di Giuseppe Giulietti
Nelle prime settimane di vita del TG1 sotto la direzione di Minzolini il giornale avrebbe perso migliaia e migliaia di fedeli ascoltatori . L’avvio del declino sarebbe iniziato con la decisione di Minzolini di non dare le notizie sulle vicende private di Berlusconi, per altro il suo editore di riferimento, colui che ha contribuito alla sua nomina in una delle tante scandalose riunioni che si sono svolte nella residenza privata di Palazzo Grazioli.
La scelta di non dare le notizie, per la prima volta nella storia della Rai, è stata addirittura rivendicata, con raro sprezzo del ridicolo, dal medesimo direttore con un editoriale che ha forse segnato il punto più basso della storia del TG1 che pure aveva conosciuto stagioni non esaltanti ma mai era stato umiliato in modo così grossolano e greve.
La caduta degli ascolti ha avviato una dura polemica dentro e fuori l’azienda, lo stesso presidente Garimberti, che è stato e resta un giornalista di razza, avrebbe avanzato critiche di merito e di metodo. Per altro sarebbe stato meglio pensarci non una ma un milione di volte prima di dare il via libera a nomine decise nella casa del presidente del consiglio, nonché proprietario della azienda concorrente.
Alle contestazioni di Garimberti hanno già risposto alcuni esponenti della destra con argomenti di tipo contabile, attribuendo la momentanea crisi al periodo estivo,ai cosiddetti programmi che fanno da traino al TG1 e al TG5, ricordando che il passaggio al digitale e la ricanalizzazione delle frequenze di Rai uno potrebbe aver cambiato le abitudini di non pochi spettatori . Si tratterebbe ,dunque,di una crisi passeggera.
Questo dibattito non ci convince e tanto meno ci appassiona.
E se Minzolini, nelle prossime settimane, dovesse recuperare gli ascolti lo chiameranno in consiglio per premiarlo?
Dal presidente della Rai, dal direttore generale Masi, del quale si sono perse le tracce, dal gruppo dirigente vorremmo sapere se potrà accadere ancora che un direttore possa andare ai microfoni e dichiarare la sua intenzione di negare una informazione completa alla pubblica opinione?
Dobbiamo ritenere normale che persino le prese di posizioni della Chiesa cattolica,un tempo,nel bene e nel male, costante punto di riferimento del TG1, possano subire mutilazioni o censure quando riguardano temi scottanti come la povertà la crisi sociale, i comportamenti libertini dei potenti, per non parlare del povero cardinale Tettamanzi di Milano relegato a tardissima notte per aver osato dire la sua sulle nuove norme in materia di immigrazione e di accoglienza.
Ancora martedì sera, nelle dizioni delle 20, ci è stata proposta una dura replica di Berlusconi e del ministro Frattini alle accuse, quali?, di un giornale inglese, The Guardian, sbrigativamente liquidato dal presidente del consiglio come “un piccolo giornale di provincia”. Le reazioni sdegnate ci sono state fornite integralmente con dovizia di particolari , ma quali erano le accuse? A chi appartiene questo giornale? E’ davvero un oscuro giornale inglese, oppure è un quotidiano che rispecchia gli umori di settori non marginali delle classi dirigenti inglesi ? Perché sappiamo così poco delle accuse formulate dai più grandi e non certo oscuri quotidiani di tutto il mondo, quando scrivono le stesse cose che ha riportato il giornale inglese?
Ritiene il gruppo dirigente della Rai che si possano cancellare od oscurare tutte le notizie che non piacciono al presidente editore in persona? Cosa c’entra tutto questo con la carta etica della Rai e con il dovere del servizio pubblico?
Di questo si dovrebbe discutere e bisognerebbe farlo in modo trasparente,il dio degli ascolti per ora non premia Minzolini ,ma se e quando dovesse farlo non cambierebbe nulla.
La sottrazione delle notizie,la cancellazione di quello che non piace al sovrano non deve e non dovrà mai essere accettato come un male incurabile figlio dello spirito dei tempi.
Lo scandalo, anzi lo scandalissimo non sta nella diminuzione degli ascolti, ma nella drastica diminuzione dei fatti.
Sarà bene non dimenticare la gerarchia delle nefandezze,e soprattutto sarà bene non dimenticare che la sottrazione delle notizie colpisce in primo luogo la pubblica opinione nel suo diritto costituzionale ad essere informata in modo completo per poter scegliere in modo cosciente.
E se fosse proprio questo il rischio che lor signori, come avrebbe detto Fortebraccio, vogliono evitare?