Nei giorni scorsi alcuni ci hanno offerto un “boccone informativo” davvero ghiotto. Il presidente della Conferenza Episcopale Italiana avrebbe usato toni severi nei confronti del Presidente del Consiglio quando ha detto che “l’uomo deve controllare gli istinti sessuali”. In tutta sincerità, un vescovo che dica il contrario o che non dica che l’uomo deve controllare gli istinti sessuali a mio avviso non è ancora nato.  Ma i bocconi mediatici non sono finiti. Oggi ci viene spiegato che il papa si è fatto ispirare dall’identità italiana di una delegazione di deputati quando ha detto che “ i valori etici e morali in politica sono importanti.” A parte che, anche qui, un papa che dica il contrario o che non dica che i valori etici in politica sono importanti è proprio difficile da immaginare, non è più logico pensare che ad ispirare questa riflessione papale sia stato il fatto che la delegazione che ha ricevuto si chiama “Cultori dell’etica”?
Il fatto è che certi ambienti cattolici sembrano alla disperata ricerca di qualche critica a Berlusconi da parte dei vertici ecclesiastici. Critica che tarda a giungere, se non appunto nella riposizione rivoluzionaria dell’ovvio. Ma la Chiesa cattolica in questi anni ci ha fatto ben intendere quanto possa essere esplicita e non ovvia nella critica, quando voglia esserlo. La verità nessuno la ha ma tutti dovrebbero tendere a non confonderla con i propri desideri, e i vertici ecclesiastici in queste settimane  a me sembra che abbiano voluto non apparire acritici senza essere critici. L ‘appello di Famiglia Cristiana, “adesso la Chiesa parli…”, è caduto nel vuoto: un paio di editoriali di Avvenire, qualche mezza frasetta e basta. Con buona pace del dissenso cattolico. Almeno, fino ad oggi è andata così. E nascondere  questo dato di fatto dicendo che le citate parole del papa esprimono sintonia con l’appello di Famiglia Cristiana sembra proprio fuorviante: per coloro a cui lo si dice e anche per se stessi.