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Articolo 21 - Editoriali
Auguri Aung San Suu Kyi
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di Giulia Menegotto*

Dai siti e  dai blog di tutto il mondo centinaia di migliaia di messaggi di auguri per la leader del partito democratico birmano Aung San Suu Kyi.
La “signora” , come in molti amano chiamarla, compie oggi 64 anni. L’esile figura che che da più di ventanni  guida con coraggio e tenacia l’opposizione alla dittatura che governa il suo paese, premio Nobel per la pace nel 1991, e dal 1995  agli arresti domiciliari, è oggi nel carcere di Insein ad aspettare la sentenza dell’ultimo processo in cui è accusata di aver ospitato illegalmente nella sua casa un cittadino statunitense.
L’avvenimento che risale a poco più di un mese fa è ancora avvolto da un alone di mistero. Secondo le informazioni più recenti,  l’uomo, John William Yettaw, un mormone americano di 45 anni, avrebbe raggiunto l’abitazione di Aung San Suu Kyi a nuoto, partendo dalla riva opposta del lago su cui si affaccia la casa, e vi sarebbe rimasto per qualche giorno.
L’ospitalità è costata alla leader una nuova condanna che, non appena trapelata la notizia, è stata immediatamente  trasferita nel famigerato carcere della capitale, nonostante le sue precarie condizioni di salute, dove dovrà restare  fino al giorno della sentenza,  prevista per il 26 giugno-
A nulla sono valse le proteste della comunità  internazionale, da quelle delle più alte istituzioni a quelle ai singoli cittadini. La giunta birmana ha aspettato pazientemente che passassero i giorni “caldi” delle prime pagine mondiali  e  si prepara ora ad emettere il verdetto  su Aung San Suu Kyi protetta dal silenzio stampa.
Perpetuare gli arresti alla signora è per i generali  l’unico modo di assicurare stabilità al proprio potere. Le libere elezioni, indette per il 2010 come promessa di buona condotta alla comunità internazionale, sono ormai alle porte e i militari non vogliono correre il rischio di perderle una seconda volta.
Nel 1992, in seguito alla stragrande vittoria del partito democratico, la giunta si vide costretta a  riprendere il potere con la forza e ciò  provocò  l’adozione di molteplici  risoluzioni cui si condannavano aspramente le ripetute violazioni di libertà politiche e diritti umani sia da parte delle Nazioni Unite che dell’Unione Europea  che di singoli governi.
Il rinnovo degli arresti di Aung San Suu Kyi con una motivazione quasi legittima  -secondo la legge birmana si tratta di “violazione di detenzione”- sarebbe quindi un buon escamotage per i generali per sbarazzarsi della punta di diamante dell’opposizione e  non correre il rischio di risultati inaspettati  in sede di voto.
E così, un esile figura che riesce a spaventare i suoi nemici con la gentilezza del suo sorriso trascorrerà l’ennesimo compleanno lontana dai suoi affetti . Dalla sua famiglia, suo marito è morto di tumore qualche anno fa e non vede i figli  da ormai  quattordici anni,  ma anche dagli amici e dai colleghi, ormai quasi tutti in carcere o in esilio.
Ma sarà in compagnia della sua straordinaria forza e al pensiero di tutti noi,
Tanti auguri Aung San Suu Kyi

*Freeburmaitaly
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