codice Urbani viene già manomesso : laddove esso, allâ??art.146, sanciva lâ??impossibilità di autorizzazioni in sanatoria successive alla realizzazione di interventi edilizi.
Mercoledì sera il maxi-emendamento da inserire nella legge delega â?? che ora deve passare alla Camera - era ancora un testo del tutto informale, non usciva cioè da alcuna discussione parlamentare. La mattina dopo lo stesso testo è arrivato in aula inserito nella legge delega, è stato blindato col voto di fiducia, cioè senza possibilità di emendamenti, e fatto approvare di corsa, sottraendolo a qualunque dibattito. Questo è ormai il percorso â??normaleâ? di una legge italiana, e questa legge consentirà di sfigurare a colpi di abusivismo il meglio del Bel Paese. Fra lâ??alro, allâ??interno del contorto e confuso (non per caso) testo del maxi-emendamento si scoprono, il giorno dopo, altre situazioni sconcertanti. Mentre per gli abusi anteriori al 30 settembre 2004 in zona protetta dal punto di vista ambientale (lo si legge nellâ??articolo di Guglielmo Saporito comparso sul â??Sole-24 Oreâ? del 15 ottobre) â??il parere della Soprintendenza è solo â??preventivoâ? (comma 39 dellâ??articolo 1 della delega fiscale), per gli abusi ambientali successivi al 30 settembre 2004 il parere della Soprintendenza oltre che preventivo è anche vincolante. Ciò significa che gli abusi anteriori allâ??autunno 2004 sono trattati con un occhio di riguardo, con perdono se vi è tipologia costruttiva coerente a ciò che diranno le commissioni comunali, anche in dissenso dalle Soprintendenze. Dal 1° ottobre 2004, invece, la Soprintendenza detterà legge sulle compatibilità paesaggistiche da valutare in sanatoriaâ?, ma si tratterà di abusi minori che non aumentano le volumetrie. Quelli maggiori â??saranno già stati perdonati con il parere espresso da Comuni che potranno motivatamente dissentire dallâ??orientamento delle Soprintendenzeâ?. Siamo al caos e alla morte del diritto urbanistico, o del diritto tout court.