Articolo 21 - Editoriali
Il provvedimento riordina e ritocca tutte le leggi in vigore sulla radio e la televisione
di Aldo Fontanarosa
Ecco il Testo Unico. Un articolo "salva" La7 dall´oscuramento. Il ministero: "Solo un´ipotesi di lavoro" Pilati, Zeno Zencovich e Salerno nel gruppo che studia la materia
da La Repubblica
ROMA - Un gruppo di parlamentari ulivisti, quasi costituti in una "commissione di studio", lo sta passando ai raggi x. E così anche due studi legali (su incarico di altrettante società di comunicazione). L´oggetto di tanta curiosità è il Testo Unico di Gasparri. Un testo che ha il compito di mettere insieme (qua e là ritoccandole) tutte le norme sulla radio e la tv approvate nella storia della Repubblica e ancora oggi in vigore. Riemergono così dal passato, dal lontano ?75, regole dimenticate, ora saldate con le regole vicine, a partire dalla legge Gasparri.
Salvagente alla 7. Dietro un´apparente neutralità , il Testo Unico è più favorevole alle tv; meno alle radio e alle società telefoniche. Un articolo è esemplare, da questo punto di vista. E´ l´articolo 51, quello che può salvare La7 dalla sospensione dell´attività . Da maggio, La7 è nel mirino della Autorità per le Comunicazioni per aver violato (due volte in un solo anno) le regole sull´affollamento pubblicitario. In casi simili, la legge Mammì del ´90 parla chiaro: l´Autorità «dispone» - deve disporre - l´oscuramento dell´emittente (da 11 a 30 giorni). Ma ora il Testo Unico cancella questo articolo della Mammì e lo rimpiazza con un altro che dice: «L´Autorità può disporre...». Insomma: l´obbligo («dispone») diventa una facoltà («può disporre»).
I contenuti. Il Testo Unico, tra l´altro, non cita ancora le nuove norme (appena più severe) che l´Autorità ha fissato per i minispot nelle partite di calcio. Una svista forse rimediabile per quello che il ministero definisce una «bozza di lavoro», da completare.
Quel che è certo è che le società telefoniche, affamate di contenuti, si aspettavano di più alla voce "must offer" ("obbligo di offerta"). In sostanza, le società telefoniche speravano che il Testo obbligasse le ricche tv a rivendere loro (a prezzi scontati) film, partite, programmi, da rilanciare attraverso i videofonini. Un simile meccanismo è spesso introdotto per favorire la concorrenza. Il Testo Unico lo accenna (all´articolo 5), ma in forme non stringenti per le televisioni.
La radio. E il Testo (nella sua versione di fine ottobre) rinuncia anche a riprendere l´articolo 24 della legge Gasparri. E´ l´articolo che disciplina il passaggio dalla radio analogica (quella di oggi) alla radio digitale. Il capitolo sembra accantonato, a differenza di quello sulla tv digitale terrestre, riproposto in dettaglio.
I convocati. Il Testo Unico avrà il rango di «disposizione speciale»: sarà più forte anche del Codice delle Comunicazioni, che ha appena recepito le direttive comunitarie. Un Testo che blinda le norme sulla tv, e al quale lavora una squadra di esperti veri. Nella sede ministeriale di Largo di Brazzà , sono stati convocati Antonio Pilati, uno degli 8 commissari dell´Autorità . Quello in quota Forza Italia. A lungo "sospettato" di essere il vero ispiratore della legge Gasparri. Convocato anche Vincenzo Zeno Zencovich, docente, avvocato e gran fustigatore dei vizi della stampa. Convocato infine Guido Salerno, capo della Fondazione Bordoni. Sia Zeno Zencovich e sia Salerno potrebbero sedere nell´Autorità per le Comunicazioni, da commissari, quando l´organismo sarà rinnovato, nel 2005.
da La Repubblica
ROMA - Un gruppo di parlamentari ulivisti, quasi costituti in una "commissione di studio", lo sta passando ai raggi x. E così anche due studi legali (su incarico di altrettante società di comunicazione). L´oggetto di tanta curiosità è il Testo Unico di Gasparri. Un testo che ha il compito di mettere insieme (qua e là ritoccandole) tutte le norme sulla radio e la tv approvate nella storia della Repubblica e ancora oggi in vigore. Riemergono così dal passato, dal lontano ?75, regole dimenticate, ora saldate con le regole vicine, a partire dalla legge Gasparri.
Salvagente alla 7. Dietro un´apparente neutralità , il Testo Unico è più favorevole alle tv; meno alle radio e alle società telefoniche. Un articolo è esemplare, da questo punto di vista. E´ l´articolo 51, quello che può salvare La7 dalla sospensione dell´attività . Da maggio, La7 è nel mirino della Autorità per le Comunicazioni per aver violato (due volte in un solo anno) le regole sull´affollamento pubblicitario. In casi simili, la legge Mammì del ´90 parla chiaro: l´Autorità «dispone» - deve disporre - l´oscuramento dell´emittente (da 11 a 30 giorni). Ma ora il Testo Unico cancella questo articolo della Mammì e lo rimpiazza con un altro che dice: «L´Autorità può disporre...». Insomma: l´obbligo («dispone») diventa una facoltà («può disporre»).
I contenuti. Il Testo Unico, tra l´altro, non cita ancora le nuove norme (appena più severe) che l´Autorità ha fissato per i minispot nelle partite di calcio. Una svista forse rimediabile per quello che il ministero definisce una «bozza di lavoro», da completare.
Quel che è certo è che le società telefoniche, affamate di contenuti, si aspettavano di più alla voce "must offer" ("obbligo di offerta"). In sostanza, le società telefoniche speravano che il Testo obbligasse le ricche tv a rivendere loro (a prezzi scontati) film, partite, programmi, da rilanciare attraverso i videofonini. Un simile meccanismo è spesso introdotto per favorire la concorrenza. Il Testo Unico lo accenna (all´articolo 5), ma in forme non stringenti per le televisioni.
La radio. E il Testo (nella sua versione di fine ottobre) rinuncia anche a riprendere l´articolo 24 della legge Gasparri. E´ l´articolo che disciplina il passaggio dalla radio analogica (quella di oggi) alla radio digitale. Il capitolo sembra accantonato, a differenza di quello sulla tv digitale terrestre, riproposto in dettaglio.
I convocati. Il Testo Unico avrà il rango di «disposizione speciale»: sarà più forte anche del Codice delle Comunicazioni, che ha appena recepito le direttive comunitarie. Un Testo che blinda le norme sulla tv, e al quale lavora una squadra di esperti veri. Nella sede ministeriale di Largo di Brazzà , sono stati convocati Antonio Pilati, uno degli 8 commissari dell´Autorità . Quello in quota Forza Italia. A lungo "sospettato" di essere il vero ispiratore della legge Gasparri. Convocato anche Vincenzo Zeno Zencovich, docente, avvocato e gran fustigatore dei vizi della stampa. Convocato infine Guido Salerno, capo della Fondazione Bordoni. Sia Zeno Zencovich e sia Salerno potrebbero sedere nell´Autorità per le Comunicazioni, da commissari, quando l´organismo sarà rinnovato, nel 2005.
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