di Gian Mario Gillio*
«Siamo tutti migranti. Non c’è essere umano che non abbia affrontato per lo meno una volta nella sua vita una migrazione da un luogo ad un altro, con tutte le difficoltà che questo comporta. La moderna tecnologia ci pone anzi in continuo movimento ed a continuo contatto, sia reale che virtuale, con persone dalle diversissime origini, culture, religioni. La globalizzazione ci pone di fronte, molto più che nel passato, alla necessità della convivenza con persone provenienti dalle più disparate parti del nostro pianeta, l’unico che abbiamo, ognuno con il proprio carico di tradizioni, cultura, religioni, storie da raccontare. La paura dei migranti, ed in particolare di quelli di religione islamica, che è stata instillata nella coscienza degli italiani da una campagna mediatica martellante e perversa, è quindi del tutto ingiustificata perché ci mette fuori dalla realtà del mondo attuale. Realtà con cui peraltro le moderne società dell’occidente si stanno confrontando, nonostante le ovvie fatiche, in modo positivo. L’islamofobia e l’odio razziale, così come si stanno verificando nel nostro paese, sono infatti uniche nel panorama politico e sociale europeo, dove le politiche di integrazione e di dialogo fra le persone provenienti da paesi diversi sono una pratica costante.» Questo il messaggio del Comitato organizzatore per lanciare anche quest’anno l’VIII Giornata del dialogo cristiano-islamico , prevista il 27 ottobre in tutta Italia . A pochi giorni dalla celebrazione della Giornata ecumenica continuano a giungere adesioni da decine di realtà protestanti, cattoliche, ortodosse e musulmane sparse su tutto il territorio nazionale. Secondo gli organizzatori della Giornata le associazioni che hanno finora aderito sono oltre cento. In programma numerose iniziative in decine di città: incontri, visite, preghiere, scambi, convegni, organizzati a livello "di base" o in rapporto con le istituzioni, in una moschea, una chiesa o in una sede ufficiale. «La gioia del raccontarsi la vita»: questo il motto dell'appello di quest'anno, nel quale si legge: «Abbiamo bisogno di riscoprire il valore dell’incontro con gli altri, la capacità di raccontarsi e di scoprire le comuni esperienze di vita e le particolarità culturali, religiose, sociali di ogni persona. Dobbiamo superare la logica dell’ homo homini lupus , che vede un pericolo in ogni persona che non appartenga al proprio 'clan', e riscoprire il prendersi cura vicendevolmente gli uni degli altri che è scritta nei libri sacri di cristiani e musulmani». Le chiese evangeliche partecipano alla ricorrenza – si legge in una nota diramata dall’Agenzia Nev – fin da quando la Giornata fu istituita all'indomani della strage dell'11 settembre 2001 (un appello diede vita alla Giornata, promosso tra gli altri da padre Enzo Bianchi, Brunetto Salvarani, Stefano Allievi, Paolo Naso, Mons. Tommaso Valentinetti, Maria Bonafede, Tonio Dell’Olio, Maria Vingiani, Paolo De Benedetti e tanti altri) , con lo scopo di alimentare un clima di dialogo tra cristiani e musulmani in Italia, contro ogni logica della contrapposizione. A fare da collegamento a questi diversi incontri un sito - www.ildialogo.org - che informa puntualmente sulle diverse iniziative e offre interessanti materiali di approfondimento. «Mai come quest’anno, le iniziative sono molto variegate e diffuse su tutto il territorio nazionale, a conferma della pluralità e della costruzione dal basso di percorsi di pace» si legge, questa volta, in un comunicato stampa diffuso da "Il Dialogo", periodico on-line di Monte Forte Irpino e diretto da Giovanni Sarubbi, secondo cui la Giornata del 2009 avviene in un periodo particolarmente difficile: «La questione della “sicurezza” che in quest’ultimo anno ha monopolizzato il dibattito politico e culturale – non sempre pacato – in Italia ha dato luogo ad una legge che in alcuni suoi provvedimenti ostacola l’integrazione degli immigrati, di cui un terzo circa è di origine islamica». Tra le numerose iniziative di rilievo ricordiamo l'incontro che si svolgerà alle 13 del 27 ottobre a Montecitorio a Roma, presso la Camera dei Deputati (Sala del Mappamondo), intitolato: "La libertà religiosa, un diritto universale garantito da uno Stato laico". Interverranno: Maria Bonafede, moderatora della tavola valdese; Stefano Ceccanti, senatore Pd e costituzionalista; don Giovanni Cereti della Conferenza mondiale delle religioni per la pace; Giuseppe Giulietti, deputato gruppo misto; Lucio Malan, senatore Pdl; Giorgio Merlo, deputato Pd e vicepresidente della Commissione di vigilanza Rai; Paolo Naso, giornalista e docente di Scienza politica; Abdellah Redouane, segretario generale del Centro Islamico Culturale d'Italia. Introdurrà l'incontro Gian Mario Gillio, direttore della rivista "Confronti". È prevista la lettura di un messaggio del Presidente della Camera Gianfranco Fini agli organizzatori della Giornata. Sempre a Roma martedì 27 ottobre alle 19, l’incontro - presso il Centro Islamico Moschea di Centocelle, di Via dei Frassini 4 – dove si potrà assistere alla Preghiera serale islamica, per poi raggiungere la Chiesa battista di Via delle Spighe 6, dove si terrà una cena e condivisione organizzata dai movimenti giovanili islamici e cristiani: Giovani Musulmani d’Italia, Federazione Giovanile Evangelica Italiana, Giovani della comunità di base di S. Paolo. A Firenze, sempre martedì 27 alle 18, presso il Centro Internazionale Studenti “Giorgio La Pira ” si tratterà il tema: «La religione nell’educazione dei giovani d’oggi», con gli interventi di Mohamed Bamoshmoosh (comunità islamica), Elizir Izzedin (comunità islamica), S.E. Monsignor Giuseppe Betori (arcivescovo di Firenze – Chiesa cattolica), il pastore Pawel Gajewsky (chiesa valdese) e padre Gheorghij Blatinskij (chiesa Russo-ortodossa). Il 29 ottobre a Roma l’incontro, alle 19, alla Moschea “della Magliana” Al Fath dal titolo «La figura dell’Altro nelle scritture» con Gianni Novelli del CIPAX, l’Imam Sami Salem e Antonio Guaglione. In una lettera del 27 ottobre 2008 inviata agli organizzatori della Giornata il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha sottolineato l’importanza del dialogo tra le religioni nei «singoli paesi, intorno a valori e impegni comuni, al fine di difendere il principio della libertà religiosa e di combattere l’emergere di pericolose tendenze razziste e xenofobiche».
*Direttore della rivista “Confronti”