di Valter Vecellio
E’ complotto? E’ un complotto. Meglio: una “trappola”. Lo sostiene Alfredo Mantovano, sottosegretario all’Interno, è stato magistrato, è pugliese. Quanto basta (e avanza) per ritenere che pensi a quello che dice, e non solo dica quello che pensa.
La “trappola”, dunque. Ma perché si vorrebbe intrappolare Silvio Berlusconi? Come sempre in questi casi, occorre fare un passo indietro: “Il 25 aprile il premier è all’apice del consenso tra gli italiani per come ha governato nel primo anno, le sue riforme, l’impulso alla ricostruzione in Abruzzo, Ha messo in estrema difficoltà il leader del PD che, quasi per sfidarlo, ha detto che voleva vedere se era capace di festeggiare la Liberazione. Lui l’ha fatto. E’ nei giorni successivi che parte un attacco su più fronti…”.
Eccolo, dunque, un primo, possibile mandante: Dario Franceschini. Mefistofelico, il segretario del PD muove i suoi “pedoni”: “…attraverso “la Repubblica”, con il rilancio su alcune testate europee e occidentali. Tutto ciò non danneggia solo Berlusconi ma tutta la coalizione, tanto che il risultato atteso sulla base dei sondaggi anche per questo motivo non arriva…”.
La “trappola” però è assai più vasta, non si limita ad articoli di giornali, va ben oltre Franceschini. “Mi limito a registrare i fatti”, dice Mantovano. Seguiamolo, il ragionamento del “registratore”: “Si determina una difficoltà del presidente del Consiglio nel momento in cui cerca di rendere l’Italia protagonista sui vari fronti, dalla diversificazione delle fonti energetiche (buoni rapporti con Russia e Libia significa essere un po’ meno dipendenti dagli altri) al blocco dell’immigrazione clandestina sul canale di Sicilia; a cui fa riscontro la ripresa degli sbarchi di marocchini in Spagna, scomparsi negli ultimi cinque anni. Tutti segni di una rinnovata vitalità dell’Italia che, inevitabilmente, dà fastidio a molti”.
A questo punto, ovvio che la giornalista del “Giornale” che raccoglie il pensiero di Mantovano provi a riassumere: “Cioè da fastidio anche all’estero…”.
Mantovano “registratore” non si tira indietro: “Non voglio imputare di complotto Zapatero, ma che la Spagna non sia felice di rivedere i clandestini sulle sue coste mi pare certo. Com’è certo che “El Pais” (che ha pubblicato le foto a villa Certosa, ndr) è uno dei principali giornali filogovernativi spagnoli. Com’è certo che non vi sia un legame occasionale tra “Repubblica” e “El Pais” e altre testate straniere…”.
Allora: se non proprio Zapatero, ambienti a lui vicini, che manovrano giornali di mezza Europa; tutto quest’iradiddio per qualche barcone di immigrati clandestini? Accidenti! Il complotto – o la “trappola” che dir si voglia – però nei giorni scorsi ha visto anche altri protagonisti e comparse. Si è tirato in ballo Rupert Murdoch, che sarebbe imbestialito per come è stata trattata la sua Sky, e anche lui avrebbe scatenato il finimondo attraverso i giornali che controlla…Un “complotto”, una “trappola” cui dà il suo fattivo contributo il “Corriere della Sera”, e con il “Corriere” i magistrati pugliesi, e Massimo d’Alema…
Non è di Murdoch, non è controllato da zapateriani, men che meno da D’Alema: il settimanale francese “L’Express” pubblica un’intervista all’ex presidente francese Jacques Chirac. Chirac non ha nulla a che fare con Zapatero, e dei clandestini marocchini non gl’importa un fico secco. Definisce Berlusconi “un tipo un po’ strano” e i suoi ricordi risalgono a quando era presidente della Repubblica, molto più insomma del “passo indietro” che invita a fare Mantovano. Chirac racconta di essere stato invitato in una delle ville di Berlusconi; e cosa fa Berlusconi, quando ospita il presidente della Repubblica francese? Gli mostra orgoglioso la stanza da bagno. Certo, tutti hanno certe esigenze, anche i presidenti francesi; e vuoi mettere quando ti accompagna Berlusconi in persona? Così vengono illustrate le “qualità” dei sanitari berlusconiani: “Non hai idea di quante natiche abbia accolto questo bidè!”, racconta gongolante “papi”.
C’è anche un altro aneddoto. Chirac, sempre ospite di Berlusconi, a un certo punto nota la presenza di una quantità di riviste con fotografie di donne nude. “Gli chiesi perché avesse lasciato in giro quelle riviste”, racconta Chirac. Risposta di Berlusconi, che con la mano indica: “Questa è stata mia…quella pure…”. Chissà se anche Chirac farà parte del complotto o della “trappola”? Lo si segnala a quanti – da Gianni Letta a Nicolò Pollari – secondo quanto riferiscono le cronache di queste ore, cercano possibili mandanti di “complotti” e “trappole” negli Stati Uniti. Un “complotto”, una “trappola” con una quantità di ramificazioni: a Bari dove è in corso un’inchiesta che può avere imprevedibili sviluppi; nello studio televisivo di Lucia Annunziata che ospita un D’Alema che evidentemente sapeva tutto in anticipo, e chissà perché, se è quella volpe che è, ha spifferato tutto in anticipo; fino a fotografi che scattano migliaia di fotografie a villa Certosa, e prontamente qualcuno si è chiesto dove mai fossero i servizi segreti, se per caso non ci fosse anche la loro manina…
Vien da dire che se davvero questo “complotto” – o “trappola” che dir si voglia – c’è, chapeau! A parte la quantità di persone che vede coinvolto, in Italia e all’estero, è un ordito che nessun John Le Carré o Frederick Forsyth si è mai sognato di immaginare. Un personaggio come Sam McCready, il “Simulatore” che guida l’Ufficio Simulazione, Disinformazione e Operazioni Psicologiche”, appare un dilettante.
Berlusconi sempre più appare un personaggio ricattabile, i cui gusti, tendenze e abitudini sessuali sono diventate questioni “politiche” nel momento in cui lui, Berlusconi, le ha fatte diventare tali: andando per esempio a “Porta a Porta” per raccontare la sua verità su “papi” e le vicende di Casoria; salvo poi tornare a “Porta a Porta”, qualche giorno dopo, e smentirsi clamorosamente. E’ Berlusconi e i suoi sodali che ogni giorno raccontano bugie, gridano ai “complotti” o denunciano “trappole”, sono i “consiglieri” del presidente del Consiglio che dicono cose letteralmente incredibili, che non stanno né in cielo né in terra. Sarebbe divertente – amaramente divertente – mettere in fila le affermazioni dei “difensori” di Berlusconi. Ogni giorno si offre uno spettacolo patetico e avvilente.
Non c’è alcun Simulatore, alcuna Spectre o “Grande Vecchio”; c’è “semplicemente” Berlusconi: il Berlusconi raccontato nella lettera di Veronica Lario: malato, preda di ossessioni senili, che “magari fosse sua figlia”. Basta rileggerla, quella lettera: c’è già tutto. La verità, come spesso accade, è molto più semplice e “banale”.