di Giulietto Chiesa
Il signor Barroso vuole finire in fretta la procedura per l'approvazione della sua Commissione. Ed è degno di lode per la sua sollecitudine.
Tuttavia pare ci sia anche una gran fretta, in diversi gruppi del Parlamento Europeo, di mettere alle spalle la grande novitĂ rappresentata da un Parlamento in grado di far valere la propria volontĂ anche, se necessario, a costo di mettere in minoranza il presidente designato della Commissione e da infliggere una sconfitta al Consiglio dei ministri.
E questo non è utile a nessuno.
In questa fretta spariscono gl'interrogativi che spinsero molti deputati (non solo italiani) a dichiarare l'esistenza di un "problema Barroso", non meno rilevante del "problema Buttiglione". La nuova composizione della Commissione, che verrĂ presentata al Parlamento di Strasburgo, contiene infatti, al posto di Buttiglione, esattamente nella stessa responsabilitĂ della Giustizia, LibertĂ e Sicurezza, un membro di un governo, quello italiano, che sta offendendo da tre anni proprio la Giustizia e il diritto a un'informazione democratica e pluralista.
E, in un'altra responsabilitĂ cruciale, quella per la Concorrenza, vede riconfermata la signora Neelie Kroes, che si trova in condizione di conflitto d'interessi multiplo, potenziale e attuale.
Per queste ragioni la Commissione numero 2 di Barroso nasce male, sotto ricatto di governi che vogliono imporre decisioni distorte. Le audizioni non devono fare sconti a nessuno, Frattini e Kreuze inclusi. E Barroso non dovrebbe ricevere alcun viatico in anticipo.