di Marco Bazzoni*
Con il Decreto del 27 marzo 2009 del Ministero del Lavoro:
http://www.lavoro.gov.it/NR/rdonlyres/21254175-C71E-4E4D-AA18-4F9A7D7FD6BF/0/20090327_DI.pdf
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 120 del 26 maggio 2009, sono aumentati dell' 8,68% gli indennizzi in capitale e le rendite INAIL da danno biologico. A guardare gli aumenti sulla tabella di rivalutazione, pubblicata sul sito dell'Anmil (Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi del Lavoro),
http://www.anmil.it/public/anmil/shared/0.57733255569.jpg
c'è di che vergognarsi, si tratta di aumenti da "fame" per gli invalidi del lavoro,
considerando che l'Inail ha un tesoretto", depositato per intero presso la Tesoreria dello Stato, che ammonta ad oltre 13 miliardi di euro, e che l'Inail ogni anno ha un avanzo di bilancio di quasi due miliardi di euro (per il 2009 è previsto un avanzo di bilancio di oltre 1,5 miliardi di euro).
Invece di usare questi soldi per ripianare i debiti dello Stato, si potrebbero aumentare in maniera consistente le rendite pèr gli invalidi del lavoro.
Vale la pena fare qualche esempio.
Intanto bisogna specificare quando si ha diritto all'indennizzo, cioè solo quando l'invalidità è almeno del 6%, altrimenti niente, mentre si ha diritto alla rendità, solo quando questa è almeno del 16%. Se ad esempio è del 15%, si ha diritto all'indennizzo sotto forma di capitale.
Per chi rimane paraplegico (disautonomia motoria del tronco, degli arti inferiori con anche danno genito-urinario), l'Inail riconosce un invalidità del 85%.
Perdita bilaterale degli arti superiori (amputazione di entrambi gli arti superiori con
eventuale sofferenza dolorosa del moncone), l'Inail riconosce un invalidità del 85%.
Perdita bilaterale della mano, l'Inail riconosce un invalidità del 75%. Perdita totale di coscia per disarticolazione coxo-femorale, a seconda dell'applicazione di protesi efficace, l'Inail riconosce un invalidità che va dal 45 al 60%. Perdita del piede, l'Inail riconosce un invalidità del 30 %,. Perdita dell'avampiede, a seconda del livello, l'Inail riconosce un invalidità fino al 20%.
Sono quasi 30 mila i lavoratori che ogni anno rimangono invalidi sul lavoro, che molte volte devono "battagliare" con l'Inail per vedersi riconosciuti i propri diritti e ottenere una rendita in seguito a infortunio (secondo uno studio realizzato da Ires-Cgil e dalla Fillea Cgil, un lavoratore su cinque ha dovuto aprire un contenzioso con l'Inail)
L'iter per il riconoscimento dell'invalidità è un percorso fatto di continui esami, valutazioni, ricorsi, visite mediche e raccolte di documenti secondo una logica simile a quella del tribunale, che a volte fa sentire il lavoratore come implicato in un processo.
Il 24 giugno 2009 l'Inail ha presentato alla Camera dei Deputati, il Rapporto Annuale 2008 sugli infortuni sul lavoro. Secondo l'Inail, sia gli infortuni sul lavoro, che quelli mortali sono diminuiti nell'anno 2008: per quanto riguarda gli infortuni mortali, siamo
passati da 1207 del 2007, a 1120 del 2008, invece per gli infortuni sul lavoro, siamo passati dai 912419 del 2007, agli 874.940 del 2008. L'Inail non prende minimamente in considerazione il fatto, che nel 2008 c'è stata la più grossa crisi finanziaria dal secondo dopoguerra ad oggi, e che molto probabilmente il calo dipende anche da questo. Inoltre, come ho sempre sostenuto, tali dati vanno presi con le "pinze".
Nel Convegno Inca-Cgil che si è tenuto a Roma il 24 giugno 2009 (proprio il giorno di presentazione del Rapporto Annuale Inail), dal titolo "Il lavoro offeso", dove è stata
presentata la ricerca Ires-Cgil e Fillea Cgil, è venuto fuori quello che molti pensano da anni, cioè che i dati ufficiali, quelli dell'Inail, non danno una rappresentazione reale del dramma.
Tanto per cominciare c'è una parte di infortuni che sfugge, perchè viene denunciata come malattia o fatta passare come incidente avvenuto fuori lavoro.
Anche Franca Gasparri della Presidenza dell'Inca Cgil è convinta di una sottovalutazione del problema degli infortuni: "Noi sappiamo -spiega- che il 30% degli infortuni sul lavoro che avvengono in Italia, non vengono dichiarati come tali e poi c'è una sottostima del problema delle malattie professionali. La ricerca -aggiunge- affronta il problema della solitudine "forte", della cesura che avviene ogni volta che
un infortunio o una malattia professionale colpiscono un lavoratore".
Raffaele Minelli, Presidente delI'Inca-Cgil, ha detto che " gli infortuni sul lavoro sono molti di più, si potrebbe addirittura raddoppiare il dato INAIL, perchè spesso gli incidenti non vengono denunciati e il sistema delle tutele e degli indennizzi così come quello del controllo e della prevenzione è del tutto indadeguato".
L'Inail piuttosto che fornire statistiche incoraggianti sul dramma degli infortuni e delle
morti sul lavoro, dovrebbe pensare più che altro, a indennizzare adeguatamente le vittime.
*Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.
Email: bazzoni_m@tin.it