di Marcella Ciarnelli
da L'Unità
«Se non mi fate tagliare le tasse si va alle elezioni anticipate. E Forza Italia andrà da sola»
DALL??INVIATO BRATISLAVA ? dalla città dove fu firmata la pace dopo la battaglia di Austerlitz che Silvio Berlusconi ha scelto di mandare l??ultimatum ai suoi alleati che ancora non gliela danno vinta sulla riforma fiscale. L??editto di Bratislava esprime una sola certezza: ??Se non mi fate fare come voglio io si va alle elezioni anticipate, non certo ad un Berlusconi bis con una nuova formazione di governo?. E per chi non lo avesse ancora capito ??Forza Italia si presenterà da sola, senza rapportarsi con alcuni alleati che non vedono nella riduzione delle tasse una manovra economica necessaria? dice chiaro e tondo il premier.
Gli alleati sono avvertiti. Lui si è stancato di farsi cucinare a fuoco lento. Ed è sempre più consapevole, dopo che il suo stato maggiore l??altra sera gli ha riferito della reazione positiva del suo elettorato alla decisione di puntare di nuovo alla rimodulazione dell??Irpef piuttosto che a quella dell??Irap, che la strada giusta resta quella fissata nel 2001, nel contratto con gli italiani. ??Meno tasse per tutti?. Non si può tornare indietro. Altrimenti tutti a casa.
La riforma sarà contenuta in un maxi emendamento che ??il governo presenterà nei prossimi giorni? assicura Berlusconi anche se l??accordo non c??è ancora con gli alleati di governo. Ma questo gli sembra marginale. Men che mai con l??Udc il cui segretario, Marco Follini, ha fin qui dribblato la possibilità di entrare nel governo e non rispeonderà se non lunedì, quando sarà riunito il Consiglio nazionale del partito. Nel frattempo è interrotta la linea diretta con il premier che quando sente fare il suo nome non nasconde un gesto di fastidio: ??Cosa pensa? chiedetelo a lui??.
Al collega Mikulas Dzrinda riconosce il merito di avere fatto un sacco di riforme ??con una coalizione non di maggioranza? ma riuscendo a dialogare con tutti ??il che significa essere uno statista?. Lui, che evidentemente non lo è data la maggioranza massiccia che si ritrova ma che non riesce a mettere d??accordo, è costretto ancora una volta a ripetere il suo spot elettorale in difesa dell??unico strumento che ha per sperare ancora di vincere le prossime elezioni: il taglio delle tasse che è un??operazione ??non indolore, non facile, ma va fatta?. Non tanto per le tasche degli italiani ma per lasciare lui a Palazzo Chigi.
Mano tesa al ministro Siniscalco quando il premier si è preoccupato di assicurare che ??non vogliamo fare una riduzione non coperta dai tagli di spesa? e men che mai sforando il 3 per cento fissato dai parametri europei, come mi stanno accusando di voler fare, anche se la regola deve essere resa più flessibile ??e su questo lunedì manderò una lettera ai vertici dell??Europa perché nel prossimo consiglio di marzo questa questione sia messa all??ordine del giorno?. Senza rinunciare a mettere sotto accusa la gestione dell??euro fatta dalla banca centrale europea che insiste su ??certe ottusità che fanno solo il male dei cittadini. Ma poi scatta l??ultimatum agli alleati preoccupati di non perdersi la base elettorale mentre la sua rischia di polverizzarsi. ??Sono pronto a tutto? fa capire il premier mentre lancia un messaggio inequivocabile a quelli che sembrano essersi dimenticati che il taglio delle tasse c??era nel programma di tutta la coalizione e non solo in quello di Forza Italia. Tanto più tocca sempre a lui dover mettere insieme i cocci. ??La diversa rimodulazione del programma? proposto in campagna elettorale, cioè prima l??Irap e poi l??Irpef, non è stata recepita come tale ?? nemmeno dei giornali che di solito non sono critici con il governo? ma, piuttosto, come un tradimento bello e buono. Il dietrofront è stato obbligato. Pena la catastrofe immediata.
Dopo aver lanciato l??aut aut Berlusconi ha mollato un po?? la corda concedendo ai riottosi alleati un po?? di tempo per riflettere. ??Lavoriamo normalmente, non ci sono preoccupazioni particolari anche perché sono sicuro di aver trovato la giusta copertura?, dice poco prima di ripartire per Roma dopo aver fatto un lungo giro per le strade di Bratislava sferzate da una gelida tramontana. Il premier non si è fatto mancare niente. Ricco pranzo in un noto ristorante nei pressi della cattedrale di San Martino. Foto con un americano che indossava una maglietta rossa e nera. Seccata risposta ad un giornalista slovacco che gli diceva: «C??è chi dice che lei ha salvato l??Italia, e chi che lei è un corrotto e un manipolatore». Lui ha risposto: «Anche i miei avversari dicono che ero già ricco da prima e per fare politica usa i miei soldi». Compiaciuta sorpresa davanti ai monumenti ed ai palazzi.
Accanto a lui ??l??amico Mikulas?. ??Non somiglia un po?? a D??Alema? qualcuno gli fa notare. ??No? è la risposta cui segue la precisazione immediata del diretto interessato. ??E??vero. Nel 1999 sono andato a trovare D??Alema. E poi sono andato a San Pietro. Mi hanno chiamato Massimo, Massimo. Mi hanno chiesto almeno 200 autografi ed io li ho firmati?. ??Dovevano capirlo da questo che non eri lui. D??Alema duecento autografi non li avrebbe mai firmati?. Ora però meglio guadagnare l??automobile. Possibile che anche in Slovacchia non si possa stare tranquilli.