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Legge antipentiti: " Così fuori boss e disastro nella lotta alla mafia". La denuncia del magistrato Morosini
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di Nello Trocchia

Legge antipentiti: " Così fuori boss e disastro nella lotta alla mafia". La denuncia del magistrato Morosini

Una prima modifica in senso restrittivo alla norma sui pentiti è arrivata nel 2001. Oggi il senatore del Pdl Giuseppe Valentino presenta un disegno di legge per riformare nuovamente il testo. Non è il solo.  “ Si dovrebbe modificare la legge sui pentiti. Parlo a nome della migliaia di persone che hanno visto la vita rovinata per le dichiarazioni dei pentiti e poi sono risultati innocenti”. Lo aveva detto Marcello Dell’Utri nel dicembre scorso. E Dell’Utri nel partito conta più del ministro dei lodi Angelino Alfano che dice 'non è in programma'. Ma cosa produrrebbe la riforma della legge sui pentiti nella versione Valentino? “  Sarebbe un disastro. Questa norma determinerebbe la scarcerazione di pericolosi boss e cancellerebbe molti processi anche su mafia e politica. La proposta di legge formulata non ha uguali nelle democrazie occidentali. Già nella norma attualmente vigente ci sono tutte le cautele per valutare in maniera seria il contributo dei pentiti. Nel 2001 la legge sui pentiti varata ha preso tutte le precauzioni. La norma proposta determinerebbe questo: non ci sarebbe neanche la dichiarazione di un pentito utilizzabile in un processo”. Lo dichiara Piergiorgio Morosini, gip presso il tribunale di Palermo. Morosini è autore anche del libro ‘il Gotha di Cosa Nostra’, edizioni Rubbettino, che ricalca la sentenza emessa nel gennaio 2008 che ha condannato a oltre 500 anni di carcere oltre 30 persone, sentenza ora confermata in appello.  Morosini rincara la dose: “ I pentiti sono decisivi. Fin dall’inizio quando con il maxi processo la fonte di prova erano le dichiarazioni di Tommaso Buscetta. Negli anni ’90 nei grandi processi abbiamo avuto come fonte di prova i pentiti e le intercettazioni. Incomprensibile che si dichiari lotta aperta alla mafia e si vogliono colpire gli strumenti che si adottano contro le organizzazioni criminali”.  Nella sentenza gotha c’è l’affarismo di Cosa Nostra, i nuovi equilibri dopo l’arresto di Provenzano, i rapporti con la politica, il ruolo del mafioso pentito Francesco Campanella che ebbe come testimone di nozze, Salvatore Cuffaro e Clemente Mastella. E Morosini, quasi sconsolato, lancia una proposta: “ Guardi una proposta provocatoria. Non si può ridurre la lotta alla mafia ad un problema militare. Bisogna formare magistrati e forze dell’ordine nel settore dell’investigazione economica.   Il legislatore? Proporrei un fermo biologico, se discute solo di legittimo impedimento, processo breve, riforma delle intercettazioni e della legge sui pentiti, danneggia noi e la lotta che conduciamo contro il crimine organizzato. Meglio fermarsi".

Valga come promemoria nel papello, le richieste che la mafia avrebbe presentato allo stato per fermare la stagione delle stragi dopo le bombe del 1992, c’era la riforma della legge sui pentiti. Al punto 4 per l’esattezza.

I pentiti
La nuova mafia, la sentenza Gotha
I rapporti con la politica


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