di Enzo Costa*
Non sono solo le contestazioni a Papi minimizzate o biasimate (con le parole di Papi) dal Tg1, e derubricate dal Tg5 a schiamazzi di “facinorosi” cui opporre gli applausi dei cittadini normali. E neppure solo gli “argomenti” del contestato (fischi organizzati dalla sinistra disfattista che si deve vergognare), tipici di chi, viste le sue frequentazioni inconsulte con escort non necessariamente della Consulta, non tiene vergogna. A dipingere lo stato di un Paese disastrato, c’è anche un dettaglio: quando deplora a tiggì unificati i contestatori, Lui dice che la sua parte, liberale, a differenza della sinistra non contesta gli avversari. Balla colossale: Prodi, da Premier, era contestato a prescindere a tiggì unificati. Per Papi e sottoPapi quei fischi erano un indice dell’incapacità del governo. A capeggiare i contestatori spesso c’erano virgulti di centrodestra. Uno di loro fu ricevuto con tutti gli onori da Papi. Il fatto che nessuno lo ricordi o osi farlo, dà il segno del disastro.
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*da l'Unità 6 luglio